Domenica, 24 Novembre 2024

RASSEGNA STAMPA

ARCHEOCLUB D'ITALIA ONLUS

ALLA COMMISSIONE GOVERNATIVA BELLEZZA @ GOVERNO.IT

loghi 02 onlusSantu Lussurgiu StemmaALLA COMMISSIONE GOVERNATIVA  BELLEZZA @ GOVERNO.IT

e, p.c.:

AL PRESIDENTE NAZIONALE ARCHEOCLUB D'ITALIA ONLUS

 

 L’Archeoclub d’Italia Onlus è una associazione di volontariato per i Beni Culturali, dotata di personalità giuridica con D.P.R. 565 del 24 luglio 1986, che persegue da statuto le finalità di collaborare con soggetti pubblici e privati per la fruizione, tutela, valorizzazione e promozione dei beni culturali.

La sede Regionale della Sardegna, di recente costituzione e mossa da grande entusiasmo, accoglie con favore l’invito del Governo a segnalare le necessità delle comunità locali di recuperare “i luoghi culturali dimenticati, da ristrutturare o reinventare per il bene della collettività o un progetto culturale da finanziare” da parte dello Stato. Unitamente e in stretta intesa con l’Amministrazione comunale di Santu Lussurgiu (Oristano), intende pertanto proporre al Governo due idee-progetto che di seguito si riportano nelle linee essenziali.

SALVAGUARDIA, VALORIZZAZIONE E FRUIBILITÀ DI UN'AREA ARCHEOLOGICA DI GRANDE PREGIO SITA NEL TERRITORIO DI SANTU LUSSURGIU (OR).

Ci riferiamo al monumento complesso denominato Nuraghe Piricu e alla c.d. Valle dei Nuraghi ricca di testimonianze importanti della civiltà nuragica che s’integrerebbero magnificamente e si completerebbero geograficamente alle aree archeologica limitrofe già valorizzate con gl’interventi effettuati sul  Nuraghe Losa in territorio di Abbasanta, su quello di Lugherras e sul complesso archeologico di Santa Cristina in territorio di  Paulilatino. Siti che ogni anno richiamano migliaia di visitatori.

Il Nuraghe Piricu e la Valle dei Nuraghi che si propongono all’attenzione del Governo insistono su un’area di straordinario interesse per l’altissima densità archeologica comprendente,  tra gli altri, il Pozzo sacro e il nuraghe di Matta Ittiri,  i villaggi nuragici di Mura Lavros e Campuzzola, le tombe di giganti di Baracontu e Campu Scudu e  numerosissimi altri nuraghi, betili, domus de janas e tombe di giganti disseminati in tutta l’area considerata.

Il patrimonio archeologico di Santu Lussurgiu non è mai stato oggetto di alcun intervento che ne favorisse lo studio, la salvaguardia e la valorizzazione. Questa carenza rivela la desolante contraddizione esistente tra l’enorme potenzialità delle rilevanze archeologiche e ambientali presenti nella zona e la fruibilità  turistica delle stesse, oggi totalmente inesistente; tra le potenzialità oggettive di sviluppo turistico del territorio e la grave crisi occupazionale e di prospettive per i giovani e le comunità delle zone interne dell’Isola e del Montiferru in particolarte.

La fruizione di Nuraghe Piricu e dell’area sopraccennata, allo stato attuale, è possibile solo a piedi e con notevoli difficoltà a causa della cancellazione degli antichi sentieri dovuta agli incendi, alle privatizzazioni di feliciana memoria, all’incuria dell’uomo, ma anche agli inglobamenti abusivi di stradine e viottoli da parte di privati, avvenuti nella più totale indifferenza delle Istituzioni.

L’intervento governativo richiesto, che le finanze locali e regionali non permettono, consentirebbe di riqualificare l’intera area e di ricollegare i nuraghi Losa, Lugherras e il complesso archeologico di Santa Cristina col Nuraghe Piricu e la Valle dei Nuraghi sopra accennati, e ciò attraverso lavori a scarsissimo impatto ambientale e, considerata l’area d’intervento, con costi abbastanza contenuti.

In tal modo verrebbe completato lo studio scientifico dell’intero insediamento preistorico di questa parte di Sardegna, ampliata l’offerta turistica e, attraverso gli antichi sentieri che collegavano tra loro i principali nuraghi, realizzato l’accesso diretto per quella via alla SS 131 Carlo Felice (che è la maggiore arteria stradale della Sardegna) in grado di convogliare significativi flussi turistici verso il Montiferru e ridare ossigeno agli operatori turistici, all’enogastronomia, all’agroalimentare e all’artigianato tipico  dell’intero comprensorio

Il link seguente e il percorso segnato in rosso consentiranno la localizzazione più dettagliata dell’area oggetto dell’intervento:  www.laboccadelvulcano.it

Accanto al progetto archeologico l’Archeoclub d’Italia onlus - Sardegna ha a cuore anche il progetto storico sulla figura e l’opera di monsignor Giovanni Sanna Porcu di Santu Lussurgiu.

