Venerdì, 29 Marzo 2024

APPENDICE DOCUMENTARIA

APPENDICE DOCUMENTARIA

21. - Lettera del mercante Guglielmo Borgal all’Arciconfraternita in cui encomia e rimpiange l’opera svolta dai padri cappuccini e ragguaglia del credito concesso a loro favore. - Algeri 5 settembre 1585.

21
Lettera del mercante Guglielmo Borgal all’Arciconfraternita in cui encomia e rimpiange l’opera svolta dai padri cappuccini e ragguaglia del credito concesso a loro favore. - Algeri 5 settembre 1585.
(Mazzo G, fasc.4, ff.127-128)
Ill.ri Molto Mag.ci S.ri et patroni miei oss.mi
Con la carissima d. V.S. Ili.i a di 17 giugno ch’ho ricevuta agli 26 d. luglio per mane del Reverendo padre fra Phelipo resto et me trovo infinitamente obbligano a V.S. Ill.i per la perpetua memoria et buona volontà ch’anno degnato haver di me ben che indegno et senza meritto de tante offerte fatte me da essi et ancora che l’animo mio era del tutto dedicato al servicio di questa santa opera io me trovo adesso da tanta volontà che se le forze mie potessero paregiare il desiderio me reputariei felice et per effetto se manifestarebe quanto sincero et unico è il mio desiderio. Credo che dal Reverendo padre fra Felipo haveranno auto aviso de la morte del reverendo padre fra pietro, ch’è stata tanto acerba ed erta a questi poveri schiavi havendo perso uno così buon padre et consolatore d’aflitti che non sapriei explicarvi gli rigretli et pianti che se sono fatti et fanno continuamente per esso e non solo da gli cristiani ma ancora dagli turchi che de la vita santita •e procedere d’esso non se pono saciare de ragionare. Non se contentando Idio d’esso solo gli piacque agli 6 d’agosto tirar a se il reverendo padre fra felipo il quale havendo estato 5 giorni con febbre continua passo da questa vitta. Pregano Idio che dia pace a l’aninxe loro, dico bene a V.S. Ill.ri che in le loro malatie non gli ho mancatto d’aiuto et rimedio sia stato de medici barbieri et altre cose che loro bisognava. Ritrovandosi detti padri d’habitatione in casa de ms. Iacomo Bioneau il quale solleva esser qua vice consolo per la nostra natione havendo io fatto far inventario de lutto quello che se trovava apartenir a detti padri il detto bioneau à volutto tenir in poter suo tutto quello che se trovatto et medesmamente gli papieri et scritture tra le quale sono gli capitulli et instructioni datte da V.S. Ill.i a detti padri et ancora la lista degli schiavi che s’anno da riscattare. E perche Io non me trovo poter ne commission nesciuna d. V.S. Ill.i non ho voluto contendere con esso per dette scritture remetendo me a quello che gli parera bene che se fassa. Il salvo condotto m’era stato datto dal padre fra Felipo per far lo confirmare al nuovo Bassa quel che ho fatto ed ancora gli tengo in poter mio. Assam Bassa è andatto via di qua e in suo luoco è venutto maliamet Bassa huomo molto tratabil e de buon procedere apresso del quale io posso quanto voglio.
Io me ritrovo haver fornito qua per V.S. Ill.i buona soma di danari d’ordine et comandamento degli Reverendi padri fra pietro e fra felipo parte degli quali se sono spesi in aiutare e subvenire gli poveri infirmi di pesta la qual opera et caritla e stata così grande et admirabile che V.S. Ill.i et quella venerabil archiconfraternita ne restano con meritto apresso Idio et lode perpetua in questo mondo non solo da gli cristiani ma anco da gli monsulmani; l’altra parte ho pagatto pollice de cristiani che anno portati gli S.ri decano et giugni pressi a tempo. Io non mando il conto pensando che verranno in breve gli redemptori. Et a caso non venissero io sono per andarmene de qua per tutto ottobre et de marsiglia le mandaro a V.S. Ill.i ho (!) forse andaro in sino a Roma parte per saldar detto conto et parte per dargli avisi che giovarano assai a questa santa opera; restano ancora alquante police a pagar qui a turchi e cristiani Io non ne ho volutto pagar più di quello che ho pagatto in sino a hogi per non havere ordine ne commissioni de V.S. Ill.i. Et quando gli tornasse a bene che le pagassi comandando me il faro subito. Io ho inteso che in Lione se faceva qualche difficultà per il pagamento de cinquecento quaranta otto scudi 2/3 restanti de la letera de cambio. Suplico V.S. Ill.i siano contente fargli pagare perche de parte mia la compagnia non è stata inganata ne difraudata ma anzi ha ricevuto tanto beneficio come spero in Dio far gli conoscere et vedere in roma se vi andaro. Et Tingano et fraulde sara conosciuto con il fatore d’esso. Io so che ms. bioneau non havera mancatto scrivere a V.S. Ill.i qualche cose in mio disfavore et desvantagio impero ringratio Idio che lui e me semo molto ben conosciute la e qua; d’una cosa mi despiace che circa 15 giorni avante chel reverendo fra felipo morisse gli fu datto in salvo da uno povero cristiano schiavo in sino a cinquanta cinque doble et ala sua morte racomandatto che se restituissero In tutta la casa de detto bioneau non se sono trovatte non sapendo che sia desse di modo chel povero cristiano le vene a perdere. V.S. Ill.i considerino se gli padri avesseno lasciata qualche gran suma de danari que sarebe stato d’essi. Et con questo fine oferendo me perpetuo servitore de V.S. Hl.i ale quale suplico se degnino comandarme gli bascio le mani pregando Idio per ogni lor felicitta et contento d’Algieri a di 5 de setembre 1585.

d. V. S. Ill.i aff.mo servitore
G. Borgal

20. - Lettera del vice-console di Francia ad Algeri Jacques Bionneau all’ Arciconfraternita in cui annuncia la morte di fra Filippo e, lodando l’opera svolta dai padri cappuccini, si augura che essa possa essere ripresa da altri missionari. - Algeri 10 ag

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Lettera del vice-console di Francia ad Algeri Jacques Bionneau all’ Arciconfraternita in cui annuncia la morte di fra Filippo e, lodando l’opera svolta dai padri cappuccini, si augura che essa possa essere ripresa da altri missionari. - Algeri 10 agosto 1585.
(Mazzo G, fasc.4, ff.125-126)
Ill.mi sig.ri et Padroni miei oss.mi
Addì 11 di luglio recevi una cortesissima littera de Vre Ill.me Sig.rie delli
3 di giugnio, nel qual tempo essendo già morta la fe. me. del R.do Pre fra Pietro, rispose à essa è (!) del tutto li diedi particular raguaglio, si come ò cercato con ogni mia diligentia servire et accarezare il Pre suo compagno rimasto, ma è stato il S.r Iddio servito di tirarlo anello asse il di sei di agosto che si concludevano giusto dui mesi de la morte di fra Pietro, havendo otto giorni prima la imagine di san Roccho che per il passato ha fatto li miracoli che per la sua informatione mandatoli di qua haverano visto sudato sangue puro et una de la madonna che
li era da presso latte il quale, con gran R.a fu asciugato da la bona memoria del
R.do Pre fra Pliilippo, con cottone, lui stie male cinque giorni di febre e non p.a che nel ultimo volse manifestare al medico qualm.te se li erano gonfiate le parte genitale che li causano dolori interni; usoseli ogni diligentia possibile e con gran charita universale, però N. S. fu servito di privarne del secondo come del p.o anchorche avevano cominciato qui tante buone opere et herano abbracciate con tanto amore e bon animo da la maggior parte di questi puoveri christiani schiavi, che se ve ne fussero stati un convento mediocre in questa terra di tali padri, liarebbeno hauto assai che fare per confessarli et administrarli li sacramenti à 30.000 anime in circa che vi saranno e che con mirabil fervore lo recercano, per
il che essendo quasi soli li poveri padri e desiderando sodisfare e complire con tutti visitando spesso e consolando li meschini infermi, in la mortalità passata hanno provocato il auxilio divino a darli in breve il premio de le loro degne opere e desiderii, anchorche habbia lasciato noi molto desconsolati per la devotione e grande amore che da tutti li era portato noi però rimettendo il tutto al abisso de secreti ringratiamo sua Divina maestà, et in Nome de tutti li christiani del contorno supp.co Vre S.e lll.me da parte di idio restino servite di non sbigottirsi per questo, anzi procacciar con maggior instantia a noi simili medici spirituali et in maggior numero che sia possibile assicurandosi che se li suoi dinari ricattaranno 100 christiani l’anno, li suoi cappncini seran certo causa si salveno la maggior de le anime che moriranno si come si spera che sia stato fra 600 che ne son morti in cinque mesi de li quali sono informato che vi erano di quelli che havea 30, 40 e 50 anni che non si erano prevaluti de li sacramenti de la penitentia et eucharestia tanto erano refredati in la religione per non havere chi li ammonisca et essorti, li quali essendo rimasti senza alcun sacerdotte (!) rispetto che il Baxa passato che ne teneva quattro se ne va, temo che quelle p.e scintille che son state accese da quelli boni R.R. Padri se non saranno dalle S.e V.e lll.me mantenute et aumentati con nuovi frati al tutto si estingueranno e acchiacchiaranno (!) il che io mi rendo securo non mancharanno conoscendo di quanta maggior importantia sia di procacciarli la salvation de l’anime che la libertà del corpo, che io de mia parte ne son rimasto tanto calificato che ho tenuto in grandiss.o favore il tenerli a casa mia e cossi la tenga aparecchiata e di nuovo accomodata per serv.o di quelli che verranno alli quali non supp.co alle Sig.rie V.re lll.me mi facciano altra gra. che ordinarli se ne vengano a essa diretti poiché in niunaltra starano più comodi più respectati da tutti ne receuti con maggior amore et eficatia, senza haver rispecto ad incomodo mio perche veram.te non vi sara tenendo come io tengo un altra casa voita appresso a questa a mia requisitione, le robbe che si sono ritrovate in casa dopo la morte del Padre si nie fatto inventario in pntia del R. fra Lione trapanese cappuccino e schiavo di Assan Baxa et altri testimonii; io li saivaro e ne son depositario e mando in questa inclusa la coppia di esso firmata delli proprii testimonii: e ben vero che dui salvi condotti del Re passato l’uno, e l’altro di questo che venuto adesso di nuovo che si chiama marni Baxa, sono in mano di Guiglelmo Borgal quello che servi alla limosina de’ dinari, che lui senza mia saputa p.a che il Pre moresse non so perchè se li piglio, pure io crederei che ninno
li potesse ne dovesse tenere altro che io essendo nel luoco e grado che sono, si
il s.r Decano e ms. Ludovico non seranno per venire di corto, et a V.e S.e lll.me
li parera potranno ordinare e scrivere al detto Borgal che me li consigni perche lui intendo che sta in procinto di andarsene a Marsiglia et e andato tanto stretto e sospettoso con questi Padri alli quali era rimasto di provedere e pagare a suoi tempi li crediti che tenevano qui de christiani che pigliorno sopra de la parola, che per non li pagare non è mancato da lui che la limosina non abbia perso qualche credito di quel si grande che si grande che ebbero nel principio di che li poveri Padri se ne attristavano grandemente vedendosi richiesti e con ragione per esser passato il termine da loro prefisso. Ringratio infinitissimamente et humilm.te bascio le mani a V.re Sig.rie lll.me per la intentione che in la sua mi danno di voler havere per ricomandati quelli duoi liuomini da me supplicatoli, delli quali quantunque il Dottore che era uno di essi sia già morto, io conosco tanto sufficiente et abile ms. Bartholomeo Stimma al serv.o e profitto dela R.da Archiconfraternita che non desiderando io altro che quello non posso man- chare di tornare di nuovo a farneli quella maggior instantia che per me mi sara possibile assicurandoli che oltre che se ne ritrovaranno otti mani .te serviti, tutta quella gra. e favore che sera fatta a lui la receverò io per propria e come a tale mi offero a servirla in tutto quello si dignaranno di comandarmi. La venuta del Nuovo Baxa non potrà senon giovar molto a la Redentione per esser persona di miglior natura e condition cliel passato. La mortalità quantunque sia stata di qualche consideratione per il passato, in intrando il sole in lione si estinse affatto, sì
come è suo solito in questa terra che il calore la resolve, ora per gra. del S.re vi è sanita per tutto e di già Marsella a mandalo qui due saettie. Mi dicono che la notte che morse il R. pre fra Philippo disse a dui christiani che stavano p.nti che certi dinari che stavano in una stantia si dovessero donare al padrone che era un povero christiano schiavo che glili haveva donati a salvare pero non specifico altro che era in estremis, si cerco dopoi et in una coffa di cera minuta si trovorno da otto scudi e si depositorno per il padrone che dicono che e fora e non se ne sa il nome, dopoi venne un altro christiano a dimandar 16 scudi che li haveva dati a salvare secondo lui dice li quali non si sono ancor ritrovati; io non mancharo di far fare tutta la diligentia possibile e trovandosi satisfarlo anchor che io stia in dubio de la verità non havendo il morto detto più che de una partita, e non sendo per altro. Alle signorie Vre molto lllme humilm.te bascio le mani e di cuore me
li offero e racomando
da Algieri 10 di agosto 1585
di V.re Sig.rie Ill.me affittionatiss.o serv.re
G. Bionneau consul

4. - Lettera collettiva dei Redentori all’Arciconfraternita che riferisce le notizie avute circa il riscatto degli schiavi ad Algeri. - Genova 17 dicembre 1584.

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Lettera collettiva dei Redentori all’Arciconfraternita che riferisce le notizie avute circa il riscatto degli schiavi ad Algeri. - Genova 17 dicembre 1584.
(Mazzo G, fasc.4, ff.94-95)
Ill.ri S.ri et padroni nel Sig.re lion.mi
Habbiamo ricevuto una Ira delle SS.VV. IU.me scritta il di 7 del p.nte nella quale tra l’altri avertimenti che ci danno, v’è che le avvisiamo di quanto può mancar nelle Instrutioni, le diciamo dunque che da un Gentilliuom genovese quale è stato dieci anni in Algieri libero per negotii habbiamo relatione, che a noi sarà necessario ricattare tre o quattro schiavi e forse più di quei del Re a modo suo, cioè quelli che a lui parera se bene non saranno del Stato ecc.co et altretanti schiavi de tre offiziali del Re, per le mani de’ quali è necessario che noi passiamo, di modo che conviene ricattar 18 o 20 schiavi quali non solo non sono in lista, ma ne manco del Stato ecc.co et quel che importa assai al prezzo che correranno gli schiavi boni et atti al remo: et questo è il p.o patto che si fa con Redentori in Algieri: ci consiglia a portare il denaro in sacchetti assicurati; mostrar fedelm.te tutto il denaro; et che si paga un tanto per cento, nell’entrar in Algieri, et anco si paga un tanto per cento per la compra del schiavo, et il d.o schiavo ricatato paga un tanto d’uscita; di modo che assai danari si spenderanno in queste angherie et in questi schiavi d’altri paesi; hora perche nelle Instrutioni non vi è quel che habbiamo a fare se non in generale, che si faccia al meglio che si può, desiderarne particolar ordine, quale ce lo mandaranno in Marsiglia. Habbiamo ricevuto il breve, nel quale se bene è nominato fra Pietro piac.no tuttavia è comune poiché egli ha subito comunicato l’istessa sua autorità al P. Decano et al suo compagno. Della Ira di Marsiglia non se ne valeremo se non per bisogno; i salvi condotti si fanno in più modi; non ne potiamo ragguagliar le SS.VV. perche ne noi siamo bene informati, se in Marsiglia non lo trovaremo, lo procuraremo noi in quel miglior modo che sapremo. Tutte le scritture delle quali fanno menlione nella loro Ira habbiamo ricevute et particolari».te le informationi delli doi Turchi, circa quali si farà quanto ci ordinano. Non ci occorre altro dirle che farle riverenza et pregarle faccino continue orationi per noi, quali per gratia del Sig.re andiamo tutti allegri, d’un volere, et sani, et hoggi che ne habbiamo 17 di Xbre si partimo da Genova, di dove scrivemo la p.nte et il Sig.re conservi le SS.VV .HI.me in sua s.ta gratia.
Delle SS.VV.Ill.me humiliss.mi servi nel Sig.re
Decano - fra Pietro fra Filippo Io Lud. Giumi

19. - Inventario degli oggetti appartenenti a fra Filippo compilato all’atto della sua morte. - Algeri 6 agosto 1585.

