PERCORSI STORICI - MONS. GIOVANNI SANNA SECONDA MISSIONE AD ALGERI
Nel settembre del 1586 ritroviamo a Roma il decano dAles, in procinto d'essere eletto vescovo d'Ampurias, intento a stringere un patto col Gonfalone, in virtù del quale egli si sarebbe recato una seconda volta in Barberia come redentore della Compagnia, alle stesse condizioni della prima volta, cioè a proprie spese ma con la libertà di riscattare per proprio conto un certo numero di schiavi sardi.
La nuova missione del Gonfalone, formata, oltre che da Giovanni Sanna, dai padri cappuccini Dionigi da Piacenza, Arcangelo da Rimini, Angelo da Forlì e Ilario da Bologna, salpò da Civitavecchia il 29 settembre 1586 e fece tappa ad Alghero, accolta con sollecitudine ed onore dalle locali autorità, come efficacemente riporta il padre Dionigi: «Gionti qui siamo stati tanto accarezzati dal Monsig.re Ill.mo di questa Città quanto non si potria di più principalmente per rispetto di Monsig.re nostro e poi voi altri Sig.ri et devotione dell'habito nostro e cossi siamo grandemente accarezzati da tutti e Monsig.re principalmente è tanto acarezzato e visitato da Alcaldi di quest'Isola e presentato come se fosse gionto un gran cardinale».
Da Alghero, lasciati provvisoriamente a terra per infermità i padri Arcangelo ed Ilarione, il 29 ottobre si riprese il mare per Algeri, sbarcandovi il 5 novembre seguente. Preso nuovamente contatto col pascià ed ottenute le necessarie autorizzazioni, i redentori si misero prontamente all'opera ed entro il gennaio del 1587 conclusero il riscatto di ben 242 schiavi cristiani, 23 dei quali, questa volta, erano sardi. Tutte le operazioni si svolsero dentro la città d'Algeri, quantunque a Giovanni Sanna, come redentore e come vescovo d'Ampurias, fosse stato concesso un salvacondotto che gli dava la più ampia libertà di movimento per tutta la Barberia (C. Manca, op.cit. p- 390)