IL VESCOVO LUSSURGESE GIOVANNI SANNA PORCU (1529 – 1607) PROMOTORE DI CULTURA, REDENTORE DI SCHIAVI E AMBASCIATORE DI PAPA SISTO V IN AFRICA E IN MEDIORIENTE

Mons. Giovanni Sanna Porcu nato a Santu Lussurgiu nel 1529, è ancora poco conosciuto dai suoi conterranei, ma la sua vita esemplare, il generoso apostolato nella diocesi di Ampurias e Civita, le opere pubbliche e artistiche realizzate in Sardegna col suo determinante contributo meriterebbero un posto di primo piano nella storia della Sardegna, dell’Italia e del Mediterraneo.

Egli infatti, col suo determinante contributo, fu fondatore e artefice determinante di opere quali: la fondazione delle case del noviziato gesuitico di Cagliari e Sassari, la costruzione di un ponte sul fiume Coghinas, l’edificazione del Duomo di Castelsardo e la donazione di ricchi arredi sacri alla parrocchiale del suo paese. Ancora più importanti furono le sue missioni diplomatiche condotte ad Algeri: una nel 1584 durante il pontificato di Gregorio XIII, l’altra durante quello di Sisto V nel 1587 che consentirono a centinaia di schiavi cristiani in mano ai turchi di rientrare in patria e tra questi numerosi sardi riscattati a sue spese.

Il progetto che si intende sviluppare avrà durata pluriennale, fino al 2021, anno del V centenario della nascita di Papa Sisto V (1521-1590), il quale con l'Archiconfraternita del Gonfalone fu artefice della politica mediterranea nell’opera di redenzione degli schiavi cristiani e mentore di monsignor Giovanni Sanna Porcu che per i suoi meriti diplomatici, la prudenza e l’autorevolezza del suo giudizio, fu creato vescovo della Diocesi di Ampurias e Civita, su proposta di Filippo II re di Spagna.

Nel primo anno (2016) in stretta collaborazione con l'Amministrazione comunale di Santu Lussurgiu verranno realizzati una serie di eventi propedeutici alle Celebrazioni Sistine del prossimo 2021. Al grande vescovo sarà intitolata la piazza principale di Santu Lussurgiu a cui seguirà un seminario di studi per fare il punto sulla figura storica, diplomatica, sociale e religiosa del grande prelato lussurgese e per favorire e sollecitare nuove ricerche sulla sua opera di diplomatico presso le reggenze barbaresche del nord Africa e il Gran Sultano di Costantinopoli, oggi Istrambul, ove egli operò più proficuamente.

Negli anni seguenti, dal 2017 al 2021 compreso, verranno attivate sinergie con i comuni di Cagliari, Sassari, Castelsardo e Ales per realizzare convegni e mostre riguardanti la vita e la prolifica attività di monsignor Sanna Porcu quale vescovo,  promotore di cultura e filantropo, essendo lui, come si è accennato in precedenza, fondatore e finanziatore dei collegi gesuitici di Cagliari e Sassari, nonché generoso patrocinatore dell’edificazione della Cattedrale di Castelsardo e di altre opere pubbliche della sua Diocesi.

In particolare, ripercorrendo la lungimirante e proficua attività diplomatica di monsignor Sanna Porcu ad Algeri, si vuole attualizzare il dialogo politico-religioso tra Occidente e Oriente  promuovendo seminari e incontri multietnici di mediazione culturale e sociale tra le popolazioni del Mediterraneo, assumendo come utile paradigma metodologico quello del vescovo Sanna Porcu per favorire la comprensione e comunicazione tra le differenti etnie che oggi massicciamente migrano verso l’Italia e l’Europa.

L'intento è quello di favorire l'integrazione culturale coinvolgendo mediatori culturali di diverse etnie attraverso seminari, punti d'ascolto, centri di consulenza e assistenza in grado di far collaborare associazioni, ospedali, scuole, carceri, tribunali et altro per integrare a livello culturale e sociale i rifugiati, richiedenti asilo politico, profughi e migranti in fuga dalle guerre del paese d'origine nella nostra società.

Approfodimenti:http://www.laboccadelvulcano.it/

Con la presente ci pregiamo portare all’attenzione del Governo le emergenze culturali sopra accennate, nella consapevolezza che il Montiferru e la Sardegna tutta hanno bisogno d’interventi urgenti e mirati che consentano il miglioramento dei livelli di conoscenza del proprio patrimonio archelogico e storico-culturale, dell’elevazione della qualità della vita delle comunità che vi risiedono offrendo loro serie e durature prospettive di sviluppo economico atte a creare nuova occupazione e  porre fine al grave fenomeno dello spopolamento.