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Inventario degli oggetti appartenenti a fra Filippo compilato all’atto della sua morte. - Algeri 6 agosto 1585.
(Mazzo H, fasc.21, ff.97-99)
6 agosto 1585. Inventario delle robbe di fra Filippo
Inventario fatto oggi il di sei di agosto 1585 delle robbe ritrovate e in casa del S.re Console di Franza, doppo la morte del R.do Padre fra Philippo Cappu- cino e Redentore de la R.ma Archiconfraternita del Confalone di Roma
In primis un materazzo di lana fatto et un altro disfatto con la sua tela e tutto, due valentie di Algieri nove
una cassetta con diverse cosette, cioè un cassettino piccolo con tre copertini di calici lavorati con oro, et altri dui senza oro una berretta negra da prette
un'altra cassettina con diverse cosette di incenso Storage et altro
un amito bianco del sr. Decano
un missale nuovo coperto di negro et oro
un libretto di cera
una ampolletta
un calamaro di ottone alla morisca una pietra sagrata
un mazzo di lettere missive di ottanta pezzi di littere
un altro mazzo di littere messive, memoriali et altre scritture che se fanno ottanta setti pezzi
un plico di littere per il sr. Decano un sigillo di la Archiconfraternita
due quaderni nelli quali si contiene le instruttiene de li Redentori e la lista de li christiani schiavi
una Bulla di rame giallo con il pergamino, ligata con lacchi di seta rossa, una cassettina di latta con una Bulla Papale dentro
dui mantelli et uno abito li quali si donorno a fra Lione cappucino schiavo di Assan Baxa a talché si vestesse
due coxini di dormire pieni di paglia due botte da vino voite
li salvi condotti di Assan Baxa e dii nuovo Marni Baxa in mano di Burgale trovati vinti sette doble e quarantacinque dinari nel camerino dentro di una coffa di cera minuta che appartengono a un povero cliristiano di chi non se ne sa il nome, sono in potere di Borgale accio li dia al Padrone che ne li dara li contrasegni
novantacinque candele di cera tra piccole e grande la croce del R. Pre’ fra Pietro
una tavolina con li suoi piedi et un scanziino di abete del sr. Decano tiene Borgal nelle sue mani un sento di Savoia e 35 asperi che li havea donati a salvare il R. fra Philippo per qualche sua necessità.
Altra cosa non si è ritrovata e di questo se e fatto depositario il sr. Giacomo Bionneau eonselo di sua Maesta xpianissima con obbligarsi a conservare e consi- gniare il tutto acchi appartenera et in fede de la verità si e fatto il presente inventario in pr.ntia del R. Pre’ fra Lione trapanese cappuccino di ms. Bartholomeo Summa mercante venetiafno] de Guiglelmo e Giuseppe Borgal fratelli, di Don Lorenzo prete e Gio. Maria tassone chiamti per testimoni l’anno mese et giorno suso ditto.

18. - Lettera di fra Filippo da Rocca Contrada all'Arciconfraternita in cui riferisce dell’assistenza approntata agli schiavi durante la pestilenza che va ormai estinguendosi. - Algeri 30 giugno 1585.

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Lettera di fra Filippo da Rocca Contrada all'Arciconfraternita in cui riferisce dell’assistenza approntata agli schiavi durante la pestilenza che va ormai estinguendosi. - Algeri 30 giugno 1585.
(Mazzo G, jasc.4, fi.123-124)
Molto Ill.ri Sig.ri
se bene ho scritto per li giorni passati per bona straordinariamente alle SS. VV. Ill.ri sopra la morte della buona memoria del nostro p. fra Pietro et mandateli in scrittis la sua morte, in ogni modo mi pare replicarla per quest’altra mia, se- pur l’altre ancora non fossero capitate, dunque, morto di peste el buen padre,, sig.ri ancora non mi posso consolare, el grande frutto che ha fatto e stato incredibile, non è possibile mai abbastanza esplicarlo per Ire, nè tampoco abbocha,. sig.ri av.ante che morisse mi raccordò molte cose, fra l’altre, ch’andasse innanti la: limosina et charità che si fa per li poveri schiavi appestati, et in fatti sig.ri le SS. VV. non possevano spender meglio, certificandole, che nessuno denaro non è uscito fuori di Roma meglio impiegato, nel rescattare li poveri schiavi, et in far così pia et santa opera alli poveri appestati; se mandarano alle SS.VV. se non adesso, un’altra volta quanti poveri schiavi appestati sono campati per questa santa elemosina, che senza questa se ne seriano morti senza bavere un pocbo d’aqqua con
tutto che liebbino ogni sorta di charità ne sonno morti da tre cento, li vivi fin adesso sono da cinquecento e ben vero sig.ri che la peste incommincia à mancare, così è solito in questa terra d’Algieri al principio del sole leone, si sarà, se però el Sig.re non volesse di gran [parola illeggibile] cattigarci, che lo meritamo, sig.ri sopra una tal carità che si fa, si sono deputati hom. da beni, et fideli, fra quali ve ne sono alcuni che fanno la charità col p.mio alcuni senza p.mio; q.lli che s’affatigano, come sono barbieri cocinieri et spenditori, questi meritano esser riscattali; si come verranno li redentori vederanno per esperienza tutti questi che s’affatigano oltre che sono poveri schiavi sono meritevoli d’esser riscattati; la charità che fanno, et la fatiglia che sopportano ne causi siano aiutati; sia laudato il Sig. che ogni cosa succede prosperamente se bene el Sig. ci ha tolto el padre fra Pietro, e stato con volontà del Sig.re così è stato spediente per l’anima sua, liavendo q.sto popolo supplicato la maesta divina et con voti et con orationi et lacrime et digiuni, et per questo Dio è stato servito; io me ne sto in casa molto afflittone.
Già me disse el medico del Re ch’io non andasse più fuori di casa, per questo me ne sto esercitando la confessione in casa, uno solo sacerdote sta in piede, questo supplisce quanto può, tutti gli altri sono morti; è ben vero che Re ne tiene quattro ma stanno in galera, nè vuole che eschano fuori. Sappino in oltre le SS.VV. che sono arrivati hora molti poveri schiavi delle galere del papa forse da cinquanta, il padrone loro è murad-rais, quelli poverelli esclamano d’esser tutti reschattati; molti ve ne sono soldati; molti havevano finito il tempo, et molti q.asi amalati per tante fatighe et bastonate che hanno haute; e una bella gioventù hanno bisogno di riscatto particolare, per ciò molti et molti giovani lesti et honorati fra quali ve n’è uno cavaliero d’Ascoli addimandato il Cavaliero Curtio Falconieri: questo non aspetta aiuto da casa sua, e, ben vero ch’io scrivendo al papa di molte cose come scrivo a ms. Ludovico gli tocco di questo cavaliere per esser stato alcune volte cortigiano, mentre era cardinale, et senza dubio darà ordine si riscatti; et si però non si ricordasse S.Stà bisognarà che le SS.W. la riscattino il suo riscatto sarà duecento scudi d’oro si come li rendentori farano esperien- tia, perchè la buona memoria del padre diceva se tornava à Roma, che voleva parlare al papa, che non era cosa da Capuccino star in Algieri, per la poclia osservanza della Regola in quanto al riscattar et posser vivere poveramente in longo senza ricorrere alla pecunia, per questo son mosso a scrivere a S. Beatitudine; dunque le SS.VV. lll.me daranno la Lra a chi pare alle SS.VV. et altre cose così honeste, del resto facci de me Dio benedetto quello che sia servito, mi contento de ciò che Dio me manda: et mi contento, mi sia lassato intendere per consolo (?) per partire, ma quelli poveri schiavi mi hanno indotto (?) a compassione, sì che aspetto ms. Ludovico et il sig. Decano et che aviso daranno li miei prelati, et le SS.VV. Ill.ri per non fastidirla lasso da parte alcune cose per ciò così poco disposto, può bene che la peste manca assai; et per questo venghino però che coll’aiuto de Dio saranno guardati de [parole illeggibili] ma che portino denari; sa bene ms. Lodovico à quanti figlioli et giovani il buon padre babbi promesso la libertà per esser (?) degni de aiuto, acciò non rineghino sì che le SS.VV. man- darano in effetto quanto scrisse alloro el padre. Non altro Nostro Sig.re conceda felicità et mantenghi in sua santiss.a grazia le SS.VV. molto Ill.ri.
D’Algieri il di 30 di giugno 1585.
D. VV.SS. Molto Ill.ri aff.mo et minimo
fra Filippo dalla Rocca Contrada capuccino

17. - Brevissima lettera di fra Filippo che, a quanto pare, ne accompagnava un’altra diretta forse ai suoi Superiori. - Algeri 10 giugno 1585.

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Brevissima lettera di fra Filippo che, a quanto pare, ne accompagnava un’altra diretta forse ai suoi Superiori. - Algeri 10 giugno 1585.
(Mazzo G, fasc.4, ff.121-122. Non è la grafia di fra Filippo. Probabilmente- trattasi di una copia).
Mando l’inclusa come le SS.rie VV. Ill.ri vedranno, saranno contenti per charità darli recapito non sapendo come altrimenti fare per farle venire secure, e me perdonino del fastidio. Per l’altro scrittoli pjer il medesimo passaggio, e con l’istesso pligo l’ho avvisate di quanto occorre, e perciò questa non sarà per altro, con che fine alle SS.VV. mi raccomando e pregole dal Sig.re ogni contento, e salute.
D’Algieri li X di giugno 1585.
DD. SS.VV. Molto Ill.ri servo et fr.ello in Xpo
fra Filippo della Rocca Contrada Capp.no

16. - Lettera di fra Filippo da Rocca Contrada all’Arciconfraternita in cui riferisce della morte di fra Pietro e della sua disperazione. - Algeri 8 giugno 1585.

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Lettera di fra Filippo da Rocca Contrada all’Arciconfraternita in cui riferisce della morte di fra Pietro e della sua disperazione. - Algeri 8 giugno 1585.
(Mazzo G, fasc.4, ff.119-120. La lettura di questa e dell’altra lettera di fra Filippo è resa oltremodo difficile dalla oscura grafia dell’autore).
Molto Mag.ci Sig.ri Ill.ri
ancor che la buona memoria del nostro padre fra Pietro per alcuni giorni passati habbi ragguagliato a pieno alle SS.VV. Ill.me per via di Spagna sì sopra il male della peste, sì della morte di Don Lorenzo Visconte et del successo di Tunisi, sì anco sopr’il miracolo del glorioso S. Rocco che tuttavia si fa sentire, per tanto lassato da banda ogn’altra cosa, che le SS.VV. hanno potuto sapere, saperan- 110 ancora et li nostri prelati con le SS.VV. un grandiss.o loro dispiacere, et io quanto dolore et affanno habbi a scrivere la p.sente, come el bueno padre fra Pietro, venerdì di sera caschò infermo di peste, che fu l’ultimo di maggio, giovedì poi ben a buon ora sei del presente mese di maggio (!) rese il spirito a Deo. Fu accompagnato il corpo con la croce avante da me et dal’altro Capuccino schiavo con il sig.re Console di Francia col sig.re Borgal, nostro mercante, con alcuni gentil’huom. et franchi et schiavi, con tre religiosi che sono restati, el molti schiavi quali tutti hanno pianto la morte del padre amaramente, tutli dico portavano candele accese, et molte torcie presentate al glorioso S. Rocco, fattolo poi mettere in una casa honorata con boniss.a sepoltura, cosa che mai più in questa terra s’è fatta. Hora sig.ri miei ill.ri quanto danno ne causi una tanta perdita al Calliverio d’Algieri VV.SS. ben potranno considerarlo, et perchè questo buon padre mai abastanza potrà essere laudato, non di meno m’è parso bene se ne facci menzione ne mando la copia alle SS.VV. Ill.re accio si legga, et lo sappi chi lo vuole sapere, come era dotato di molte belle et sante vertù, in dove (?) si son fatti et adoperati tutti li remedii possibili sopra tal infettazione, li medici del Re sono venuti, si son fatte orationi molto ferventi con pianti e sospiri da dovere et con voti finalm.te non semo stati esauditi, ò che havemo addimandato con troppo affetto el senza orbine, ò che è stato meglio se ne vadi adesso, lasciando questo misero mondo, et se ne sia andato à meglior vita. Dunque sendo io restato solo non posso far non rammaricarmi; non mi posso continere, mi abborrisce il manggiare, et con tutta la mia solitudine, mi da pena ogni compagnia, et mi par haver piacere nelli sospiri •et lagrime, sia dunque laudato il sig.re, io sempre ho desiderato far la volontà di Dio, et de miei prelati et particolarmente in questo viaggio et al p.sente. Par Lene al Medico del Re el di molti nostri amorevoli ch’io non vada più a confessare li poveri schiavi apestati, per esser io stato col padre di et notte acciò sendo
io mezzo infetto, non caschi, per questo me ne starò in casa a confessare li poveri «chiavi sani; el padre avante che morisse, me disse che io avendo buona occasione «d’andare el partire per Marsiglia, saria bene, ch’io me intertenesse al nostro luo-
gho fin ch’io liavesse nova et resposta si dalle SS.VV. Ill.ri si dalli miei prelati; Li poveri schiavi non vorriano ch’io partisse, per molti respetti, digni et fondati sopra molte ragioni; con tutto questo mi sforzerò far la volontà di Dio, oltre ch’io* sempre piglierò il parere del sign. Borgal, il quale è un gentil homo molto da bene, si come sa il sign. Decano et ms. Ludovico. Il buon padre ha dato ordine che si curi (?) li poveri schiavi amalati et appestati il numero di quali cioè apesta-ti et convalescenti sarano cento in circa; saperanno le SS.VV. come s’aspetta il novo Re, et sopra di ciò il sign. Borgal ne scrive appieno al sign. Decano et à ms. Ludovico acciò sappino che possino conferire con le SS.VV. lll.me. Altro non so che me li dire se non che io restando qua cercharò far sempre la volontà di Dio et scoprire la volontà de miei prelati; del resto facci nostro Sig. Dio quale conservi in sua santiss.a gratia le SS.VV. lll.me et vivano contenti, d’Algieri il di.
8 di Giugno 1585.
D. VV.SS. Molto lll.me Humiliss.o fr.ello in Chro
fra Filippo dalla Rocca: Contrada Capuccino

15. - Lettera di fra Pietro all’Arciconfraternita in cui riferisce della pestilenza diffusasi ad Algeri, della morte in Tunisi di don Lorenzo da Siena, e delle difficili condizioni in cui si trovavano egli ed il confratello. - Algeri 22 maggio 1585.

