Giovedì, 25 Aprile 2024

Cattedrale di S. Antonio di Castelsardo*

olii sacri

Nei sotterranei della Cattedrale di S. Antonio di Castelsardo, vanno mettendo in luce i resti della chiesa romanica di S. Antonio, antico priorato dei Benedettini (P. Martini, Storia Ecclesiastica di Sardegna, Cagliari 1841, vol. III, p. 432). 

Divenne cattedrale della diocesi di Ampurias nel 1503 e fu Giovanni Sanna, vescovo della Diocesi dal 1586 al 1607, a far costruire la cattedrale (Pintus 1908, p. 110) sulla chiesa conservandone l’intitolazione.

L’interno, che è caratterizzato dalla presenza in ogni cappella — come anche nel braccio sinistro del transetto — di un altare ligneo intagliato e dorato, ha forse nella cappella dedicata a S. Filippo Neri il suo retablo più antico e d’intonazione più arcaica; pur nella varietà dei tipi che s’incontrano in Sardegna durante il ’600 e il ’700 è assolutamente singolare per schema compositivo. Evidentemente nato per quella cappella, la quarta a sinistra, non può essere stato fatto prima della canonizzazione del Santo cui è dedicato, che avvenne nel 1622 (Enc. Catt. ad vocem), mentre l’altare più antico della chiesa è quello dedicato alla Madonna del Monte Carmelo, che reca la data 1640. Grandioso e bellissimo è l’altare di S. Antonio nella testata del transetto, datato 1738

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(*) Corrado Maltese, Arte in Sardegna dal V al XVIII, De Luca Editore, p. 217.

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