Con i sensi più profondi di viva cordialità

Santu Lussurgiu, 30 maggio 2016

UMBERTO GUERRA
CONSIGLIERE NAZIONALE ARCHEOCLUB D’ITALIA ONLUS PER LA SARDEGNA

DIEGO LOI
SINDACO DI SANTU LUSSURGIU - PRESIDENTE UNIONE DEI COMUNI “MONTIFERRU – SINIS"

APIAMO - LABORATORI DI APICOLTURA

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LABORATORIO APICOLTURA
(Base)

Durata: 22 ore
Periodi: 15 - 26 febbraio / 10 - 22 ottobre
(Tutti i giorni, domeniche escluse)

Luogo di svolgimento: Santu Lussurgiu, via Alagon, 29
Programma: lezioni teoriche e pratiche.
(All'atto dell'iscrizione verrà fornito il programma di dettaglio dell'intero corso).
Docente: Bruno Onnis - R.P.

Quota Iscrizione: 30,00 euro, in alternativa: mutuo di 3 ore della BdT - Santu Lussurgiu
Costo partecipazione al corso: 240,00 euro, in a<lternativa: mutuo di 48 ore della: BdT - Santu Lussurgiu

RIPRISTINO SENTIERO CASCATE SOS MOLINOS

pannello sicSabato 20 gennaio 2018, due squadre dell'Archeoclub di Santru Lussurgiu hanno effettuato una prima ricognizione  sull'antico sentiero che, partendo dalla località Codinas Murtas, nell'immediata periferia sud-ovest di Santu Lussurgiu, conduce, per un tratto parallelamente alla SP 15, alle Cascate di Riu Sos Mòlinos.

Obiettivi del progetto

Obiettivi generali;

Il progetto intende perseguire le seguenti finalità:

  • Tutelare, ripristinare, riqualificare, curare e valorizzare le aree di verde ed i parchi presenti sul territorio comunale che oggi risultano un po' trascurati stante la grossa estensione territoriale.
  • Rendere fruibili e accessibili le aree di interesse naturalistico, sportivo, turistico tramite azioni mirate che possano coinvolgere diverse e/o specifiche fasce d'utenza (bambini, anziani e soggetti diversamente abili)
  • Promuovere il turismo ambientale e il senso civico-ecologico delle nuove generazioni, riducendo l'uso improprio di tale aree ovvero l'accumulo di immondizia, rifiuti, oggetti abbandonati ecc.
  • Offrire ai giovani volontari conoscenze, capacità, esperienze, strumenti di qualificazione professionale spendibili nel mondo del lavoro, neirambito dei nuovi mestieri legati all'ambiente.

Aree di intervento individuate:

  • Sito di Importanza Comunitaria (SIC) "Riu Sos Molinos - Sos Lavros - Monte .Urtfgu".
  • Borgata di San Leonardo
  • Parchi Urbani
  • Zone verdi
  • Beni naturalistici
  • Zone di interesse archeologico

Obiettivi specifici:

FAVORIRE L'ACQUISIZIONE DI COMPETENZE SPECIALISTICHE RISPETTO ALLA SALVAGUARDIA, TUTELA E GESTIONE DELL'AMBIENTE E DEL TERRITORIO SALVAGUARDIA DEI I PARCHI URBANI E I BENI NATURALISTICI RICADENTI NEL TERRITORIO

Azione:

  • Migliorare e promuovere una nuova cultura ambientale.
  • Monitoraggio dei territori attraverso la mappatura degli stessi e la predisposizione di un programma dettagliato che riguardi le attività di valorizzazione, cura, manutenzione e salvaguardia delle aree individuate.
  • Assicurare la sorveglianza sistematica delle aree.

Risultato atteso:

  • Elaborazione del programma di interventi per la cura e la manutenzione delle aree verdi e dei parchi individuati nel seguente progetto.
  • Organizzazione ed espletamento delle attività di cura, manutenzione e valorizzazione delle aree verdi e dei parchi e delle aree interessate dal seguente progetto (pulizia delle aree, taglio potatura e sfalcio).
  • Controllo e monitoraggio del territorio.
  • Bonifiche di discariche abusive.

Indicatori di risultato

  • N° totale di interventi realizzati per la cura e la manutenzione delle aree individuate
  • N° totale bonifiche di discariche effettuate
  • N° di giornate di vigilanza effettuate

VALORIZZARE I PERCORSI E LE AREE VERDI BISOGNOSE DI MAGGIORE CURA 

Azione:

Operare a supporto dei collaboratori comunali e responsabili dell'associazioni locali nella valorizzazione delle aree d'interesse del progetto in particolare nelle attività di pulizia e sistemazione dei percorsi e manutenzione della segnaletica dei sentieri fruibili anche dai turisti.