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Lettera di fra Pietro all’Arciconfraternita in cui riferisce della pestilenza diffusasi ad Algeri, della morte in Tunisi di don Lorenzo da Siena, e delle difficili condizioni in cui si trovavano egli ed il confratello. - Algeri 22 maggio 1585.
(Mazzo G, fasc.4, ff.114-115. Anche di questa lettera la lettura è stata resa difficile dallo stato di conservazione del ms.).
Molto 111. S.ri
Hoggi si partì di qua una saietina del s.re Guglielmo Borgal per Marsiglia la quale sarà di ritorno il mese di luglio prossimo, non qua in Algieri ma qui vicino imperoche in Algieri è la peste et da quattro giorni in qua si è molto augn- mentata; non si spera melioramento sino all’entrar del sole in leone; è morto ms. Tittiniano da Fermo già ricattato da noi, un’altra donna ricattata dal s.re Decano, et un pre Cappuccino schiavo per nome fra Francesco sardo della provincia di Palermo.
Non si manca di provedere a poveri schiavi delli loro bisogni nel miglior modo si può parte de danari trovati per elemosina, et parte con danari lasciati dal s.re Decano e ms. Ludco nella loro partenza, ma non bastaranno, perchè ogni giorno bisogna provedere a cento infermi et più, perche tuttavia cresce il male.
Da Tunisi ho avuta relatione come i danari in contanti d. ms. Don Lorenzo da Siena quale è stato amazzato come per una mia scrittali per via di Valenza havranno inteso, ascendono alla somma di undici millia scudi, et la mercantia ascende al valore di sei millia, et quattro millia ne liavea di credito con li Turchi da esso riccatatti.
Tutte le d.te partite forche l’ultima sono state depositate da Gianizari in Tunisi per restituirli a S. Sta. Hor stando che qui è la peste et a Tunisi vi è questa quantità de danari possono le SS.VV. supplicar a S.Sta. che applichi alla Compagnia questi danari et mandare uno in Tunisi per essi, quale cessata la peste qua se ne venghi et impiegansi nelli riccatti, avertendo però che se ms. Don Lorenzo lia- veva danari de particolari cercar haverne notitia, et darne avviso. Il mandar altri redentori divisi dalle SS.VV. non è se non moltiplicare disordine, et far augumen- tare il prezzo de schiavi.
11 modo di reccuperar facilm.te i danari di Tunisi è questo, ottenere Ire dal bailo de Turchi in Ancona, et con q.lle venirsene in Tunisi: overo quando questo non succeda mandar ordine di sua Stà a me che li recuperi perché il Re dal Algeri è persona di recuperarli se si li danno dieci per cento: ma acciò le SS.VV. liabbino piena relatione di questo negotio di Tunisi ho riccatato il p.nte ms. Francesco altre volte ser.re delPIll.re S.re Franc.co Viscina il quale si è ritrovato alla morte del d.o ms. don Lorenzo et sa minutam.te come è passato il negotio, et è pratico molto in Tunisi: et le SS.VV. se ne potranno valere in darlo per compagno a quello che andarà in Tunisi. Perchè siamo debitori di cinque in seicento scudi per schiavi presi su la parola et perche si farà spesa per questi poveri apestati, quali moririano come animali se questo aiuto delle SS.VV. non li aiutasse: è necessario dar ordine di provedere mille scudi quali inviaranno quanto prima in Marsiglia alli Spinao et Borgal di Marsiglia per mandarli in Algieri in mano del S. Guglielmo Borgal di Algieri, hora la saetina che si partirà questo luglio verrà in Barbaria non in Algieri perchè vi è la peste, ma qui vicino di dove darà aviso et inviarà il danaro: non bisogna per modo alcuno restar di mandarci questi mille scudi perche si perderebbe quanto credito habiamo acquistato, et il bene che si è causato si convertirebbe in male perche già cominciano a mormorare che la elemosina non verrà più per la peste et che S.Stà non vorrà mandare danari se p.a non riccupera quelli di Tonisi. Dimodo che mandando i mille scudi si supplirà a debiti et le SS.VV. non saranno tenute mandare altre elemosine finche duri la peste. Io col compagno vivo (?) de elemosine con quella strettezza che si fa nelli conventi talché non è necessario far alcuna provvisione per noi doi, ne impetrare da sua Stà dispensa sopra la regola: ma perchè mi è necessario come redentore promettere, obbligar la Compagnia, et intervenire in comprar schiavi et far obblighi essendo questo contro la regola è neccessario un Motu proprio di S.Stà di poter far tutto q.llo che si apar- tiene a redentore, ma in quanto al vivere nro non si impetri alcuna dispensa perchè è neccessarissimo con questi mori servare la regola al più che portono le nre forze: et perche si sono mandati il S.re Decano et ms. Lud.co per le ragioni da me scritte è neccessario incorporar il S.r Guglielmo Borgal nella compagnia, farlo uno delli Redentori che possa tutto quello che potevano il s.re Decano et ms. Lud.co. Hora non mi intrometto ne in compre, ne in promesse, ne in cosa alcuna ma solo in attendere alle confessioni et alla cura delli apestati. E’ benvero che Io ho pregato un’amico (!) mio che si contenti prestar a ms. Franc.co sessanta scudi nec.i (?) per il suo riccatto quali se bene non mi sono obligato a restituirli per non poter far io lai obligo prego pero le SS.VV. volerli farceli boni, poiché l’ha fatto a contemplatione della compagnia per far a me questo piacere di liberarlo accio lo mandassi alle SS.W. a ragguagliare del negotio di Tunisi. Ho detto che procurino le SS.VV. un motu p.pio di S.Stà che Io possa fare q.lli oblighi che si convenghino a Redentori, q.sto se intende in questo mentre che verranno il s.re Decano et ms. Lud.co perche il desiderio mio è di non intervenire in conti ne in compre ma sol attendere alle cose spirituali, il che è un grand.mo carico et maggior di quanto comportano le mie forze; molti renegati vogliono tornar alla fede et molti che si volevano far Turchi non si fanno; et i renegati ci fanno delle elemosine dimodoché l’attendere alla conversione delle anime è una grand.ma impresa. è successo un miracolo molto notabile come se manda relatione alle SS.VV. per questo miracolo habbiamo patito un poco di persecutione da questi mori quali volevano romperci tutte le imagine et proibirci i sacrifici! col dire che questi nri sacrificii sono cagione della peste; insieme col comportar (?) il vendere lo vino contro la loro legge et il tollerar le meritrice; ma si sono rissoluti sol prohibire che non venda vino, et hanno rotte le botte a molti, et hanno gettate due meritrici more al mare; ma in quanto alle imagini et alle messe non hanno fatta altra no-
vita, credo però che la faranno, perchè non havendo queste loro provisioni fatta eessare la peste diranno che bisogna proliibirci le messe, il che se faranno spero elie i boni christiani non li ubidiranno ma più tosto vorranno morire per voler ubidire a Dio elle vivere per voler temere il mondo; supplico le SS.VV. perchè il negotio importa far far qualche oralione publiea per noi altri poveri christiani di Algieri acciò il S.re ci dia fortezza di resistere con pazienza et htimillà al furore di questi barbari quali non cercano cosa maggiorm.te che spengere il colto «hristiano.
Io mi trovo tanto afflitto per il continuo confessar et visitar li apestati che non mi basta l’animo di scrivere ad altri che alle SS.VV. però esse potranno far mia scusa con quei SSri alli quali sono obbligato scriverle et in particolate al S.re Decano et ms. Lud.co et alli pri uri Superiori Cappuccini se mi potessero mandar la rissoluzione delli casi che Io li scrissi ini sarebbe di giovamento (?). Inseme le prego a mandarmi la rissolutione del p.nte caso. Che N.S. le conservi in sua s.ta gra. Di Algieri il di 22 maggio 1585.
Delle SS.VV. molto Ill.me servo nel S.re
fra Pietro piac.no cappuccino

14. - Lettera di fra Pietro al sig. Ludovico Felix di Marsiglia in cui riferisce l’inizio della peste ad Algeri e le difficoltà in cui si trova. - Algeri 22 maggio 1585.

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Lettera di fra Pietro al sig. Ludovico Felix di Marsiglia in cui riferisce l’inizio della peste ad Algeri e le difficoltà in cui si trova. - Algeri 22 maggio 1585.
(Mazzo G, fasc-4, ff.112-113. La lettera risulta di difficile lettura per il suo stato di conservazione).
Molto mag.co Sig.re
Per la Ira che gl’ho già scritto m’haverà inteso come restiamo debitori di ¦cinque o seicento scudi, alli quali scrivo alli SS.ri del Confalone diano provisione ¦col farli rimetter alli Spinao e Borgal di Marsiglia quanto prima, ciò è con la saiet- tina delli detti; Hora perchè qui è la peste, e si dubita che sia per durar, poiché di quattro giorni in qua è molto augumentata, dal che nascerà ch’el commercio ces- sarà e non potendo noi supplire a quanto s’è promesso ne seguirebbe gran danno al negotio che si [parola illeggibile].
Pertanto prego V.S. con ogni diligenza e prestanza inviare le presenti in Roma a fine che diano l’ordine di detti denari avanti la partita della saiettina. Le raccomando il presente ms. Francesco a favorirlo di buon passaggio questo poiché
lo mando à posta à Roma à ragguagliar S.S.tà d’un caso occorso in Tunisi come da esso intenderà, et è occorso miracolo molto notabile, nel quale se ne manda rela- tione; e perchè questi mori hanno fatto tumulto contra christiani di volerli abru- giar l’imagini de santi et impedirli le messe, se dubbita di qualche persecutione, per il che prego V.S. raccomandarci universalmente Foratione di tutti à fine il Sig.re dia a noi poveri christiani d’Algieri patientia et humiltà per resistere al furore di questi barbari; se degnerà in particolare raccomandarmi alli padri cappuccini col darli copia della presente relatione del miracolo; Di più la supplico con gli ordini di Roma mandarci lettere di S. Xpianissima M.tà e del Gran Priore, al Re et al Agà di giannizzari; Item farà anche favore di rengratiar per parte mia il s.r Bionneau Padre del s.r Console qui delle molte cortesie ricevute dal s.r Vice -Console suo figlio, al quale habbiamo sempre a ristar con infinito obligo. E con •questo à V.S. m’offro, e racc.o.
D’Algieri li 22 di Maggio 1585.
d. V.S.M.M. servo nel Sig.re
fra Pietro piacentino cappuccino

13. - Lettera del vice-console di Francia ad Algeri Jacques Bionneau all’Arciconjraternita in cui raccomanda il mercante veneziano Bartolomeo Somma. - Algeri 29 aprile 1585.

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Lettera del vice-console di Francia ad Algeri Jacques Bionneau all’Arciconjraternita in cui raccomanda il mercante veneziano Bartolomeo Somma. - Algeri 29 aprile 1585.
(Mazzo G, fasc.4, ff.110-111)
111.mi Sig.ri e Padroni miei osser.mi
Vado considerando molto bene per debito, et obligo mio ogni utile, e benefitio che far se possa in vantaggio del’elemosina del’Archiconfraternità loro, et in effetto trovo che con ogni facilità se potria remediare, all’interessi che se patono- per non haver persona prattica nelli negotii, e trafichi di questa terra, e che sappia anche conoscere li stravaganti humori di queste barbare nationi; Però il S.re Gio. Sanna Decano, et il s.re Ludovico Giumi romano, le daranno pieno ragguaglio, d’un povero mercante venetiano che se trova qui chiamato ms. Bartolomeo Somma, quale per esser molto prattico et huomo da bene, me è parso proporlo alle SS.VV. lll.me. Il che non farrei se io non lo conoscessi molto bene, supplicandole a prevalersene, e darle alcuna industria con alcuna provisione convenevole, ch’oltre il vantaggio, et l’utile che l’Archiconf.ta sentirà, io le ne resterò con perpetuo obligo, offerendomi sempre pronto in ogni loro servigio, et occasione; Con che pregandole dal S.r Iddio ogni maggior contento, e grandezza le fò reverenza c bacio le mani.
D’Algieri li XXVIIIJ d’Aprile 1585.
DD. SS. VV. lll.me Hum.mo Ser.re
G. Bionneau consul

12. - Copia di lettera di fra Pietro al sig. Ludovico Felix di Marsiglia in cui si sollecita l’invio di denaro ad Algeri. - Algeri 27 aprile 1585.

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Copia di lettera di fra Pietro al sig. Ludovico Felix di Marsiglia in cui si sollecita l’invio di denaro ad Algeri. - Algeri 27 aprile 1585.
(Mazzo G, fasc.2, ff.27-28. Il testo segue nella copia quello della precedente lettera del 25 aprile).
Per gratia del Sre siamo giunti à salvam.to habbiamo ottenuti li salvi condutti del Re e fatto già di riscatto di 30 persone in circa quali mandiamo à Civita Vecchia con l’occasione di un vassello che ci va. Il s.r Decano e il s.r Lodovico vanno à Roma con li schiavi e io resto qua perche essendovi principio di peste non ho voluto abandonare questi poveretti in questa lor necessità; Habbiamo trovato schiavi quasi scordati del viver christiano, e particolarm.te quasi scordati della con- fess.ne. Imperoche vi erano liuomini che per 30 anni non si erano confessati, ora con la gratia del Sig.re si sono redutti a penitenza gli habbiamo trovati sconsolati e quasi in desperass.ne per non vedere alc.a sorte di provisione per aiutarli; ora con questa poca elemosina hanno alquanto respirato stando in speranza che babbi- no da essere recattati, molti renegati sono tornati alla fede se bene stanno occulti aspettando occasione di fuggirsene, e molti che haverebbeno renegati stanno fermi havendo mutato il lor mal proposito in bene, si spera quando questa elemosina andasse innanzi si farebbe gran frutto per la nra fede piaccia al Sig.re ispirar chi può a favorire questo negotio; Il s.r Borgal non volse accettare la Ira, però si scrive- no le Ire à V.S. e à s.ri Bandini nel modo che vedrete acciò il guadagno che haveranno fatto i denari sin la succeda in luogo delli interessi che habbiamo pagato. Prego V.S. caso che le nre Ire non stesseno bene supplire in modo che il s.r Borgal non patisca ma habbi il suo denaro che ha sborsato altrim.te ci correrebbe più
di 30 per 100 si è escednto la somma di 300 milia (!) perche ci hanno fatto comprar nel ult.o alcuni schiavi di più, qual non pensavamo di ricattarli. Da [Roma] ci scriveno che rimetteno mille scudi di più, se questo sarà vero ci sarà denaro- à bastanza per supplire al s.r Borgal.
Inoltra perche habbiamo preso alcuni schiavi sopra la parola ci converrà pagarli fra 3 o 4 mesi pertanto il resto de denari che haveranno in mano o Ys. o quelli di Lione diamo ordine che siano pagati in mano alli Borgal di Marsilia per una convensione fatta fra noi che se il denaro sarà sborsato in mano loro, hora il s.r Borgal di Algieri ci darà tre dobble e cinque aspri per scudo senza interesse,, ma che non saranno sborsati in man sua cioè in mano delli Borgal di Marsilia pagheremo oltre il benefitio della moneta dieci per cento. Da Roma verranno li ordini à V.S. e s.ri Bandini di lione che accomoderanno il tutto in caso che questi nri ordini non valessero si che S.V. faccia pure quanto li ordiniamo perche tutto sarà rattificato da quelli di Roma, e non mi occorrendo altro con tutto il quore (!)’ me li offero e raccomando ricordando che procuri di bavere il salvocondutto di Napoli e lo inviare ò a me in Algieri ò alla Compagnia in Roma p.che molto ci è necessario.
Di Algieri a di 27 aprile 1585.
fra Pietro piac.no cappuccino
Perche non cognosco il pre de S.r Consolo qua in Algieri non li scrivo si come desiderano delli favori che habbiamo receuti però V.S. fara questo offitio in farli sapere come ci ha data la sua casa, e usata molta cortesia, e per conto suo molti respetti ci sono usati e l’habbiamo trovato verso noi amorevoliss.o del che ne ringratiamo e il d.o s.r Consolo e V.S. che caldam.te ci raccomandi.
Le Ire del Gran Priore furno da noi presentate al Re in vigor delle quale ci. fu usata molta cortesia in quanto all’esser riceuto dentro d’Algieri ancorché non havessemo salvo condutto, se con la p.e saettia V.S. ci mandasse Ire del Re di Francia e del S.r Gran Priore al Re ma molto più al Cadi di Giannizzeri sarebbe- no di molto aiuto, e ben vero che questi Turchi non cercano se non l’utile loro, e non stimano ness.o dove ci corre li interesse loro e in fine non hanno ale.a creanza tuttavia non possono se non giovare che se bene tutti non ne fanno molta stima, pure qualcuno l’apprezza però il mandarcele non è se non bene, e qui a V.S» mi racc.do di tutto core di Algieri il di 27 aprile 1585.
[Segnata come di sopra],

11. - Lettera del vice-console francese ad Algeri Jacques Bionneau all'Arciconfraternita in cui esprime il suo compiacimento per l’opera che i padri cappuccini svolgevano. - Algeri 26 aprile 1585.

