Domenica, 24 Novembre 2024

Michele Obino*

Nacque il 19 gennaio 1769 da Don Ignazio e Donna Cecilia Massidda e, dopo gli studi elementari, fu avviato agli studi ecclesiastici, per suggerimento dello zio Don Pietro Obino Meloni, che morì il 18 luglio del 1796 in Ales dove era canonico Vicario Generale di quella diocesi. (47)

Entrato nel Canopoleno di Sassari vi ebbe, per compagni, numerosi aderenti al movimento liberale che si era iniziato nell’isola. A venticinque anni raggiunse il massimo grado di professore collegiale in Decretale e Diritto Canonico nella predetta Università dove si distinse subito per la soda preparazione, intelligenza aperta e austerità di parola e di pensiero. Di lui abbiamo una nota biografica stesa a Parigi nel 1803 da Don Giovanni M. Angioi:

«Io sottoscritto, ex membro della Commissione dei Soccorsi per gli Italiani rifugiati, che era stabilito a Parigi presso il Ministero degli Affari Esteri (per guasto dell’originale mancano alcune parole) durante il tempo che ero Senatore e Governatore della Città di Sassari e di tutta la parte settentrionale dell’isola di Sardegna, ho conosciuto in maniera particolare l’Abbate Michele Obino, professore di Giurisprudenza nell’Università di Sassari (mancano parole) le sue qualità personali, le sue abitudini ed suoi studi.

Appartenente ad una nobile e distintissima famiglia isolana, di Santu Lussurgiu, paese della provincia di Sassari, egli ricevette un’ottima educazione nel Collegio Provinciale Metropolitano dei Nobili, esistente nella detta città di Sassari. Essendosi distinto in tutti i corsi, egli fu nominato dai Superiori del Collegio come precettore di quattro classi di filosofia morale, nonché Matematiche.

Essendosi particolarmente dedicato allo studio del Diritto Romano e Canonico, egli si distinse inoltre in tutti gli esami e gradi del Bacellerato, di Licenza, e del Dottorato; egli fu in seguito accolto come membro del Collegio di Giurisprudenza, avendo sostenuto durante tre ore le tesi sorteggiate in conformità ai regolamenti dell’Università. (48)

Le brillanti prove ch’egli diede del suo profondo sapere in quest’arte difficile gli procurarono l’onore di venire destinato dal Collegio per le supplenze delle cinque cattedre che componevano la Scuola del Diritto Romano, una delle più fiorenti di tutta Italia. Una delle cinque Cattedre essendo vacante, ed avendo il detto Obino sostenuto in modo brillante le prove del concorso, egli fu eletto all’unanimità dai professori e membri del Collegio come professore di Giurisprudenza fra tutti i numerosi concorrenti (per deterioramento del documento mancano varie parole).

Durante il corso della mia attività governativa e della mia residenza in Sassari, osservai che il Signor Obino godeva, giustamente, reputazione di giuriconsulto illuminato ed di onesto cittadino, per la sua illibata condotta e per la severità dei suoi costumi.

Da tutto ciò che vengo a dire in favore del Signor Obino, essendo esattamente informato e pienamente convinto, è con la più buona volontà e con mia soddisfazione che gli do il presente certificato e firmo di mia mano, come il più veritiero e sìncero attestato della mia stima per la sua persona, e per le sue virtù e per la sua cultura.

Fatto in Parigi nella mia dimora di via Grenelle il 22 piovoso, anno 13°. Giov. Maria Angioi, Deputato dei sardi nella Commissione dei Soccorsi per gli Italiani Rifugiati».

Nell’ultimo decennio del sec. XVIII Santulussurgiu era uno dei più grossi centri della Sardegna, come attesta Don Francesco Maria Porcu nella breve monografia sul villaggio: «dalle comode abitazioni da poter figurare in qualunque città del Regno, ed in tutto in resto può gareggiarsi con le città di provincia per il numero grande dei suoi sacerdoti e dei nobili, e di qualche avvocato, ed anche per la proprietà e lusso invalso come in qualunque città del Regno, tranne le capitali».

Esisteva nel villaggio un gruppo. numeroso di quella nobiltà minore che diede il numero maggiore di seguaci a Don Giov. Angioi, per cui nel, villaggio stesso deve essersi creata una forte corrente giacobina, se non massone, con in primo piano i fratelli dell'Obino, Don Agostino e Don Raffaele, il loro cognato Antonio Martino Massidda (50) il parente di questi Angelo Cherchi, col fratello Vicario Sac. Diego, e il fratello Giov. Antonio (51), il ricco possidente Francesco Serra, cognato del Massidda, nonché membri della nobile famiglia Meloni parente di quella dei Cherchi per cui, legate le principali famiglie lussurgesi da vincoli di sangue, vieppiù si unirono nel movimento politico antifeudale, che fece del villaggio la roccaforte del movimento di Giov. Maria Angioi, posto che il popolo lussurgese non chiedeva di meglio, ribelle per sua natura, erede degli indomiti Sardi Pelliti, che stroncare le prepotenze e le imposizioni feudali, per cui diede tanto filo da torcere alle autorità viceregie e alla feudataria, mandando in bestia Carlo Felice che, da nume irato, più volte levò minacciosamente la sua voce contro i lussurgesi che, per nulla impauriti, imperterriti, gli tennero testa con una sorda, concorde, ostinata opposizione, a volte attiva, altre passiva, mettendosi sempre di traverso ai suoi disegni di sovrano dispotico.

Note

* In: Felice Cherchi Paba, Don Michele Obino e i moti antifeudali lussurgesi (1796 - 1803), Editrice Sarda Fossataro, Cagliari 1969, pp. 30 - 32.
(47) Archivio di Stato - Cagliari - Segreteria di Stato - Serie I, vol. 65, pag. 213.
(48) La patente di regio professore della R. Università di Sassari. L’Obino l’ebbe, unitamente a Don Angelo Simon, il 31 ottobre del 1794 - Archivio di Stato - Cagliari - Segreteria di Stato - Serie I, vol. 313, pag. 26.
(49) Boi A. - Napoleone e lo sbarco in Inghilterra - Sassari - Studi Sassaresi - Serie II vol. XIX Fase. I - Sassari 1941.
Il Boi affermò che, detto certificato, servì all’Obino per entrare nella Sorbona, quando questa nel 1803 era ancora chiusa, sede degli artisti.
(50) Sia il Boi che il Tola lo citano erroneamente col nome di Antonio Maria.
(51) I Simon di Alghero ebbero per ava paterna una Cherchi. Vedi: Catardi R. - Matteo Luigi Simon e la Crisi Politica dell’isola di Sardegna. Alghero 1964.

 

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