Risultato atteso:

  • Rafforzamento della conoscenza del territorio e dell'ambiente
  • Miglioramento della percorribilità dei sentieri (pulizia, sfalcio, potatura).
  • Miglioramento segnaletica

Indicatori di risultato:

  • N° totale di sentieri resi fruibili
  • N° Metri/Km di sentieri interessati da attività di manutenzione (taglio e sfalcio della vegetazione, potatura cespugli, ecc.)
  • N° percorsi da sistemare

FAVORIRE L'ACQUISIZIONE DI COMPETENZE RISPETTO ALL'ORGANIZZAZIONE DI ATTIVITÀ DI PROMOZIONE DI PROGETTI AMBIENTALI, SIA EDUCATIVI CHE PROMOZIONALI DEL TERRITORIO SUPPORTARE LA REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ 

Azione:

Operare al fianco dell'Amministrazione Comunale e della Compagnia Barracellare e dell'Archeoclub d'Italia sede locale Santu Lussurgiu per l'organizzazione dei diversi eventi legati alle attività proposte: giornata ecologica, festa dell'albero, escursioni,


Risultato atteso
:

  • Progettare e realizzare materiali di comunicazione per la promozione dei vari eventi (giornata ecologica, festa dell'albero, escursioni)
  • Rafforzamento dell'offerta turistica complessiva migliorando la fruibilità ai siti di interesse naturalistico (aree SIC) e archeologico
  • Creazione di itinerari naturalistici e archeologici

Indicatori di risultato:

  • N° eventi proposti (giornata ecologica, escursioni)
  • N° partecipanti agli eventi
  • N° materiali di comunicazione prodotti

Obiettivi generali per i volontari:

  • Svolgere un ruolo di cittadinanza attiva;
  • Acquisire nuove competenze culturali e professionali;
  • Instaurare una proficua relazione con gli utenti che sono coinvolti nella realizzazione del progetto;
  • Contribuire al miglioramento e al potenziamento delle attività di sostenibilità ambientale attivate nel paese;
  • Conoscenze e competenze in ambito ambientale.

Obiettivi specifici per i volontari:

  1. Conoscere l'organizzazione del Servizio Civile Nazionale e le leggi che lo regolamentano;
  2. Formare una consapevolezza ecologica e senso di appartenenza al proprio territorio;
  3. Acquisire conoscenze e competenze in diversi ambiti legati alla tutela della salute e dell'ambiente tramite un mix di formazione in aula ed esperienze sul campo;
  4. Applicare conoscenze e competenze acquisite nel percorso formativo ed educativo scolastico, alla pratica e al mondo del lavoro in campo ambientale e di promozione dei diritti;
  5. Imparare a comunicare con utenti di differenti fasce d'età e categorie sociali tramite la partecipazione attiva ad iniziative di informazione, educazione e sensibilizzazione di vario genere (organizzazione di convegni, attività di coinvolgimento delle Pubbliche Amministrazioni, azioni di animazione sul territorio, attività con i bambini, etc.);
  6. Acquisire competenze in tema di progettazione, organizzazione e gestione di iniziative finalizzate ad una gestione sostenibile del territorio ed alla diffusione di buone prassi in campo ambientale.

8) Descrizione del progetto e tipologia dell'intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo:

8.1 Complesso delle attività previste perii raggiungimento degli obiettivi Introduzione

Il presente progetto si prefigge con l'aiuto di n. 4 volontari di intervenire nelle aree del Comune di Santu Lussurgiu individuate al box 6. L’intervento svolto dal progetto sarà finalizzato, in un primo momento, alla manutenzione e alla conservazione degli elementi naturalistici, nelle aree in oggetto, grazie ad un’azione di monitoraggio dell’area, e successivamente anche alla loro valorizzazione.

Azioni - attività - tempi di realizzazione

1. Pianificazione delie attività

Il  presupposto del servizio è la predisposizione di azioni sinergiche programmate e coordinate dal Settore cultura del Comune che definisce tempi di svolgimento delle attività e le modalità di promozione delle stesse. Tutte le attività sono realizzate coinvolgendo attivamente i volontari e i copromotori; Archeoclub d'Italia sede locale di Santu Lussurgiu, La Compagnia Barracellare di Santu Lussurgiu.

La pianificazione delle attività può essere modificata in seguito ad esigenze sopravvenute.

1. Accoglienza ed avvio

All'avvio del progetto i volontari sono accolti dall'Olp, il quale illustra:

  • Le attività previste dal progetto
  • Le attività che coinvolgono i volontari
  • Le modalità di attuazione del progetto
  • L'organizzazione del SAP
  • L'organizzazione del SCN
  • Il ruolo ricoperto dall'OLP.

L'Olp fa conoscere ai giovani i referenti del servizio al quale fa capo il progetto.

Per la descrizione delle attività della Formazione generale e specifica si rinvia rispettivamente alle voci: 29/34 e 35/41.

Per la descrizione delle attività di Monitoraggio si rinvia alle voci 21) e 42).S

Per le attività di Promozione e sensibilizzazione del Servizio civile nazionale si rinvia

alla voce 17).

Altre attività (oltre a quelle sopra descritte) che permettono ai volontari di acquisire le competenze e le professionalità indicate alla voce 28.