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Lettera del vice-console francese ad Algeri Jacques Bionneau all'Arciconfraternita in cui esprime il suo compiacimento per l’opera che i padri cappuccini svolgevano. - Algeri 26 aprile 1585.
(Mazzo G, fase.4, ff.108-109)
111.mi SS.ri e Padroni miei osser.mi
Non potrei esprimere alle SS.rie VV. Ili .me il gran contento, e sodisfattione, clie ho preso dalla venuta di questi Rever. Padri Cappuccini, e sig.ri mandati da loro a fare un’opra tanto pia in rescattare tante anime meschine sì fattamente tri- bulate da queste barbare nationi, tanto più, che son degnati favorirmi in accettare la mia Casa per loro alloggiamento, e prevalerse della mia autorità datami dal Re Christianissimo mio Signore, quale me rendo securo bavera molto à charo sentire sì gran favore fatto ad un suo ministro, et Ambasciatore, e desidero che in tutto il tempo che haveranno da tenere qui suoi Redentori, sempre la mia Casa sia à loro uso et serv.o et io le prometto di despensare ogni mia fatica in loro agiuto et adoprar la potestà del Consolato in ogni occasione che se le porgerà; Trovasi qui schiavo un Dottore del Stato ecc.co in tanta miseria, e calamità, che l’è cosa incredibile per li continovi stradi che li vengono fatti dal tiranno di suo Padrone, e non si è possuto liberare per il prezzo limitato dalla loro Archiconfraternità, supplico le SS.rie VV. Ill.me à degnarsi per amor mio scrivere un visto (?) di Ira al Rever. fra Pietro Piacentino ch’è restato qui voglia ad instantia mia e per amore d’iddio liberare questo povero gentil’huomo, certificandole che il tutto re- ceverò fatto nella persona mia propria, e le ne restarò con perpetuo obligo, offerendomi per loro serv.o pronto in ogni occasione.
Con che pregandole dal S.r Iddio ogni contento, e felicità con ogni devotione le fò riverenza, e bacio le mani.
D’Algieri li XXVI di Aprile 1585.
DD. SS.rie VV. Ill.me Ser.re Hum.mo
G. Bionneau consul

10. - Copia di lettera collettiva dei Redentori al signor Ludovico Felix di Marsiglia con notizie relative alla lettera di credito ricevuta. - Algeri 25 aprile 1585.

10
Copia di lettera collettiva dei Redentori al signor Ludovico Felix di Marsiglia con notizie relative alla lettera di credito ricevuta. - Algeri 25 aprile 1585.
(Mazzo G, fasc.2, f.27)
Molto Mag.co Sig.re
Nella Ira che V.S. ci diede vi si è ritrovato un grosso errore, imperò che dovendo essere Ira di credito semplice come si sogliano fare quando si sborsa il denaro o se da segurta, s’è trovato che è condissionata cioè se così piace al 6ig.r Borgal come più chiaro appare in detta Ira p. il che esso sig.r Borgal non l’ha voluto accettare il che è stato à noi di molto scomodo e travaglio; Per tanto ci è stato necessario far altra pratica, pigliar denari à interesse, nella qual pratica offerse il s.r Borgal à 10 p. 100 oltre il guadagno della moneta, questi denari dunque quali noi pigliamo, e p. nova convens.ne fatta con esso e p. novo accordio, essendo dunque detta Ira di credito nulla le Ire che facessimo à V. S. alli s.ri Bandini ancora hanno da essere nulla e conseguentem.te li tre milia scudi vengano à essere restati in mano delli s.ri di Lione sino al giorno d’hoggi à benefitio della Compagnia, e non di V. S. ne del Borgal, ora p. che il Borgal vuole essere in libertà di ricevere li denari in Lione ò in Marsilia, habbiamo dato ordine à quelli di Lione che ne li paghino presentandoli la nra, ma volendoli in Marsilia scriviamo à detti di Lione che li rimettino in mano di V. S. e fra un mese li habbia da pagare non occorrendoci altro à V.S. tutti di buon quore (!) ci raccomandiamo.
Di Algeri li 25 aprile 1585.
D. V. S. molto Mag.ca p. semp. servirla
fra Pietro Gioanni Sanna

9. - Lettera di fra Pietro all’Arciconfraternità in cui riferisce delle condizioni materiali e spirituali degli schiavi. - Algeri 20 aprile 1585.

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Lettera di fra Pietro all’Arciconfraternità in cui riferisce delle condizioni materiali e spirituali degli schiavi. - Algeri 20 aprile 1585.
(Mazzo G, fasc-4, ff.106-107)
Molto IH. SS.ri
se bene le SS.VV. molto 111. daranno piena fede al Decano et ms. Lud.co tuttavia per maggiore sodisfatione loro, le dico che gli schiavi in questa citta arrivano al n.o di 25 milia; quali stanno in grand.ma afflittone, poiché gli è denegato il vitto neccessario, angariati in diversi modi, et privi delli aiuti spirituali per l’anime loro, talm.te che trovandosi quasi in desperationi molti facilm.te rinnegano affatto, altri ritengono il semplice nome del christiano ma del resto vivono come se la legge christiana ad essi non appartenesse, di modo che il riccatargli è opera non solo bona ma neccessaria, poiché se si piantara questa opera della Redentione tutti pigliaranno conforto e speranza, per il che non rincgaranno più così facilm.te anzi molti renegati tornaranno, si come già alcuni me ne hanno parlato; et questo poco principio che si è dato hora ha confirmato molti giovaneti e molte citelle, che più tosto vogliono morire che farsi Turchi, supplico dunque le SS.VV. molto 111. abbracciar questa opera con tutto il cuore, et dar piena fede al Sr. Decano et ms. Lud.co cercando di spedirli quanto p.a et con bona soma de danari, acciò in tin viaggio si facci quel che in doi si farebbe.
Quando Io cognoscerò col proprio sangue poter aiutare questa opera, non inan- carò di esibirmi a spargerlo, ma vedendo che più tosto per la mia insufficienza la impedisco, oltre che alla Religione nra col tempo può assai pregiudicare, supplico le SS.VV. molto 111. mandare un’altro(!) in mio luogo, quale possi fare quello che tanta opra ricerca; sarei venuto hora con questi schiavi, ma perche vi sono molti christiani amalati non ho voluto abandonarli sintanto che le SS.VV. provenghino d’altro, oltre che al Sre Decano et a ms. Lud.co è parso che il restar mio qua sia per dover essere in soddisfatione delle SS.VV. sin che mandino altro.
Il Sr. Decano è bonissimo instrumento per questa opera, per essere di bo- niss.a conscienza pieno di charità tutto impiegato a beneficio de poveri schiavi, et è stato causa che la Compagnia ha sparagnato qualche centenaro de scudi che si sarebbono pagati de interessi per bisogni che sono occorsi alli quali egli ha suppliti con li suoi proprii danari, prego dunque le SS.VV. farne stima e farne gran capitale perche gioverà molto al negotio, oltre che serve nelle confessioni gran- dem.te per bavere molte lingue.
Ms. Lud.co si è portato molto bene, e sempre stato obedientiss.o et si è mostrato pieno di charità, et realtà, di modo che Io lo tengo per homo molto da bene che non sia per far mai fraude alcuna, ma sia sempre per reusire di bene in meglio, et è persona che dalli schiavi si fa sempre benevolere.
Viene M. Aless.ro pisano quale è stato qui schiavo, per quanto lo cognosco quà tengolo per liuomo da bene et impiegarlo in questa opra non l’ho per inconveniente anzi si havessi a dar il mio voto, direi che nessuno mi par più atto di lui, non dico di incaricarlo nel negotio della Redentione ma dico l’impiegarlo per padrone di nave quando le SS.VV. molto 111. si risolvessero pigliar una saetina in tutto o in parte. L’altre cose che io gli havrei a dire le intenderanno a bocca da questi ss.ri e dalla informatione ch’io mando però solo le faccio riverenza et all’orationi loro mi racc.do.
Di Algieri il di 20 di aprile 1585.
Delle SS.VV. molto 111. servo nel S.re
fra Pietro piacentino cappuccino

8. - Lettera collettiva dei Redentori all’ Arciconfraternita che informa dell’arrivo ad Algeri, dell’udienza avuta dal Pascià e delle condizioni degli schiavi. - Algeri 26 febbraio 1585.

8
Lettera collettiva dei Redentori all’ Arciconfraternita che informa dell’arrivo ad Algeri, dell’udienza avuta dal Pascià e delle condizioni degli schiavi. - Algeri 26 febbraio 1585.
(Mazzo G, fasc.4, 11.104-105)
Molto 111. SS.ri
Per l’ultimo nro avviso da Marsiglia havranno inteso la partita nra di là; hora per questa nra intenderanno come per Dio gratia habbiamo avuto boniss.o passaggio, et alli 20 del pnte arrivassimo in Algieri tutti con sanità, et fussimo ricevuti senza alcuna difficoltà sotto il salvacondotto et Ire del Gran Priore di Pranza. Accio le SS.VV. molto IH. habbiano piena informatione del negotio, hanno a pre- suponere che gli mercanti quando portano dinari o mereantie in Algieri pagano undici e mezzo per cento et se comprano schiavi pagano dodici per cento nel uscire. La redentione di Portugallo e di Spagna paga nell’entrare undici e mezzo per cento, et nel uscire tre o quattro scudi per schiavo, sono però tenuti comprar dodici schiavi dal l\e et quasi altrettanto dalli suoi offitiali a cento scudi per schiavo: se bene appare che la redentione di Spagna per ogni mille scudi compra uno schiavo dal Re: et non da altri, et sono tenute portar presenti al Re, senza gli quali non sariano benvisti ne facilm.le potrebbero trattar i fatti loro; la redentione di Napoli dice che ella non paga se non sei e mezzo per cento, et non è tenuta a comprar se non quelli schiavi che le piace, et non paga per l’uscita del schiavo se non doi scudi et doi terzi.
Gli Turchi non sogliono tener copia dei salvicondotti ne originali, di modo che non si può provar che la redentione di Napoli habbi le suddette esentione, se non si esibisce il salvacondotto concesso a d.a redentione; et perche il Redentore suo è morto non si sa dove sia salvocondotto, si crede però per via di Bona o di Tunisi haverlo, o per via de mercanti di Marsiglia.
Il Re si è molto maravigliato perche non gli si è portato presente, et siamo venuti senza denari, per il che con difficoltà si è avuta audienza: poiché così è usanza di presentarlo. Questo Re è tanto avaro, et tiranno, che si crede costui esser il più crudele che sia stato in questa città a recordi d’huomini. astutiss.o et cerca cavar danari da tutti non portando rispetto a veruna persona, però con difficoltà l’habbiamo acquietato. Nell’udienza che ci diede, quale fu pubblica alla presenza de suoi consiglieri, et ci rispose per interprete fu concluso che a noi sarebbe concesso sol quello che si conciede all’altie redentioni et non di più ne di meno. Hora noi havendo informatione che quella di Napoli ha miglior conditioni nel pagare, habbiamo accettato il partito di pagar come quella purché ci conceda l’altre conditioni che noi ricercamo. Il Re disse che non era vero che quella di Napoli habbi miglior conditioni; si le rispose che se non era vero, si trattasse novo accordo, se era vero, che accettavamo il partito fatto con quella: doppo molte difficoltà alfine si è ottenuto il salvocondotto con le conditioni quali si mandano alle SS.VV. del che ne habbiamo a ringratiar la misericordia divina che habbi piegato questo core a tali conditioni : è pero necessario haver il salvocondot.to di Napoli, pero le SS.VV. potranno scrivere a Napoli, et quante informationi havranno inviarle in mano del S. Felix in Marsiglia, noi di qua cercarono di averlo: presuposito che non si possa havere già i Turchi non avendogli originali ci sarà necessario pagar come l’altre e comprar i schiavi del Re et dall 'altri offitiali: hora con tre millia scudi non si può manco supplire alle compre de suddetti schiavi con
l altre spese che ci corrono; però bisogna per necessità che se noi vogliamo ricca- tar quelli schiavi che ci sono dati in lista che ci rimettino in Marsiglia maggior somma de danari, et in oltre non si può evitare di non far qualche presente al Re.
Ho inteso in Marsiglia che ms. don Lorenzo procuratore delli Pr. della Trinità ha molta soma de danari, se li piacesse passar sotto il nro accordo tornarebbe grande comodo alli schiavi senza suo pregiudicio, perche se si scoprino essere due redentioni, vorranno doi presenti, et bisognara da tutte due comprar schiavi dal Re, et dalli suoi offitiali; che se saremo sotto il nome d’una sola redentione, basta- rebbe un presente solo, et una sola volta si comprarebbono gli sudetti schiavi: pur in questo ci rimettiamo alle SS.VV. ne intendiamo voler inovare cosa veruna ma sì le SS.VV. non pigliano questo partito, gli è necessario pigliar l’altro, cioè mandar presenti, et maggior soma de danari in Marsiglia.
Il numero dei schiavi è ventiduemillia, et la maggior parte dell’Italia, et grand.mo numero del Stato ecc.co: Il modo d’aiutarli tutto dipende dalle SS.VV. poiché i mercanti più tosto hanno dato danno che utile, poiché non si sono curati di pagar molti aggravii, purché a loro venisse qualche utile. Le redentioni vengono poche volte et di più pochi schiavi riccatano, perche gran danari si spendono in cose superflue, et hanno lasciato correre molte male usanze alle quali non si può hora remediare: et hanno inalzato il prezzo di modoclie hora difficilm.te si fanno i riccatti.
Il non aver noi portato il nro danaro in Algieri ci è stato di grand.mo giovamento se lo portavamo tutto andava speso in aggravii, et noi disprezzati et maltrattati. hora che habbiamo ottenute le conventioni, cominciaremo a pigliar informatione delli schiavi trattar le compre, et cercar quei maggiori avantaggii sarà possibile; pur quello che siamo per fare delli tremillia scudi noi stessi anco non lo sappiamo: si bene hora ci par quasi neccessario non lo movere sin (?) a questa Pasqua nel quale tempo speramo che le SS.VV. havranno augumentato la somma: et qualchuno di noi a quello tempo si trovarà in Marsiglia, per far riccapitar qua il danaro: perche questa è una terra piena di bugie et de fraudi non potiamo hora assicurarsi di saper qualche verità tanto certa che ci potiamo far vero fondamento in dar altri ragguagli alle SS.VV. per altra occasione più minutam.te le scriveremo, molte cose sapranno da questi schiavi che hora venghino, et non ci occorrendo altro le facciamo riverenza, pregandole a far fare continue orationi per noi et haver grande compassione a questi schiavi procurando di sovenirle in quel più
che potranno et N. S. le conserva in sua Sta. gratia
Di Algieri il di 26 di febb.o 1585.
Delle SS.VV. molto servi nel Sig.re
G. Sanna fra Pietro fra Filippo
Io Ludovico Giumi

7. - Lettera di fra Pietro all’Arciconfraternita che informa della prossima partenza per Algeri. - Marsiglia 1° febbraio 1585.

