ARCHICONFRATERNITA DEL GONFALONE
L’Archiconfraternita del Gonfalone e l’opera di redenzione degli schiavi.
Dagli episodi sopra riportati, appare chiara la difficile situazione sia degli schiavi imprigionati, sia per la Chiesa di Roma che, rinvigorita dopo il Concilio di Trento (1536), era nuovamente in pericolo per l’eresia islamica.
Per questo sorsero da più parti le iniziative per riscattare gli schiavi tenuti prigionieri. Tra queste quella promossa da S. Giovanni di Matha e S. Pietro Nolasco; fondatori, il primo dell’Ordine dei Trinitari, al tempo del papato di Innocenze III (1161 – 1216); l'altro dell'Ordine dei Padri della Mercede, detti anche della Redenzione degli schiavi o ancora chiamati Confratelli della Congregazione di Nostra Signora della Misericordia.
Proprio con S. Pietro Nolasco la Compagnia del Gonfalone assunse il compito di dar vita all' Opera del riscatto de' schiavi. Questi, col consiglio di S. Raimondo di Pennafort e colla protezione di Giacomo Re di Aragona, fondò in Barcellona nel 1223 una Congregazione di Gentiluomini i quali, seguendo il suo esempio, destinarono una parte dei loro beni per redimere i cristiani ridotti in servaggio. Erano cavalieri e confratelli che si dedicavano a tale opera di grande valore e, oltre ai voti emessi, ebbero anche la possibilità di impiegare la propria vita e i propri beni per una giusta causa.
Nel 1235 Papa Gregorio IX (1270-1241) approvò quest'Ordine, ma Clemente V (1264-1314) avendo ordinato nel 1308, che la Congregazione fosse governata da un Religioso Sacerdote, ne attuò di fatto la separazione tra chierici e laici. I cavalieri furono inseriti negli ordini militari, e gli ecclesiastici fondarono la Congregazione della Mercede. Per i due ordini, fu difficile sopperire alle spese ingenti per la redenzione degli schiavi, giacché i Musulmani, in particolar modo nello Stato Pontificio, intensificavano le loro incursioni.
Il Pontefice Gregorio XIII (1502-1585) non sordo ai lamenti dei congiunti di chi era posto in schiavitù, decise di fondare a Roma l'Opera della Redenzione degli schiavi per gli stati della Chiesa, deliberando di affidarla all' Archiconfraternita del Gonfalone che era la più antica e la più conosciuta per le attività caritatevoli e per il recupero degli schiavi dal 1404.
La deliberazione fu comunicata ai Guardiani e ai Fratelli del Gonfalone il 29 di gennaio 1581, i quali accettarono di buon grado.
Il 28 maggio 1581, pertanto, fu loro spedito il Breve pontificio in cui si dava al sodalizio le più ampie facoltà al fine del raggiungimento dello scopo.
Per questo giunsero da Napoli i Capitoli della Compagnia Redemptìonis Captivorum[6], col quale, abrogato il privilegio dei PP. Trinitari e Mercedari di raccogliere elemosine negli stati della Chiesa, lo trasferì all’Archiconfraternita per tutte le città e terre immediatamente e mediatamente soggette alla Santa Sede.
Note