Rapaci Capaci Onlus

martin okDall'incontro tra il maestro Falconiere Martin Strunga, la Falconeria internazionale e diversi amici Sardi appassionati, Rivive oggi in Sardegna l'ancestrale Arte della Falconeria, Disciplina patrimonio mondiale dell'umanità (UNESCO), che per le sue caratteristiche tramandabili attraverso osservazione diretta, costanza nella pratica e Vocazione alla materia, nell'isola andava involvendosi verso una potenziale estinzione o superficiale interpretazione. "Falconeria Sarda Giudicale Arborense": per ricordare che anche in Sardegna è esistito un florido periodo di Falconeria, culminante nel regno Giudicale di Eleonora d’Arborea, della quale, oltre alle numerose leggende che la relazionano ai rapaci, ereditiamo l'emendamento che li protegge, nella sua Carta De Logu... Questi i motivi per cui ci onoriamo dedicare al periodo Giudicale una delle nostre pagine Facebook e realtà mediatiche, risultando Precursori in Sardegna ed orgogliosi portabandiera storici del passato.

 

martin ilaria

 

 

 

 

 

 

 

 

rapaciccapaci logo ritagliato

Convocazione Assemblea MARTEDI’ 10 LUGLIO 2018

AI SOCI

ARCHEOCLUB D’ITALIA ONLUS

Sede locale di Santu Lussurgiu

(Lista distribuzione + sms)

OGGETTO: avviso convocazione Assemblea dei Soci.

                        L’Assemblea ordinaria dei Soci dell’Archeoclub d’Italia onlus – Sede locale di Santu Lussurgiu è convocata il giorno MARTEDI’ 10 LUGLIO 2018 alle ore 19,30 in prima convocazione e un’ora dopo in seconda, presso la propria Sede sociale in via della Pineta, 1 per discutere e deliberare sul seguente

Ordine del Giorno

  1. Lettura e approvazione verbale precedente;
  2. Criticità emerse in occasione dell’escursione “Itinerario delle Sughere” del 17 giugno 2018: rimedi e soluzioni possibili;
  3. Ratifica Convenzione col Comune per la gestione del CEAS “Don Deodato Meloni”;
    data e programma di massima per l’inaugurazione;
  4. Partecipazione Bando Assessorato Regionale per la Difesa dell’Ambiente per Progetti CEAS non accreditati. Presentazione del progetto definitivo inviato alla RAS;
  5. Programmazione operatività, visite e fruizione dell’area SIC durante il periodo estivo;
  6. Varie eventuali.

Saluti cordiali

Santu Lussurgiu, 5 luglio 2018

IL PRESIDENTE

                                                                                                           Umberto Guerra

Contesto settoriale: la valorizzazione dell'ambiente

CONTESTO SETTORIALE: LA VALORIZZAZIONE DELL'AMBIENTE

La valorizzazione e la cura delle aree verdi risulta vitale sia per migliorare la qualità della vita dei residenti che per rafforzare la naturale nuova vocazione turistica del paese. Infatti, il Comune di Santu Lussurgiu, per la particolarità del suo paesaggio, per l'unicità del centro storico e per il mantenimento delle tradizioni, beneficia di un discreto flusso turistico durante tutto l'arco dell'anno.

Il Comune di Santu Lussurgiu si propone di valorizzare le zone di interesse ambientale, la tutela del paesaggio, la difesa del suolo e della natura, avvalendosi di risorse umane e collaborazioni specialistiche reperibili tra il personale in ruolo o acquisite tramite convenzioni con soggetti esterni quali il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale ed Ente Foreste, Università, Archeoclub d'Italia, Compagnia Barracellare, Associazioni locali.

Il lavoro di tutela ambientale svolto dal Comune è volto alla valorizzazione e promozione del territorio anche attraverso l'impianto organizzativo e gestionale di progetti e servizi ad ampio respiro.

Infatti con una politica puntuale volta a fare di Santu Lussurgiu un Comune Sostenibile, con la redazione e l'adozione del regolamento sul decoro urbano e con le funzioni di protezione civile delegate in parte alla compagnia barracellare, è possibile sensibilizzare la popolazione sull'importanza del verde urbano e sui benefici che la cura e il rispetto di esso hanno sugli individui, ovvero:

  • funzione impattante; consente di mitigare il degrado di impianti e costruzioni frutto dell'attività dell'uomo;
  • funzione ecologico-ambientale: contribuisce a regolare gli effetti del microclima attraverso l'aumento dell'evapotraspirazione, regolando inoltre gli sbalzi termici estivi con una sorta di effetto di "condizionamento" naturale dell'aria;
  • funzione protettiva: intesa come importante funzione di protezione e di tutela del territorio in aree degradate o sensibili (argini di fiumi, scarpate, zone con pericolo di frana, ecc), e viceversa la sua rimozione può in certi casi produrre effetti sensibili di degrado e dissesto territoriale;
  • funzione sociale e ricreativa: la presenza di parchi, giardini, viali e piazze alberate o comunque dotate di arredo verde consente di soddisfare un'importante esigenza ricreativa e sociale e di fornire un servizio fondamentale alla collettività, rendendo più vivibile l'ambiente cittadino;
  • funzione socio-sanitaria: le aree verdi contribuendo al benessere psicologico ed all'equilibrio mentale;
  • funzione culturale e didattica: rappresenta un elemento importante dal punto di vista culturale (conoscenze botaniche) e didattico (in particolare per le scolaresche) per le nuove generazioni. Inoltre i parchi e i giardini storici, così come gli esemplari vegetali di maggiore età o dimensione, costituiscono dei veri e propri monumenti naturali, la cui conservazione e tutela rientrano fra gli obiettivi culturali del nostro tessuto sociale;
  • funzione estetica: anche la funzione estetico è rilevante, anche in considerazione del fatto che la presenza del verde migliora decisamente il paesaggio urbano rendendo più gradevole la permanenza in città.