7 Lettera di fra Pietro all’Arciconfraternita che informa della prossima partenza per Algeri. - Marsiglia 1° febbraio 1585.
(Mazzo G, fasc.4, ff.131-132. La presente lettera non segue nella sua collocazione l’ordine cronologico).
Habbiamo aspettato tutto il mese di Gen.o in Marsiglia il vento propitio per poter passare in Algieri: hoggi per gra. del S.re ha cominciato un poco di maestrale bono per la nra navigatione, pero se imbarcamo hora, se il vento p.severa noi seguiremo il viaggio se si mutaranno in altri venti noi ritornaremo, et di mano in mano avvisaremo d’ogni cosa le SS.VV. molto lll.me alle quali per hora non si scrive altro poiché per altre Ire si gli è scritto quanto ci occorreva, preghino il S.re che ci presti il suo favore poiché tanto il passaggio in questi tempi, quanto il negotio stesso ha bisogno d’aiuto particolare del S.re per condurlo a bon porto: quando lo scriverò a V.S. S.re Ulisse et a V.S. S.re Carlo Ire particolari con particolari avvisi, le SS.VV. si contentino rispondermi con Ire a me dirette, et non faccino mentione nelle Ire comuni di quello che a me risponderanno, perche così richiede il fatto.
Tutta la compagnia di noi sta bene, unita, d’un volere, et a tutte le SS.VV. con ogni hnmiltate se le racc.mo et Io particolann.te che si degnino di accompagnarci con continue orationi.
Di Marsiglia il di p.o di Febraro 1585. Delle SS.VV. molto 111.me
servo nel Sig.re fra Pietro piacentino capp.no

6. - Lettera collettiva dei Redentori alVArciconfraternita che replica le notizie della precedente e riferisce della conoscenza fatta con il mercante Antonio Lencio. - Marsiglia 20 gennaio 1585.

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Lettera collettiva dei Redentori alVArciconfraternita che replica le notizie della precedente e riferisce della conoscenza fatta con il mercante Antonio Lencio. - Marsiglia 20 gennaio 1585.
(Mazzo G, fasc.4, f.98)
Molto 111 .ri SS.ri
Habbiamo ricevuto la Ira delle SS.VV. Molto 111.ri delli 29 del passato inrisposta delle due nre. scrittale da Genova, et per essere elle responsive non richiedendo altra risposta sol le replicaremo quello che per un’altra nra le habbiamo scritto, cioè che gionti in Marsiglia intendessimo dal S.r Lud.co Felix, che egli non haveva potuto procurarci il salvocondotto per non essere stato avisato a tempo et hora volendolo procurare non si potrebbe haver sin’al ritorno d’un vassello, il qale sta ora per partirsi di qua da Marsiglia per Algieri il qual ritorno non sarà p.a di tre o quattro mesi; et che essendo noi qui infatti per non perderci tanto tempo potevamo passare con il salvacondotto del Gran Priore, questo consiglio ci parve bono, et però procurassimo Ire et salvocondotto da S. A- la quale con molta amorevolezza, celo concesse, et con esse se siamo deliberati passare, con animo di far il ricatto, se potremo ottenere dal Re le conditioni, quali noi adimandamo, et se non le potremo ottenere, ne daremo aviso alle SS.VV. si come anco le daremo aviso del prezzo de’ schiavi se escederà la tassa a noi descritta nelle instrutioni; in quanto al danaro siamo consigliati lasciarlo in Marsiglia sintanto che habbiamo stabilite le conventioni, con tutto ciò se anco ci tor- narà comodo et utile il pigliar danari da Mercanti in Algieri habbiamo comodità di farlo : le dicevamo anco che ci pareva necessario che ci mandassero credito di 300 sc.di per quelli che restaranno in Algieri et quelli che verranno a Roma et questo si fà, per non minuire la partita delli 3 m. sc.di poiché il maneggiar
qsta partita tutta insieme ci dara qualche avantaggio p. quanto dicono i Mercanti, in Algieri, quale avantaggio non ci sarebbe diminuendo d.a somma; desideramo anco una Ira di favore dal Re di Franza al Re d’Algieri poiché ci giovarà più d’ogn’altro favore; qua in Marsiglia vi è un mercante molto ricco p. nome il s. Antonio Lencio, quale è di molta autorità in Barberia et stretto amico del Re d’Algieri el è molto affezionato alla religione de pri Cappuccini, habbiamo fatto riccapito a SS. si per consiglio come p. aiuto et favore presso il Re, et ne habbiamo ottenute Ire di racc.ne; oltre Tesser stati instrutti in molti particolari che ci occorreranno. Pensiamo senza esso non potere ridurre il negotio a bon porto, poiché ha gran credito in Algieri et in Marsiglia, et gli Turchi gli portano gran rispetto, sarà necessario a noi che saremo in Algieri trattar seco p. Ire poiché si è esibito ad aiutarci et per segno ci ha offerta la casa sua che tiene in Algieri la quale abbiamo accettata perchè ci saranno usati più respetti in d.a casa che in altra, oltre che vi è comodità di dire la messa; le Ire che noi scriveremo alle SS.VV. le inviaremo p. mezzo suo, con questa occasione potranno elle dar principio a qsta nova amicitia, la quale molto ci giovarà; non lasciando però quella del S.r Lud.co Felix, poiché egli è di molta autorità in Marsiglia, et tuttavia ne ricevemo aiuto, ma nel particolare di rimettere i danari le diciamo che volendo farci credito di trecento sc.di potranno farlo in mano del S.r Felix, non già di maggior somma sintanto che siamo andati in Algieri et visto qual di questi doi ci è di più giovamento ne daremo ragguaglio alle SS.W. In quanto al nro passaggio non si aspetta che un poco di vento propitio, poiché ogn'altra cosa stà in ordine, anzi il vassello che qua dicono saetina su la quale passaremo, è già usita fuor del porto p. otto miglia et sta ivi acciò venendo il vento sub.o s’invia, hora regnano levanti, quali sono contrari alla nra navigatione. Ringratiamo le SS.VV. delle orationi che per noi si fanno, poiché ne sentimo il giovamento, perciochè a nessuno di noi è sopravenuta indispositione alcuna, et siamo talmente uniti che tra noi non vi è che un sol volere dal che ci nasce molta speranza chel Sig.re sia tuttavia più per aiutarci, maggiormente speramo che d. e orationi saranno continuate Ringratiamo tutta la Ven. Archiconfraternita che liabbia fatta così degna rissolutione di rielegere le SS.W. Molto Ill.ri Guardiani, poiché questo è un de’ principali aiuti, che possa haver questo negotio, noi non potendo di presenza, con la pnte le accettamo per uri superiori et le rendiamo obedienza, pregando nro Sig.re le dia spirito et forza per portare questo tanto degno peso, et con q.sto tutti humilim.te se le racc.mo.
Di Marsiglia il di 20 di Genn.o 1585.
Delle SS.W. Molto Ill.ri servi nel Sig.re
il Decano di Ales G.S. fra Pietro piac. capp. fra Filippo capp.
Io Ludovicho Giumi romano

5. - Lettera collettiva dei Redentori all’Arciconfraternita che informa dell'arrivo a Marsiglia, dei favori ottenuti dal Governatore della Provenza e delle condizioni per il trasferimento del denaro ad Algeri. - Marsiglia 10 gennaio 1585.

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Lettera collettiva dei Redentori all’Arciconfraternita che informa dell'arrivo a Marsiglia, dei favori ottenuti dal Governatore della Provenza e delle condizioni per il trasferimento del denaro ad Algeri. - Marsiglia 10 gennaio 1585.
(Mazzo G, fasc.4, ff.96-97)
Molto 111.ri SS.ri
Acciò le SS.VV. Molto Ili-ri habbino pieno ragguaglio di quanto sin hora è successo in quanto al viaggio nro et negotio, le scriviamo la pnte, et le diciamo che da Genova si partissimo il di 15 del passato, et arrivassimo in Marsiglia il p.o giorno del presente et sebene habiamo avuta la stagione del tempo contraria con tutto ciò per gratia del S.re tutti siamo gionti sani senza alcun detrimento; siamo venuti come se li scrisse su’l vassello datoci dal s.r Gio. Cesare Pallavicino gentilhuom Genovese spontaneam.te di sua mera cortesia tal che non è costato cosa alcuna eccetto la manza usata a marinai et simili cortesie usateli per lo viaggio; per il che ci pare obligo nro di pregar le SS.VV. che per mezzo del S.r Gio- seppo Giustiano, o altro faccino ringratiare questo gentilhuom della sua amorevolezza, acciò cognosca che noi non habbiamo mancato di far quanto si conveniva <li far sapere alle SS.VV. la sua cortesia usataci, noi non mancaremo di qua di servirlo nelle occorrenze nelle quali si valerà di noi.
Gionti in Marsiglia facessimo riccapito al s.r Lud.co Felix col presentarli le Ire dei S.ri Bandini questo Gentilhuom l’habbiamo trovato tanto amorevole, di giudicio, et pratico in questo negotio, che ci è stato di gran.ma consolatione, però l’habbiamo preso per guida e speramo dal giuditio et saper suo dovere essere guidati bene: et perchè ciò possino giudicare, le dicliiaramo che p. non essere stato avisato nel modo che si doveva non potè procurare il salvocondotto del Re d’Algieri, dimodoché ne siamo senza; il procurarlo hora non si farebbe con manco di tempo di quattro in cinque mesi poiché non vi è passaggio ordinario, ma straordinario di mercanti quali non danno ricapito alle loro mercantie se non con molto tempo: hora per avantaggiar qsto tempo ci ha consiliato il sud.o S.r Felix presentare le Ire dell’IlLmo Farnese et Lanozzi(?) al Gran Prior, ottenere da sua
Altezza il salva condotto et con esso passare: così si è fatto et perchè il Gran Prior era discosto di qua due giornate mandassimo il P. Decano a presentare d.e Ire, sua Altezza lo raccolse con gratiss.o animo le fece il salva condotto assecuran- dolo come potevamo passare senza dubbio alcuno de Turchi et di più le fece Ire al Re di Algieri et altri principali raccomandandoci caldam.te però con detto salvacondotto passeremo: ora qsto salvo condotto non ci giova se non per assicurare le nre persone da Turchi ma non ci giova nel negotio se non in raccomandarci, per tanto è necessario che noi trattiamo col Re un altro salvo condotto con le con- ditione che noi desideramo, quali si mandano qui incluse et perche non sapiamo se le potremo tutte ottenere, si rissolviamo col parere del S.r Felix non portar danari con noi, imperoche non potessimo fuggir il pagar undici e mezzo per cento nell’entrar in Algeri; bora avendo a domandar qsto di non pagar tal gravezza nelli capitoli, non è bene haver il danaro seco, anco non si può portar il danaro perche non habbiamo avuta ancora la licenza dal Re di Franza di estraere danari fuori del suo stato: questa licenza la procura il S.r Felix per mezzo delli SS.ri Bandini di Lione. Hora se havessimo bisogno de danari in Algieri innanzi che venisse tal licenza di estraere overo nanti che ivi occorresse passaggio bono da potersene fidare, il S.re Felix ha provvisto col farci fare credito in Algieri di tre milla scudi, quali in d.a città ci saranno sborsati sempre che noi vorremo, questo è un partito boniss.o per noi; imperoche habbiamo libertà di poter pigliar danari in Algieri et pagare in Marsiglia overo farcili portare da Marsiglia, noi piglieremo quel partito che tornarà più utile al negotio: hora non si potiamo rissolvere qual partito dobbiamo accettare, imperoche è tanto vario il modo di trattar in Algieri che non si può aver una certezza che avantaggio o che perdita ci sia; sappiamo però che ci corre un grosso interesse et per dire alle SS.W. quel che qui sapiamo le dicemo: che il scudo d.o di Spagna vale in Algieri quindici soldi più che non vale in Marsiglia talm.te che il portar scudi di Spagna da Marsiglia la et venderli col pigliar moneta, ci si guadagnarebbe più di J8 per cento, dimodoché a noi tornarebbe conto portar danaro in tanti scudi di Spagna et farsi il sudetto guadagno, ma avertino che si pagarebbe per as-sicurar i detti scudi sei p. cento, al mercante che gli assecurasse, doi al padrone del vassello che gli portasse et undici e mezzo de entratura in Algieri; di modo il guadagno non bastarebbe a pagar questi aggravii. Hora entenderanno la perdita che si fa a pigliar danari in Algieri: i Mercanti di là danno moneta ma vogliono oro di Spagna; la moneta che danno è tre doppie per scudo quale doppie vaglio- no manco i sodetti quindici soldi p. iscudo: et di più bisogna pagar al Re un tanto p. cento per quelli danari che in prestito si pigliano in Algieri, di modo che andan-dovi interesse grande non si potiamo rissolvere qui di quel che habbiamo a fare; ma accettar l’un et l’altro partito, cioè non portar il nro danaro ma lasciarlo in Marsiglia et accettare il credito che ci vien fatto in Algieri, et la considerare il più avantagioso, et a quello fermarsi. Di più si rissolviamo a non portar presenti di sorta alcuna perchè addesso si va per trattare accordi et conventioni, però solo vogliamo promettere di usar cortesia a chi ci favorirà per farci ottenere il nro intento et non pagar inanti tratto:
Perché sapiamo che tutte le conditioni che si adimandano non ci saranno concesse alla prima ma potrebbe bene essere che con qualche aiuto si venisse a bon partito, ci vien detto da S.r Felix che nissun favore ci può più giovare presso il Re d’Algieri che una lettera del Re di Franza però pregamo le SS.VV. procurarcela et si questo si facesse ad instanza di S. Slà più sicuro aiuto sarebbe: et inviarla in mano del S.r Felix. Di qua si è scritto ai SSri Bandini di Lione che la procurino con tutto ciò l’autorità di S. Stà darebbe il complimento a q.sto fatto. Non si maravigliano le SS.VV. di queste nre diligenze, nè gli paino superflue, imperoche havendosi a dar principio ad un’opera che ha a perpetuarsi ci pare ispe- diente far un fondamento bono, et mettervi un poco più di tempo et considerar tutti gli avantaggii possibili; imp.oclie ci vien detto che a Redentori vengono fatti molti rubamenti ne danari, se p.a non fanno gli patti loro ben chiari, et con tutto ciò si spregano molti danari inutilm.te per la poca fede che si trova tra mori nelli contratti: Perchè non potremo dar alle SS.VV. gli avisi neccessarii se non con le occasioni che rare volte si presentaranno, hora ci pare di dirle, che a noi par quasi necessario che le SS.VV. ci mandino un credito qua nelle mani del S.r Felix almeno de trecento scudi d’oro in oro accioclie spendendo i tre milla scudi nel ricatto, non veniamo a essere privi di credito per ogni occorrenza che ci possi venire, per quelli che restaranno in Algieri et per quelli che tornaranno a Roma con gli schiavi, et se bene il S.r Felix si offerisse con tutto ciò noi non siamo per affannarlo senza espresso ordine delle SS.VV.
In quanto alla nra partila le diciamo che non si aspetta altro che il vento» favorevole di modoche d’hora in hora stiamo per partirsi: il passaggio si fa con molta comodità, iinperoclie per li pri cappuccini non si spende cosa veruna volendo il padrone del vassello far q.sta charità per il P. Decano et p. ms. Lud.co si paga otto scudi p. ciascuno per la condotta e p. le spese. In Genova non si prese il credito dal S.r Giustiniano, ma hora si pigliano dal S.r Felix li 50 sc.di et con questi soli si passa in Algieri. Le raccordiamo quello che due volte se gli è scritto cioè che scrivino la loro volontà sopra il prezzo degli schiavi scritti nella piccola lista, et particolarm.te sopra quelli racc.ti da S. Stà imperoche habbiamo quasi certezza che i giovani atti al Remo (!) non si potranno haver per il prezzo a noi statuiti delli 100 scudi in c.a Le Ire che ci scriveranno potranno mandarle in Genova, col dar ordine che da Genova siano mandate al S.r Felix per mare, imperoche alle volte si approntano passaggii che in breviss.o tempo vengono, le Ire; anzi in Genova qualche volta ci sono passaggii per Algieri con tutto ciò non lasceranno la via di Lione poiché quella sarà sempre sicura, se bene più longa. Non ci occorre altro dirle se non che il negotio si riesce assai diffìcile per le informa- tioni che habbiamo della gran malignità delli huomini di quel paese; però si per questo come per i pericoli del mare habbiamo bisogno grandem.te dell’aiuto divino, pregamo dunque le SS.VV. adiutarci col far pregare con continue orationi S.D.Mtà che in noi adempisca il suo et non nro volere. Tutti per gra. del Sig.re siamo sani et à nessuno di noi è sopravenuta nova indispositione similar.te siamo d’un volere et ciascuno resta sodisfatt.mo della Compagnia dell’altro et tutti desiderosi di servir alle SS.VV. alle quali con ogni humiltà le facciamo riverenza pregandole da N. S. salute.
Di Marsiglia il X di Gen.o 1585
Delle SS.VV. Molto Ill.me servi nel Sig.re
il Decano di Ales fra Pietro piacentino capp.no fra Filippo cappuccino
Io Ludovico Giumi romano

3. - Lettera collettiva dei Redentori all’Arciconfraternita che informa del viaggio sino a Genova. - Genova 13 dicembre 1584.

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Lettera collettiva dei Redentori all’Arciconfraternita che informa del viaggio sino a Genova. - Genova 13 dicembre 1584.
(Mazzo G, fasc.4, ff.92-93)
Ill.ri s.ri et padroni nel sig.re lion.mi
Dal sig.r Decano et da ms. Lud.co liebbi la Ira delle ss.vv.Ill. in Pisa, alla quale non risposi all’hora perche quasi sub.o me inviai per Lerizi; liora le dico che io venni per terra sino a Lerizi per gra del Sig.re con sanità, et per bona nra sorte trovai già il P. Decano et ms. Lud.co gionti sani et salvi; ivi tutti insieme trattassimo del modo che havevamo a tener per imbarcarsi per Genova et il s.re Iddio ci mandò una boniss.a occasione d’un Gentilhuom genovese per nome il s.re Cesare Pallavicino quale su l’istesso suo vassello ci passo tutti quattro con grand.ma amorevolezza, et perche qslo Gentilhuom fu da noi informato dell’opera pia per la quale le SS.VV. ci mandano tanto l’hebbe a piacer che si deliberò concorrere anch’egli a favorir l’opra, co’l darci gratis quell’istesso suo vasello sino in Marsiglia con marinari molto pratici; hora qsta cortisia ricevuta è tale che per debito nro la facciamo sapere alle SS.VV. accio possino con occasione ringratiar questo sg.re, et supplire a quanto si converrebbe fare a noi.
Nella sua Ira ci dicono che scriviamo se nelle Instrutioni non ci manca cosa alcuna, le rispondo che le Instrutioni sono piene et contengono il tutto non ci occorre dir altro se non che liabbiamo informatione qui in Genova che i schiavi atti al remo non si havaranno per manco di 200 scudi però desideramo sapere se vole che spendiamo tanto in quelli che sono racc.ti da S.S.ta et altri che sono iit
lista; altri che non servono al remo come vecchi dicono che si havaranno per li 100 sc.di pero le SS.VV. potranno mandarci l’ordine in Marsilia.
Circa gli presenti da donarsi habhiamo informatione che si suole donar qualche cosa di valuta noi liabbiamo determinato pigliarne di novo informatione in Marsilia, et quel che necessariamente si dovrà fare, lo faremo et non di più.
In quanto al dar giuramento o al far noto a quelli che saranno riccatati del venire a Roma; per quanto ci dice il s.r Decano non par che la mente delle SS.VV. sia che noi habbiamo a osservar questo a rigore; ma far quel che meglio si potrà, accio che venghino a Roma; con tutto ciò desideramo sapere di novo se questo lo dovemo osservare come habbiamo ad osservar l’altre cose strettam.te overo farlo, se non ne nàscerà scandalo; altrim.te nò.
Circa il particolar mio che per una mia io approvi et accetti i capitoli alli quali il P. Decano et ms. Lud.co si sono sottoscritti le dico che essendo questi capitoli obbligationi questa mia Ira avrebbe forma di contratto il che a me non è lecito le dico bene che andando per servitio loro non farò se non conforme alla volontà sua.
Il resto delle instrutioni non richiede altro se non puram.te osservarlo et adempirle il che piaccia alla M.ta divina già di farlo, si come tutti quattro siamo dispostissimi di farlo.
La Ira del s.re Carlo Massimo che ci faceva credito de danari non se ne servimmo perche essendoci dato gratis il passaggio sino in Marsiglia, et andando noi frati senza spesa alcuna ma sempre conforme alla Regola mendicando non occorre sino in Marsiglia altra quantità de denari per la persona del m.s Lud.co. Non di meno per bisogni che venghino il P. Decano ha promesso supplir, et in Marsiglia se le rimborsarà il tutto.
Il breve non è comparso con tutto che siamo gionti in Genova non più presto che alli 12 del corrente, si fermassimo per tutto il di 16, non venendo si partiremo per Marsiglia.
Desideramo quei favori presso il Gran Prior che el negotio richiede se bene la Ira dell’IU.mo Farnese speramo che supplirà apresso; che se si potesse haver qualche Ira al fr.llo del Re d’Algieri ci sarebbe di grand’aiuto: come sarebbe una Ira delle sorella sua quale sta in Venetia.
Perche tutti quattro siamo con bona dispositione del corpo con tutto che le pioggie da Pisa in qua ci liabbino colti, et si trovamo d’un volere pregamo le SS.VV. a far far continue orationi si come credemo che sin qui liabbino fatto, poiché parlando di me cognosco che questo viaggio non era per la mia debolezza se le orationi non l’havessero aiutata.
Se bene questa Ira è responsiva alla loro che a me solo scrissero per mezzo del P. Decano et m.s Lud.co nondimeno perche ci sono alcuni capi pertinenti al comune negotio sara sottoscritta da tutti conforme alla Instrutione, non ci occorre dirle altro se non con ogni humilta farle riverenza et pregarle salute et pace.
Di Genova il di 13 di Xbre 1584.
Delle S.S.V.V. HI.me servi nel Sig.re
il Decano di Ales Gio. Sanna Ludovico Giumi fra’ Filippo della Rocca Con.da cappuccino fra’ Pietro piacentino cappuccino

2. - Istruzione sulla missione da svolgere rilasciata ai quattro Redentori dall’Arciconfraternità, s. d.