In linea con tali processi l'Amministrazione comunale sta attivando dei programmi in grado di soddisfare i seguenti obiettivi:

  • tenuta e cura di parchi e giardini pubblici a garanzia dei fruitori ma anche della cura del patrimonio;
  • promozione di iniziative finalizzate alla sensibilizzazione e alla conoscenza dell'ambiente anche tramite la realizzazione di eventi ed attività di particolare richiamo a livello turistico-ambientale;
  • iniziative di educazione ambientale attuate in collaborazione con le Istituzioni Scolastiche presenti in paese e la consulta giovanile;
  • realizzazione di percorsi naturalistici;
  • tutela Area SIC "Riu Sos Molinos - Sos Lavros - Monte Urtigu", in collaborazione con l'Archeoclub d'Italia con sede a Santu Lussurgiu;
  • diverse edizioni della giornata ecologica e dell'ambiente in collaborazione con la Consulta Giovanile di Santu Lussurgiu, l'Associazione Borghi Autentici e il tutor dell'ospite, Archeoclub e la partecipazione di tutte le associazioni,
  • feste degli alberi per sensibilizzare le scolaresche su questa tematica;
  • valorizzazione delle numerose aree archeologiche presenti nel territorio comunale, tra i quali Nuraghe Piriccu e Elighe Onna";
  • campagna informativa porta a porta sulla raccolta differenziata;
  • adozione Piano di Protezione Civile.

Umberto Guerra

DSC03018Non so proprio che taglio dare per introdurre questo argomento che mi sta molto a cuore e mi affascina a tutto tondo: si tratta dell'archeologia e dei nuraghi in particolare, il simbolo stesso della Sardegna.

Più in generale, sono le pietre che esercitano su di me uno strano fascino e attraggono da sempre la mia attenzione.

Leggi tutto: Umberto Guerra

STATUTO

Archeoclub d’Italia onlus
Ente Morale
D.P.R. 24 luglio 1986 n. 565
- STATUTO NAZIONALE -

 


Art. 1 - Costituzione e scopi
1. L'Archeoclub d'Italia è un'Associazione culturale e di volontariato con finalità di solidarietà sociale, civile e culturale, senza fini di lucro, a carattere nazionale con Sede in Roma, ai sensi della legge 11 agosto 1991, n. 266, riconosciuta quale persona giuridica con decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1986 n. 565.

2. L'Associazione persegue i seguenti scopi:
a) promuovere e valorizzare i beni culturali, paesaggistici e ambientali di cui al Codice dei Beni Culturali e del paesaggio, decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e al Codice dell’Ambiente, decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive loro modificazioni e integrazioni;

b) tutelare e valorizzare la natura, l’ambiente, e il paesaggio;
c) diffondere fra i cittadini, e in particolare fra i giovani e nella scuola, l'interesse per i beni culturali e per l'ambiente;
c bis) contribuire alla formazione di una pubblica opinione informata sui Beni Culturali, anche in maniera critica e propositiva;
d) assicurare ai soci occasioni per il proprio arricchimento culturale;
e) concorrere con lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni e gli Enti pubblici e privati, con gli Organi dell’Unione Europea e con gli altri Organismi internazionali o comunque Stati esteri, quale Associazione di volontariato di cui alla Legge n. 266 del 1991, a tutelare e promuovere la conoscenza, la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e dell'ambiente nazionali ed europei nei limiti previsti dalle leggi e dalle disposizioni del Ministero per i Beni e le Attività culturali e del Turismo e del Ministero per l’Ambiente e della tutela del territorio e del Mare;
f) organizzare corsi di formazione professionale e di aggiornamento anche per docenti e operatori culturali e ambientali.
g) svolgere compiti di protezione civile nel settore di Beni Culturali secondo le disposizioni di cui alla legge 24 febbraio 1992, n. 225 e successive modificazioni e integrazioni all’uopo iscrivendosi nel Registro nazionale delle Associazioni di protezione civile.
3. Per il raggiungimento degli scopi di cui al comma 2, l'Associazione si avvale in modo determinante e prevalente delle prestazioni personali volontarie e gratuite dei propri aderenti.
4. Gli scopi di cui al comma 2 sono perseguiti dall'Associazione improntando la propria attività ai principi della qualità nella gestione dell'organizzazione e delle procedure operative.
5. Archeoclub d’Italia è altresì un’Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale (ONLUS) di cui all’anagrafe prevista dall’articolo 11, comma 1 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460 e successive modificazioni e integrazioni. Nella denominazione e in qualsiasi segno distintivo o comunicazione rivolta al pubblico è presente la locuzione “Organizzazione non lucrativa di utilità sociale” o l’acronimo “ONLUS”.
6. L’Associazione non può svolgere attività diverse da quelle tipiche delle ONLUS, a eccezione di quelle a esse direttamente connesse.
7. Gli utili o gli avanzi di gestione sono obbligatoriamente impiegati per la realizzazione delle attività istituzionali e di quelle a esse direttamente.