2
Istruzione sulla missione da svolgere rilasciata ai quattro Redentori dall’Arciconfraternità, s. d.
(Mazzo II, fase.83, ff.583-592)
Instrultione delle cose necessarie che si deveno osservare da voi Pre fra Pietro piacentino cappuccino et due compagni frati et da voi R.do S.r Giovanni
Sanna decano della Chiesa di Ales et da voi ms. Lodovico Giugni laico romano deputati dalla Venerabile Archi confraternita del Confalone di Roma per Redempto- ri de schiavi xpiani che si trovano in Algieri et altri luoghi de Barbaria.
Essendo che fra l’altre opere pie che dalli fedeli xpiani continuamente esercitano, l’opera de redimere schiavi xpiani de mano de infideli sia forse la maggiore et di più carità et merito. Però voi detti redemptori prima per salute delle anime vre poi per repusario(?) di questa santa opera dovete cercare di stare continuamente uniti insieme et di essere de un medesimo volere et che specialmente voi sr. Decano et ms. Ludovico debbiate reverire et obedire il Pre fra Pietro et suoi compagni et da loro pigliare conseglio in ogni cosa pertinente a questa santa opera. Et che voi ms. Lodovico come laico debbiate oltre la reverentia et obedientia detta da portarsi alli frati, reverire ancora et obedire il sr. Decano si per la dignità sacerdotale come anche per l’età.
A voi ms. Lodovico sono stati consegnati in Roma scudi trenta d’o. in o. per le spese da farsi per voi et per li frati insino à Marseglia ove trovarete altro ordine de danari se ne havete bisogno (come apparisce al Banco delli Bandi). Co- sìche da voi si ha da fare questa spesa del viaggio insino a Marseglia et che non si possa mai dubitare di cosa alcuna, debbiate di giorno in giorno notare et scrivere tutte le spese che si faranno per mano vra in un libretto consegnatovi qui in Roma a qsto effetto, quale debbiate fare sottoscrivere dalli frati cappuccini cioè da fra Pietro solo et non possendo lui da un suo compagno, et ancora dal sr. Decano accio possiate meglio renderne conto; et se bene el sr. Decano deve andare a tutte sue spese et anche stare a tutte sue spese in Algeri et altri lochi de Barbaria come ha promesso non di meno si priega el detto sr. Decano da tutta l’Archicon- fraternita che voglia pigliarse questa fatiga di vedere dette spese et che settimana per settimana si saldino et sottoscrivano da voi fra Pietro et sr. Decano. Andarete voi fra Pietro et vri compagni frati insino à Livorno o à Lerice et ivi imbarca- rete alla volta de Genova quando però siano arrivati da voi el sr. Decano et ms. Lodovico cercando con ogni diligentia de imbarcarve in vascelli più securi che potrete.
Arrivati che sarete a Genova oltre le altre lettere che haverete scritte per viaggio scriverete subito dando avviso del vro arrivo et del passaggio che spera- rete fare per Marseglia. Mentre starete in Genova liavendo bisogno de danari et che detto bisogno sia giudicato dal pre fra Pietro, potrete recorrere dal sr. Pier Ioseppe Iustiniani il quale haverà lettere dal sr. Carlo de’ Massimi che vi debbia provedere de danari et de altre cose necessarie, dal quale et da altri mercanti de Genova doverete pigliare menuta informatione della comodità che è da Genova à Algieri nel remettere danari et di quello che si perderia per cento, à remettere li danari per poliza et certezza de havere poi in Algieri tanti scudi boni spagnoli, overo per sacchetti molto bene assecurati da mercanti da ogni naufragio et altri pericoli de mare soliti a assecurarsi in sin dentro overo insino alla porta de Algieri et de ciò ne darete aviso minutamente, molto chiaro et pieno de ogni particularita accio da questa prima volta in la se ci sarà più utile ciò è manca spesa et più comodità et più securezza per la via de Genova che de Marseglia si possa remettere il danaro per cosi et quivi contrattare.
Darete anche aviso se per questa via si può havere salvo condutto et in quanto tempo si può havere resposta da Algieri à Genova. Mandando anche nota delli Mercanti che sono in Genova che tengono corrispondenti in Algieri, et si potrete manderete ancora nota delli mercanti che sono in Algieri de quali ne havete havuta informatione da diversi mercanti de Genova.
Possendo pigliare passaggio securo de Genova à Marseglia o in galere ò in nave lo pigliarete et di questo si remettera alla diligentia vra perche vi curre el pericolo delle vite vre.
Se de qui a Genova se ammalassi fra’ Pietro ò suo compagno et bisogna aspettare la sua sanità purché non sia malatia che andasse molto in lungo voi sr. Decano et ms. Lodovico li debbiate aspettare et procurare per loro medico et medicine necessarie et guariti che siano seguitarete el vro viaggio et caso che la malatia si vedesse andare in lungo overo fusse mortale che potesse allungare questa santa opera ne darete aviso à Roma accio si possa pigliare altro provedimento et resolutione, et questo intenderne se si amalassino da Genova à Marseglia.
Et voi sr. Decano et ms. Lodovico seguiterete el vro viaggio purché fra Pietro o suo compagno amalati restando di non poter far viaggio restino in qualche convento de frati cappuccini, et se nel loco dove fussero amalati non vi fusse loco de frati cappuccini cercarete con ogni meglior comodità de farli condurre non reguardando a spesa alcuna al più vicino loco che vi sarà, et arrivati che sarete in Marsegiia voi sr. Decano et nis. Lodovico havendo dato aviso del tutto ivi aspet- larete aviso da Roma. Et si ve amalassivo voi sr. Decano ò ms. Lodovico come si è detto de sopra per li frati si osservi el medesimo per voi ancora, et caso che mancasse uno di voi il che Dio non permetta voi Pre’ fra Pietro et l’altro che restara seguitarete el viaggio insino a Marsegiia et de li in Algieri, et si mancasse- vo per sorte tutti due voi Pre’ fra Pietro vi fermarete nel più comodo loco che vi parera dandone aviso all’Archiconfraternita accio possa deputare altri per questa santa opera ò fare altra resolutione necessaria.
Le Ire che portarete de favore al Gran Priore de Francia et à altri, le consegnarle procurando da lui ò da altri ogni sorte de favori necessarii a questa santa opera così anche per ottenere salvi condutti et altre securezze. Se il salvo condutto del quale già fu scritto in Algieri che si dovesse mandare in Marsegiia in niano del sr. Fabritio Felix mercante sara venuto vederete molto bene si è terminato per due ò tre o più persone, et caso che fussi per due soli et che non polessivo passare tutti insieme voi fra Pietro passarne con chi più vi piacerà o col sr. De-cano ò con ms. Lodovico, ò vero farete passare loro due et aspettate che vi mandino el salvo condutto, ò pure passando voi prima lo mandarete poi a chi resta, et che in ciò el sr. Decano et ms. Lodovico debbiano espressamente obedire a voi fra Pietro.
Et se el salvo condutto non sarà venuto subito che siate in Marsegiia senza dilatione alcuna procurarete con li favori del gran Priore et detto mercante et di altri farlo venire quanto prima in modo che tutti insieme possale sicuramente passare per Algieri, spendendo quello che sarà necessario per ottenere detto salvo condutto.
Li danari che vi saranno contati in Marsegiia li farete mettere in sacchetti overo gruppi coperti de tele incerate et che siano in tanti scudi d’oro in oro spagnoli de bon peso, et assecurarli con bone securtà insino alla porta de Algieri pagando quel manco che sia possibile, cercando ogni avantaggi et manco perdita, che potrete.
Et se per sorte da mercanti ò altri che haveranno cognitione et pratica grande de detto negotio del rimettere denari, in Algieri el particolarmente pel negotio de rescattare schiavi (il che spesso si tratta et negolia in Marsegiia) ve fusse consegnato esser meglio lassare li danari in Marsegiia per fuggire el pericolo de portarli in Algieri per molte cause et pericoli che potriano occorrere portando però nna lettera de credito in Algieri à qualche mercante più securo che potrete havere per tutta la somma che lassarete in Marsegiia, et secondo che si rescattaranno schiavi farrete sborsare la somma delli danari che bisognara dal mercante al quale sarà diretta lettera di credito considerando sempre con el giudizio de più mercanti et altri homini pratichi quello che torni più utile ò manco perdita, ò manco pe- riculo, ò manco interesse, ò manco danno, ò de portare li danari in Algieri de contanti in sacchetti ò gruppi ò vero lassarli in Marsegiia et passarli per lettera de credito come si è detto remettendo però el tutto alle conscientie et giuditio vro, non restando pero de dirve che per comune opinione de qua è meglio passarli per sacchetti ò gruppi assecurati da bone securta che per cedole o polize perche in Algieri non si trova così per corrispondentia moneta bona, et non fusse un guadagno ciò è un assecuramento più che grande di lassarli in Marsegiia non è in nessun modo da attenderce.
El Breve aplico delle facilita concessovi da N. S. lo potrete lassare in Mar- seglia nel Convento delli frati capuccini perche portandolo in Algieri vi potria più presto portare danno che utile. La patente datavi dalla Archiconfraternita sotto- scritta dalli Cardinali e Guardiani potrete ancora lassarla in Marsegiia nel detto loco per più respetti.
Li grani benedetti potrete anche lassarli in una sacchetta in Marsegiia caso che ve fussi pericolo de portarli et di ciò ne haverete piena informatione da diversi a Marsegiia quali poi quando occorressi lassarli con commodita darete aviso alli padri cappuccini de Marsegiia alli quali li haverete lassati che ve li mandino, et così securamente li polrete bavere et dispensare à modo vro.
Avertirete quando sarete in Algieri de non cotnenzare così subito à esercitare li sacramenti ma vi andarete consegnando con el tempo et comodità che haverete et che vi sara data. Portarete in Algieri la Patente volgare dell’Archiconfra- ternita dove vi deputa per redemptori acciò se dal Re d’Algieri ò altri fussivo rechiesti di monstrare sotto che titolo andiate lo possiate monstrare.
Anderete a far reverenda al Re el altri offitiali che gìudicarete esser necessario dicendoli espressamente che voi non andate per altro se non per redimere et rescattare schiavi del stato ecclesiastico et direte che questa è una opera nuova-
mente instituita dall’Archiconfraternita del Gonfalone de Roma accio non pensino che il Papa vi mandi et che habbiate quantità et gran somma de danari.
Starete con l’hocchi aperti à pagare tutti li datii gabelle et altre impositioni che per tal conto della Redentione si deveno pagare, ò vero per gabella de remessa de danari che si facesse acciò non incorressi™ in qsxalehe perù?#}# es
Rescattarete gli schiavi datovi in lista particolare quali hanno pagato danari per ci --30 rescatto avertendo che la spesa che si fara in detti schiavi non passi la somma anta nelli Capitoli fatti et stipulati con voi sr. Decano et ms. Lodovico de ve si manda copia nel fine della presente instruttione recordandovi che per ò quindici scudi più di quello che è nelli capitoli non lassiate un schiavo i in servitù et particolarmente de quelli schiavi che hanno pagato qualche som- de danari secondo che vederete nella lista particolare.
Ei anche el rescatto de quelli soli fusse di tanta somma et prezzo che eccedi di gran lunga il prezzo contenuto nelli capitoli suddetti, ne darete avviso oculare a Roma accio si possino avvisare li parenti che hanno sborsato el da- se per sorte vorranno provvedere del resto che bisognasse per el supplemento rescatto, cercando de havere lettere de detti schiavi che non potranno essere .sitati dirette alli loro parenti et amici.
Ve si manda nella detta lista notati quelli schiavi che ha ordinato N. S.re rescattino nelli quali osservarne quello che si è detto di sopra per quelli che Sanno pagato qualche somma de danari.
\ e si manda la lista universale delli schiavi che hanno dato memoriale all’Ar- ekiconfraternita delli quali voi fra Pietro Sr. Decano ms. Lodovico debbiate jjiglia- re piena informatione con ogni diligentia et particularmente de quelli che saranno del stato ecclesiastico, overo che siano stati soldati presi nelle galere di N. S. rt»ro forzati in dette galere et visto et bene fra di voi considerato et discorso li prezzi de detta qualita de schiavi rescatlarete per questa prima volta quelli che arinno de manco prezzo accio si possa fare maggior numero et l’altri consolante con darli speranza per la seconda volta et che fra tanto liabbino patientia.
Et à fare questa scielta de schiavi, cercando prima per una parte de rescattare s»ldati in dette galere se bene non sono del stato eccl.iastico, poi forzati in dette nkre se bene non anche non sono del stato eccl.iastico, et poi altri de detto stato «eel.iastico, recordandove che nelli soldati et forzati se deve avere in prima con- sàderatione a quelli del stato ecc.liastico et poi aH’altri, si grava le conscientie vre «S si ordina espressamente à voi sr. Decano et ms. Lodovico che debbiate con- Aescendere et obedire all’opinione di fra Pietro il quale debbia fare detto compartiremo de schiavi standocene noi su la sua conscientia. Et se dal Re de Algieri ò aitri Turchi ò mori che haveranno schiavi et che voi ne volessivo pigliare in credenza il prezzo di ciascheduno de quali non ecceda in nessun modo la somma or- fcuita nelli capitoli fatti con voi sr. Decano et ms. Lodovico purché siano del ecclesiastico volendo pero che voi o alcuno de voi restiate in pegno o per «tacsi non lo debbiate fare se prima non ne date avviso alla Arehiconfraternita artìo possa resolvere et determinare per quanta somma de danaro habbiate a fare 4Aho dalla quale havere resolutione et ordine di quanto haverete à fare, asse- earandove che se per sorte restassivo in pegno per quella somma per la quale fciverete promesso l’Archiconfraternita sempre rimetterà el danaro necessario et «Fp->rtuno, et si dechiarera perpetuamente obligata alla vostra gran carita et cor- Ibk. Li schiavi che rescattarete debbiano havere una carta di fede et de liberta ondo si usa in quelli paesi avertendo che in detta fede non si mettano per te- onii ne xpiani ne hebrei ma solo mori et turchi et se pigli in lengua arabica et non xpiana.
La fede et liberta de quelli schiavi delli quali sarà data lista che haveranno pacalo per el loro rescatto se ne mandi un duplicalo in lengua arabica sottoscritto Ài detti schiavi che saranno rescattati el da altri xpiani, et da voi fra Pietro Sr. De- «*=:•: et ms. Lodovico, con una lettera loro accio [parola incompresa] se possa ruo- mnre alli loro parenti che siano stati liberati. Delli schiavi che saranno liberati ¦me msndarete lista et nota in questo modo perche ogni schiavo nella lista bavera ri. svo numero conforme alla lista che resta in Roma, come dire 128 Paolo Bolo- e. Così darete aviso Paolo Bolognese à numero 128 rescattato per tanto prezzo eie si possa accomodare le scritture qui in Roma secondo el rincontro che se -* Sene.
Et se per sorte voi rescattassivo altri schiavi che quelli che sono in lista il che fervente potreste fare con retrovarne de quelli che sono del stato eccl.iastico et 3- c seno descritti in lista à quelli rescattati che siano non accadera mettere nu- 7X7 ¦ na solo darne aviso et di questo rescatto da farse tanto de quelli descritti
nella lista tanto de altri del stato eccl.iastico che non sono in lista come si è detto si rimette nelle conscientie vre et particularmente de voi fra Pietro al quale voi sr. Decano et ms. Lodovico debbiate obedire.
Vi guardarete de parlare mai à solo à solo con schiavi perche se occorresse che alcuno de poi ne fuggisse ò dal pr.one fusse trabalzatoU), li Turchi vorriano esser da voi pagati per la somma che li paresse prosoponendo che detto schiavo fusse fuggito per colpa et conseglio vro.
Vi farete poveri et mendichi et spetialmente mostrarete esser venuti à rescattare poveri schiavi et di poco prezzo de danari de elemosine accio dalli Turchi et mori non fusse pensato che havessivo gran somma de danari.
Mentre starete in Algieri vi caparete una stantia à vro giuditio più commoda et de manco spesa che sara possibile et anche più secura et per quanto se intende in casa de liebrei si alloggia securo ma se ve ne fussero xpiani che allogiassero meglio saria in casa loro die in casa de liebrei ma in ciò si rimette al giuditio vro perche quando sarete nel loco vederete quello che sara più utile.
Vi farete le spese delli danari della Archiconfraternita tenendone conto sottoscritto da tutti voi accio si possa con più fedeltà renderlo alPArcliiconfrater- nita, eccetto che à voi sr. Decano quale devete stare a vre spese come liavete promesso et se viverete con gli altri contribuirete alla rata delle spese; il sopradetto conto lo scriverete in un libretto fatto à questo effetto.
Se per securezza della vita vra et per honore dell’Arcliiconfraternita vi bisognasse tenere un jannizaro secondo se intende che si usa in quelli paesi lo terrete et lo accarezzarete secondo meglio et con manco spesa vi parera. Et perche li altri Redemptori che vanno in Algieri et Costantinopoli mandati da diverse Reden- tioni sogliono portare presenti al Re et alli Bascia et questo lo possono meglio di voi fare perche portano maggior somma de danari de quello che portarete voi non di meno si considera esser meglio a non presentare cosa alcuna ma andare da poveri et mendichi et caso che bisognasse presentare qualche cosa ci rimettemo al giuditio de fra Pietro al quale voi sr. Decano et ms. Lodovico debbiate obedire.
Pagarne et darete de mancia quello che sara necessario à secretarii mastri de casa et altri ofHtiali del Re per l’espeditione delle carte de liberta. Li altri schiavi che sono nella lista che non si rescattaranno cercarete con ogni diligentia retrovarli et da loro intendere per quanta somma se potriano rescattare et fare che scrivano alli parenti et amici loro perche qui in Roma ve ne sono molti che desiderano sapere se sono vivi ò morti et per quanto stanno schiavi che cosi sapendolo provederiano alli danari per il rescatto de essi et in questo si grava le conscientie vre che con ogni diligentia lo debbiate fare et darne menutamente avviso.
Se per sorte a voi S. Decano et ms. Lodovico fusse consegnata secretamente qualche somma de danari da qualche schiavo che liavessero a servire per el suo rescatto ogniunoU) de voi al quale sara consegnata la debbia revelare all’altro et procurarete con ogni fidelta per quel schiavo che sia rescattato se bene non fusse del stato eccl.iastico dando ad intendere alli mori et Turchi che detti danari ve siano stati consegnali qui in Roma dalli loro parenti ò padre ò madre ò da chi meglio vi parera de dire; et per sorte questo tale schiavo non fusse del stato eccl.iastico si da autorità a voi redemptori che mancando alla somma consegnata dal schiavo quindici o venti scudi li possiate pigliare da quelli della Archiconfraternita, et se el schiavo sara del stato eccl.iastico supplirete insino alla somma contenuta nelli capitoli et secondo parera a voi fra Pietro al quale debbiate credere voi sr. Decano et ms. Lodovico.
Debbiate con carila visitare li schiavi dirli se vi sara concesso spesso messa confessarli et comunicarli ma di ciò ne habbiate licentia dal Re et non lo facciate à modo alcuno senza toleranza delli governatori et superiori per non incorrere in qualche pericolo.
Alli schiavi che rescattarete li farete fare voto ò giuramento et obbligo particolare sottoscritto de mano loro de venire à Roma insieme con voi ms. Lodovico à visitare la Chiesa de S. Pietro et di presentarse alli piedi de S. B.ne et alla Archiconfraternita del Confalone per render gratie del loro rescatto.
Avertirete se ve fussero frati cappuccini schiavi che li primi sian loro à esser rescattati et in questo non haverete da osservare la forma delli capitoli ma esce- dere de qualchecosa da avantaggio perche cosi è mente de N. S.re et debito della Archiconfraternita per l’obbligo che tiene à detta religione dei capuccini.
Subito che haverete fatto el rescatto del numero che vi parera sia à bastanza Voi ms. Lodovico insieme con detti schiavi v’imbarcarete alla volta de Genova ò per dove meglio vi tornara commodo et sbarcati che sarete li condurrete à Roma
¦secondo l’obbligo che haveranno fatto li schiavi et come coroenzartse ì passare per el stato eccl.iastico vi presentarete alle nre compagnie aggregate domandando per tutto se ve ne sono le quali vi faranno la carita de alloggiarvi et se non vi 5000 Compagnie andarete alle comunità overo hospedali per fuggire la gran spesa che ne andaria, et dove non si trovara alloggio si spenda ma se avertisca de spender e con più avantaggio che si può.
Voi ms. Lodovico quando verrete con li schiavi debbiate scrivere avisando de mano in mano à Roma accio la Compagnia possa provedere de quello che «ara necessario per la venuta de detti schiavi.
Avertirete sopratutto de non spendere mai tutto el denaro che quando hiso- gnara che ms. Lodovico venga à Roma con li schiavi ne resti in mano del P. Decano per fare le spere alli frati in Algieri insintanto che da Roma si provvedera de altri danari et che à ms. Lodovico si consegni quelle somme de danari che a tutti ¦voi insieme parera necessario per le spese del viaggio per lui et schiavi che condurrà delli quali debbia tenere conto giorno per giorno accio li debbiano essere refatti dalla Archiconfraternita.
Le lettere che vi si danno et che per l’avenire vi mandaremo inderizate à diversi schiavi in Algieri le consegnarete et ne procurarete resposta.
Le lettere che scriverete da Algieri à Roma all’Archiconfraternita accio vengano più secure che sia possibile ne farete plico più piccolo che si può et farete coperta diretta alli Guardiani delPArchiconfraternita del Confalone di Roma ed una sopracoperta diretta una volta al Cardinal Farnese, l’altra al Cardinal Sans, l’altra al Cardinale d’Este et l’altra al Cardinale S. Croce et l’altra al Cardinale S. Severina et se el plico per sorte fusse grande lo potreste dividere in due ò tre ò quattro diretti à detti Cardinali uno per uno che questo portara securo arrivo et recapito delle lettere.
Quando li schiavi scriveranno lettere pregateli scrivano in manco carta che sia possibile per fare manco plico et fuggire la spesa delli porti.
Non mancarete mai à ogni occasione che vi verrà de scrivere et dare sempre menuto raguaglio di quanto alla giornata vi occorrerà.
Se per sorte come si spera et si tiene certo che il denaro passi in sacchetti da Marsegiia in Algieri et non per credito di lettere, detti danari se vi sara mercante del quale in Marsegiia prima ne habbiate havuta relatione bona et di poi trovato la correspondentia de la detta bona relatione in Algieri per securezza li potrete consegnare in mano in deposito con tutte quelle cautele et sicurezze che vi pareranno necessarie et opportune et caso che difficilmente si trovasse detto mercante si fedele et reale all’hora li danari debbiano stare in mano de tutti voi in una cassetta serrata à chiave della quale ne debbiate tenere chiave voi fra Pietro Sr. Decano et ms. Lodovico et de li cavarete li danari necessarii si per le spese come per el rescatto et caso che si consegnassero in mano del mercante non li possa consegnare à un de voi solo se non à due cioè à voi sr. Decano et fra Pietro overo à voi ms. Lodovico et fra Pietro secondo che portara l’occasione. Et se venisse caso che Dio ce ne guardi che voi P. Decano et ms. Lodovico mancassivo 'all’hora voi fra Pietro debbiate à elettione vra eleggere mercante come meglio vi parera per depositario di detti danari et da lui farli sborsare per il rescatto •et altre spese che occorreranno.
Et se venisse caso che Dio ce ne guardi che voi fra Pietro mancassivo all’hora voi P. Decano et ms. Lodovico debbiate in loco suo sustituire il frate suo compagno ò vero uno de quelli frati capuccini che fussero stati rescattati il quale in omnibus debbia succedere in loco de detto fra Pietro et se non ve fussero frati capuccini rescattati ne compagno voi sr. Decano succederete in loco delli frati et voi ms. Lodovico tutta quella reverenda et obedicntia che dovevi alli frati la portarete al detto sr. Decano il quale per la dignità sacerdotale et età conviene ¦che da noi in detto loco de superiorità sia posto.
Et caso che il danaro che trovarete in Marsegiia vi paresse meglio restasse in deposito in mano de mercanti de Marsegiia per pagarsi poi in Algieri li rescatti che si faranno voi fra Pietro et il sr. Decano et ms. Lodovico (avertendo bene à questo lassare del danaro si è utile ò danno ò maggiore securezza) possiate dividere detti danari in mano de più mercanti per fuggire ogni grosso colpo de fallimento, et dalli Mercanti alli quali saranno consegnati in deposito li danari per quella partita che haveranno in mano ne debbiano dare lettere di credito in Algieri se loro ci haveranno correspondentia in mano de mercanti securi se non che loro la procurino dalli mercanti che ci haveranno correspondentia et in questo avertirete de pigliare informazione delli mercanti securi d’Algieri et à quelli fare inderizzare le lettere recordandovi sempre che detto capitolo de lassare danari in
Marseglia più presso si da per avertimento et che habbiate più presso a passarli per sacchetti perche la comune opinione de qua è che sia più securo per sacchetti ò gruppi che per cedola.
Se da uno schiavo o più tanto del stato eccl.iastico come de altri paesi vi saranno consegnati danari per el loro rescatto come de sopra è detto et che poi morisse debbiate fidelmente tenerne conte in aplicarli secondo l’intentione del morto se vorrà che se ne rescattino schiavi rescattarli òvero che si mandino a’ suoi parenti all’hora darelene avviso aU’Archiconfraternita con servirve di quel denaro- per rescattare altri, et che l’Archiconfraternita à Roma sborsi secondo l’intentione del morto la quale intentione venga dechiarata et scritta et sottoscritta da voi fra Pietro sr. Decano et ms. Lodovico et caso che el schiavo che ve sborsara el danaro» morisse senza darvi altro ordine li metterete fra li altri dell’Archiconfraternita et servirvene per li rescatti che occorreranno.
Tutti li danari che vi verranno in mano consegnatovi da schiavi si per el rescatto come per altra loro volunta et dechiaratione ne darete aviso particolare accio si possa ragnagliare le partite et sapere quanta somma de danari ve sia venuta in mano.
Tutte le lettere che scriverete pertinente al negotio della redentione ò altro quale andaranno in commune alPArchiconfraternita saranno sottoscritte da due de’- voi ò da tutti tre, et se saranno da due siano fra Pietro et il P. Decano ò vero da fra Pietro et ms. Lodovico et siano sigillate con el sigillo quale si è consegnato qui in Roma in mano del P. Decano con promessa che subito che bavera arrivato- per viaggio voi fra Pietro ve lo debbia consegnare in mano perche lo habbiate à tenere et conservare per più securezza del negotio perche cosi è mente dell’Archiconfraternita. Tutte le fede de quelli schiavi che si rescattaranno per haver loro sborsate qualche somma de danari qui in Roma come per la lista potrete vedere,., vengano oltre le sottoscrittione che ci saranno, sigillate con el sigillo che bave- rete in mano.
Et se in detta instrutione mancassi qualche cosa che vi paresse necessaria che- vi dovesse essere messa datene aviso che vi si mandara sottoscritta da tutti li Guardiani conforme alla presente.
Et perche nella copia della presente ci sono restati qui in Roma sottoscritti il P. Decano et ms. Lodovico et vi dovereste essere ancora voi fra Pietro pero scriverete una lettera alla Archiconfraternita la quale serva per accettazione della presente instruttione come si da voi fusse stata sottoscritta.

1. - Patente di deputazione rilasciata dai Guardiani dellArciconfraternita ai quattro Redentori. - Roma 1 novembre 1584.

DOCUMENTI
(Archivio Segreto Vaticano, Archivio del Gonfalone)
1
Patente di deputazione rilasciata dai Guardiani dell’Arciconfraternita ai quattro Redentori. - Roma 1 novembre 1584.
(Mazzo II, fasc.15, f.65)
Noi Icronimo d’Avila, Paolo Matthei, Carlo de Massimi, et Ulisse Lancerino Palrizii Rom.ni Guardiani della Venerabile Arebiconfraternità del Confalone di Roma, havendo risoluto di mandare a ricattar schiavi christiani di Roma e della Stato ecclesiastico, che si ritrovano in Algieri, et in altre parti di Barbaria, riabbiamo deputato a questo effetto il R. Pre’ fra Pietro Piacentino Capuccino delI’Ordine di S. Francesco et suo Compagno, et il sig. Giovanni Sanna Sardo, et ms. Lodovico Giugno Romano, quali saranno portatori della presente.
Però con ogni humiltà et carità pregamo tutte quelle persone di qualsivoglia grado, stato et conditione, alle quali sara mostrata questa nostra patente, siano contenti di non dare alcuno impedimento ò molestia nelli loro paesi et stati ma dargli ogni sorta di favore et aiuto necessario et opportuno, concedendoli sicuro passaggio nell’andare et ritornare, el libero e salvo condotto così per mare come per terra, tanto per loro, quanto per tutti quelli schiavi che haveranno riscattato, et che condurranno à Roma.
Il che tutto si riceverà per gratia singolarissima, restando perpetuamente- obligati di pregare il Sig.ore Dio per loro.
Et in fede del vero habbiamo commesso al nostro Secretario di spedir la presente Patente, qual sarà sottoscritta di nra propria mano, et sigillata col sigillo solito di detta nostra Archiconfraternità. Di Roma nel nostro Oratorio dei Ssti Pietro et Paolo, questo di primo di novembre MDLXXXiiij.
II ie. Avila Guard.o Paulus Mattheius Guardiano
Carlo de Massimi Guard.o Ulisse Lancerino Guardiano

CAPITOLAZIONI COL GRAN SULTANO DI COSTANTINOPOLI

copertina ruggeri

Con il Breve pontificio che comincia con Cristianaæ,  il 29 gennaio 1581 Gregorio XIII affidò all'Archiconfraternita del Gonfalone il compito di rendenzione degli schiavi dello Stato Pontificio, Deputò poi agli arcivescovi, vescovi, vicari e magistrati e altre distinte persone, di raccogliere a tale scopo le elemosine dalle popolazioni. Inoltre, con un'abile azione diplomatica riuscirono ad ottenere da Soltan Moratto Ottomano, Gran Sultano di Costantinopoli, il seguente salvacondotto:

 

 

 

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ARCHICONFRATERNITA DEL GONFALONE

statuti Gonfalone 1633

L’Archiconfraternita del Gonfalone e l’opera di redenzione degli schiavi.

Dagli episodi sopra riportati, appare chiara la difficile situazione sia degli schiavi imprigionati, sia per la Chiesa di Roma che, rinvigorita dopo il Concilio di Trento (1536), era nuovamente in pericolo per l’eresia islamica.

Per questo sorsero da più parti le iniziative per riscattare gli schiavi tenuti prigionieri. Tra queste quella promossa da S. Giovanni di Matha e S. Pietro Nolasco; fondatori, il primo dell’Ordine dei Trinitari, al tempo del papato di Innocenze III (1161 – 1216); l'altro dell'Ordine dei Padri della Mercede, detti anche della Redenzione degli schiavi o ancora chiamati Confratelli della Congregazione di Nostra Signora della Misericordia.

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MONS. DON GIOVANNI SANNA

Verso la prima metà del sec. XVI nasceva in questo grosso villaggio da Don Leonardo Porcu e Donna Grazia Sanna uno dei più grandi vescovi dell'isola: Mons. Don Giov. Sanna Porcu che per fidecommesso assunse il casato materno.

Umanista di vasto ingegno, dotato di grandi virtù organizzative e riformatrici, conseguì a a Roma presso i Gesuiti, la laurea in ambe le leggi, come allora si diceva distinguendosi per la viva intelligenza e serietà di studi.

Nominato decano della Diocesi di Ales fu incaricato da Filippo II di trasferirsi in Algeri, visitare le reggenze barbaresche e riscattare i cristiani sardi e spagnoli ridotti in schiavitù.

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UN DECANO D'ALES REDENTORE DI SCHIAVI IN BARBERIA SUL FINIRE DEL CINQUECENTO

 

UN DECANO D'ALES REDENTORE DI SCHIAVI CRISTIANI IN BARBERIA SUL FINIRE DEL CINQUECENTO di Ciro Manca

In: Diocesi di Ales - Usellus - Terralba. Aspetti e valori, Editrice Sarda Fossataro, Cagliari, pp. 287 - 301

Sul finire del Cinquecento, ad Algeri, agirono successivamente due missioni, organizzate dalla Compagnia del Gonfalone di Roma allo scopo di redimere e manibus infidelium i cittadini dello Stato Ecclesiastico schiavi di quella reggenza barbaresca (1). Dell'una e dell'altra, tra il febbraio del 1585, fece parte Giovanni Sanna, un prelato sardo qualificato decano della Chiesa d'Ales e vescovo d'Ampurias (2); il quale, pur impegnato a operare in nome e per conto del Gonfalone, era autorizzato a riscattare autonomamente gli schiavi sardi presenti in Barberia (3).

La corsa barbaresca, matrice della schiavitù cristiana, per la sua straordinaria espansione specialmente dopo la battaglia di Lepanto, costituiva un'insidia e un'offesa per tutti gli stati europei rivieraschi del Mediterraneo (4), tra i quali il regno di Sardegna era particolarmente esposto alle incursioni ed alle razzie corsare, di cui soffriva le più pesanti conseguenze, militari, economiche, sociali e soprattutto umane.(5). Schiavi sardi popolavano in buon numero i bagni d'Algeri, Tunisi, Tripoli ed altre città nord-africane, ed alimentavano la schiera numerosa dei rinnegati, dalle cui file, già nella prima metà del Cinquecento, era uscito un sovrano d'Algeri (6). Sardi furono anche non pochi giannizzeri e rais, i capitani di vascelli corsari autori di numerose incursioni nell'isola e padroni, a loro volta, di non pochi altri schiavi sardi (7).

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ll Can. Liberatangelo Porcu al Vescovo di Bosa

Ecco la trascrizione di una lettera manoscritta del Canonico Liberatangelo Porcu al Vescovo di Bosa, mons. Nicolò Frazioli, per proporre un'epigrafe in memoria del Vescovo Giovanni Sanna, da apporsi all’ingresso della Chiesa Parrocchiale di Santu Lussurgiu. Come afferma nel corpo della lettera, l’iscrizione «È opera di un epigrafista provetto, ne mi pare vi sia nulla da togliere né da aggiungere. Un po’ di prolissità si è resa necessaria per far conoscere l’uomo che si vuol ricordareI dati sono presi dagli storiografi sardi e segnatamente dalle biografie di Pietro Martini».

Dalla lettera si può ricavare un altro  elemento importante per delineare sempre meglio la figura di Mons. Sanna. Si tratta di un atto notarile che il can. Liberatangelo Porcu asserisce di aver visionato personalmente  perdendone poi le tracce,  e che riguardava la  consacrazione del vescovo avvenuta avvenuta a Santu Lussurgiu e la elargizione da egli fatta alla Parrocchia lo stesso giorno (o pocco dopo sic!), di arredi sacri, argenteria e denari.

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ANDREA LVSSO, PITTORE SARDO DEL SEC. XVI, TELA NELLA VILLA DI MARTIS*

miracolo s.pantaqleone martisSe al celebre Lanzi fossero state note le pitture che ornano le Chiese di molti villaggi della nostra Isola, la sua opera sarebbe stata arricchita di molti valenti artisti che sarebbero potuti stare nelle memorie della scuola Italiana, e la Sardegna si sarebbe gloriata di far conoscere all’ Europa il nome di tanti illustri suoi figlj. Gli scrittori sono quelli che in ogni tempo hanno mai sempre nobilitato la terra di cui scrissero, ed oggi non sarebbero perdute tante opere, perché non se ne conobbe il pregio per il silenzio degli stessi scrittori.

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IL LUSSURGESE GIOVANNI SANNA PORCU (1529-1607) PROMOTORE DI CULTURA, REDENTORE DI SCHIAVI E VESCOVO

Umberto Zucca Il lussurgese Giovanni Sanna Porcu (1529-1607)1 promotore di cultura, redentore di schiavi e vescovo

Monsignor Giovanni Sanna Porcu è un grande per la Sardegna e per la chiesa di quest’isola: per le sue iniziative culturali e sociali, perché nessun sardo si cimentò attivamente e positivamente come lui nel riscatto degli schiavi, e perché quale vescovo fece passare una delle sette diocesi isolane di fine ‘500 a una religiosità autentica secondo i dettami del concilio di Trento lasciandole un’impronta anche per i secoli successivi. È più che giusto pertanto che Santulussurgiu, che gli diede i natali, gli dedichi anche un capitolo della sua storia. E questo al di là del fatto che la moltiforme operosità del Sanna si sia svolta altrove e che il rapporto documentato con la madre patria sia ristretto a pochi dati fra cui: dai suoi beni «arredò di ricca argenteria sacra» la chiesa parrocchiale2; il 24 febbraio 1593 nella chiesa di S. Croce egli consacrò - assieme ad Andrea Baccallar vescovo di Alghero e Pietro Clement vescovo di Ales - in neo-eletto vescovo di Bosa mons. Antonio Atzori, successore dell’illustre storico sardo Giovanni Francesco Fara3.

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Salvacondotto*

Il 29 ottobre si riprese il mare per Algeri, sbarcandovi il 5 novembre seguente (37). Preso nuovamente contatto col pascià ed ottenute le necessarie autorizzazioni, i redentori si misero prontamente all’opera ed entro il gennaio del 1587 conclusero il riscatto di ben 242 schiavi cristiani, 23 dei quali, questa volta, erano sardi(38).
Tutte le operazioni si svolsero dentro la città d’Algeri, quantunque a Giovanni Sanna, come redentore e come vescovo d’Amurias, fosse stato concesso un salvacondotto che gli dava la più ampia libertà di movimento per tutta la Barberia. Nell’originale bilingue, «in idioma italiano e turchesco», si legge quanto segue:

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Cattedrale di S. Antonio di Castelsardo*

olii sacri

Nei sotterranei della Cattedrale di S. Antonio di Castelsardo, vanno mettendo in luce i resti della chiesa romanica di S. Antonio, antico priorato dei Benedettini (P. Martini, Storia Ecclesiastica di Sardegna, Cagliari 1841, vol. III, p. 432). 

Divenne cattedrale della diocesi di Ampurias nel 1503 e fu Giovanni Sanna, vescovo della Diocesi dal 1586 al 1607, a far costruire la cattedrale (Pintus 1908, p. 110) sulla chiesa conservandone l’intitolazione.

L’interno, che è caratterizzato dalla presenza in ogni cappella — come anche nel braccio sinistro del transetto — di un altare ligneo intagliato e dorato, ha forse nella cappella dedicata a S. Filippo Neri il suo retablo più antico e d’intonazione più arcaica; pur nella varietà dei tipi che s’incontrano in Sardegna durante il ’600 e il ’700 è assolutamente singolare per schema compositivo. Evidentemente nato per quella cappella, la quarta a sinistra, non può essere stato fatto prima della canonizzazione del Santo cui è dedicato, che avvenne nel 1622 (Enc. Catt. ad vocem), mentre l’altare più antico della chiesa è quello dedicato alla Madonna del Monte Carmelo, che reca la data 1640. Grandioso e bellissimo è l’altare di S. Antonio nella testata del transetto, datato 1738

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(*) Corrado Maltese, Arte in Sardegna dal V al XVIII, De Luca Editore, p. 217.

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