Art. 2 - Organizzazione operativa
1. L'Associazione si articola in Sedi locali costituite secondo le modalità stabilite nel Regolamento di Esecuzione del presente Statuto.
2. L'Associazione svolge attività:
a) nazionali e internazionali, attraverso la Sede centrale che opera direttamente o con la collaborazione delle Sedi locali;
b) regionali e locali, attraverso le Sedi locali in armonia con i programmi e le direttive dell'Associazione.
3. La Sede centrale assicura il collegamento e il coordinamento tra le Sedi locali e tra queste e la Sede centrale, nonché il rispetto da parte delle Sedi locali delle norme statutarie e regolamentari, degli indirizzi generali di politica associativa e dei Beni culturali definititi dagli organi centrali competenti, delle disposizioni obbligatorie deliberate dagli organi sociali competenti.
4. Il Presidente, sentito il Comitato direttivo e il Consigliere regionale, assume le iniziative e le misure statutarie e regolamentari per il rispetto di quanto previsto dal comma 3.

Art. 3 - Iscrizione negli albi del volontariato, delle associazioni di protezione civile e delle Associazioni di promozione Sociale – APS
1. Ove le leggi regionali di attuazione della legge 11 agosto 1991, n. 266, e sue successive modificazioni e integrazioni, richiedano l’iscrizione agli albi regionali del volontariato esclusivamente delle associazioni che operano sul rispettivo territorio, le Sedi locali presentano autonomamente la richiesta d’iscrizione informando la Sede Centrale.
2. Ove le leggi regionali di cui al comma 1 permettano l’iscrizione negli albi regionali anche dell’Associazione nazionale, disgiuntamente o anche in uno con la Sede locale, la relativa richiesta è inoltrata da Archeoclub d’Italia anche attraverso le Sedi locali.
3. Le Sedi locali possono deliberare l’iscrizione nei registri regionali delle associazioni di protezione civile, ove previsti dalla legislazione regionale, dandone comunicazione alla Sede centrale.
4. Le Sedi locali possono deliberare, con la maggioranza dei tre quarti dei soci della sede stessa, l’iscrizione ai registri regionali o provinciali delle Associazioni di Promozione Sociale di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 383, ove previsti dalla normativa regionale di attuazione e secondo le disposizioni della stessa.
5. Le Sedi locali iscritte ai registri regionali o provinciali della APS si muniscono di codice fiscale o partiva IVA autonomi dalla Sede Centrale; mantengono rigorosamente separate le attività statutarie e istituzionali svolte quali Sedi locali di Archeoclub d’Italia e quelle svolte quali APS; curano che nello svolgimento delle rispettive attività non si ingeneri confusione nei terzi circa la coincidenza delle attività statutarie-istituzionali e di quelle di promozione sociale; tengono contabilità separata
per le attività di promozione sociale; precisano, nei rapporti con i soci e con i terzi, la loro esclusiva responsabilità civile e amministrativa in relazione alle attività svolte sotto la forma di APS.
6. La violazione delle norme di cui ai commi 4, e 5 costituisce illecito disciplinare gravissimo a carico del Presidente e del Consiglio direttivo della Sede Locale e comporta il deferimento diretto a iniziativa del Presidente Nazionale, in deroga all’articolo 16, comma 2.

Art. 4 - Categorie di soci
1. L'Associazione è costituita da soci suddivisi nelle seguenti categorie:
a) ordinari;
b) sostenitori;
c) onorari;
d) juniores;
e) aggregati.
2. I soci ordinari sono cittadini italiani o stranieri. Essi partecipano alla vita dell'Associazione e danno alla stessa una fattiva collaborazione per il conseguimento degli scopi statutari e godono dell'elettorato attivo e passivo. Il Regolamento stabilisce i casi in cui nel medesimo nucleo familiare si può attribuire la qualifica di socio familiare cui attribuire agevolazioni associative.
3. I soci sostenitori sono gli Enti pubblici e privati, gli Istituti, le Accademie, le Società e i cittadini italiani o stranieri che versano una quota sociale annua non inferiore a quella determinata dal Consiglio Nazionale; partecipano alla vita dell'Associazione e danno alla stessa una fattiva collaborazione per il conseguimento degli scopi statutari. Essi godono del diritto di voto, dell'elettorato attivo e, limitatamente ai soci sostenitori persone fisiche, anche passivo.
4. Sono soci onorari, a vita e salvo loro rinunzia, i fondatori dell'Associazione e i presidenti emeriti dell’Associazione di cui all’articolo 11, comma 7, i cittadini italiani e stranieri che, a giudizio insindacabile del Consiglio Nazionale, abbiano fornito contributi di straordinario interesse nel campo dei beni culturali e ambientali o abbiano illustrato la vita dell'Associazione con iniziative di eccezionale merito o forniscano o abbiano fornito all'Associazione un contributo fattivo a cagione delle loro conoscenze professionali o dei loro meriti civili; essi possono partecipare alla vita dell'Associazione, godono dell’elettorato attivo e passivo e del diritto di voto.
5. I soci juniores sono cittadini italiani o stranieri, minorenni, ammessi per tale motivo a pagare una quota simbolica determinata dal Consiglio Nazionale; essi partecipano alla vita dell'Associazione limitatamente alle iniziative specifiche a essi dedicate e non godono dell’elettorato attivo e passivo né di diritto di voto.
6. I soci aggregati sono cittadini o organizzazioni straniere, i quali partecipano alla vita dell'Associazione, ma non godono, dell’elettorato attivo e passivo nè del diritto di voto.

Art. 5 - Modalità di associazione e requisiti
1. E’ ammesso alla qualifica di socio chi ne faccia domanda accettando lo Statuto e il Regolamento di attuazione e esecuzione dell'Archeoclub d'Italia e sia disposto a pagare la quota sociale annuale stabilita per la categoria di appartenenza.
2. La domanda di Associazione è presentata attraverso una Sede locale o direttamente alla Sede centrale e s’intende accolta, ove il Consiglio Direttivo della Sede locale o il Comitato Direttivo dell'Archeoclub d'Italia non la respinga con provvedimento motivato entro tre mesi.
3. Non possono assumere la qualifica di socio coloro che abbiano violato norme penali o amministrative poste a tutela dei beni culturali o ambientali, coloro i quali siano stati esclusi dall'Associazione, salva la riammissione disposta dal Consiglio Nazionale, e coloro che abbiano tenuto comportamenti non socialmente corretti.
4. La qualifica di socio si perde:
a) per dimissioni volontarie;
b) per morosità;
c) per esclusione deliberata dall’Assemblea a seguito di conforme decisione del Collegio dei Probiviri. Nelle more della decisione dell’Assemblea, il Presidente, su conforme deliberazione del Comitato Direttivo, può sospendere cautelarmente il socio qualora i fatti rilevanti disciplinarmente possano determinare un danno grave e irreparabile all’Associazione anche sotto il profilo dell’immagine, del prestigio e dell’autorevolezza.
5. Hanno diritto al voto e sono eleggibili alle cariche sociali, secondo le modalità del presente Statuto, i soci in regola con gli obblighi associativi almeno trenta giorni prima dell’Assemblea.
6. Nel caso d’indizione di elezioni per il rinnovo delle cariche sociali prima della scadenza del triennio, hanno diritto di voto i soci in regola alla data delle dimissioni degli Organi da rinnovare.

Art. 6 - Diritti dei Soci
1. I soci hanno diritto:
a) di partecipare a tutte le iniziative e manifestazioni organizzate dall'Archeoclub d'Italia e dalle Sedi locali, anche diverse da quella attraverso la quale hanno presentato la propria domanda di Associazione, a parità di condizioni con gli altri soci;
b) di godere dei servizi predisposti dalla Sede centrale e dalle Sedi locali, anche diverse da quella attraverso la quale hanno presentato la propria domanda di Associazione, a parità di condizioni con gli altri soci;
c) di partecipare alla vita associativa mediante l'esercizio del diritto di voto e di elettorato attivo e passivo, nei limiti e con le modalità previste dal presente Statuto e dal Regolamento.

Art. 7 - Doveri e obblighi dei Soci e clausola compromissoria associativa
1. I Soci hanno il dovere:
a) di partecipare alla vita associativa, fornendo il proprio apporto per il raggiungimento degli scopi sociali in modo personale, spontaneo e gratuito ed esclusivamente per fini di solidarietà;
b) di mantenere comportamenti, nella vita associativa, civile, privata e pubblica, improntati al rispetto dei beni culturali e dell'ambiente, nel territorio di qualunque Stato essi siano posti;
c) di adoperarsi concretamente per la tutela e salvaguardia dei beni culturali e dell'ambiente italiani e stranieri.
2. I soci hanno altresì il dovere:
a. di rispettare tutte le norme del presente Statuto e del Regolamento di esecuzione;
b. di mantenere nei confronti degli altri soci un comportamento improntato a correttezza civile e lealtà, nel rispetto della Persona, della sua dignità e del suo ruolo nella vita dell'Associazione.
3. I soci hanno l'obbligo:
a) di versare puntualmente e per intero la quota sociale alla scadenza, secondo le modalità previste dal Regolamento di attuazione ed esecuzione;
b) di adire preventivamente in via compromissoria il Collegio dei Probiviri:
- per qualsiasi controversia nascente, nei confronti dell'Associazione o dei soci, dall’interpretazione e applicazione del presente Statuto e del Regolamento di attuazione ed esecuzione;
- per qualsiasi controversia, nei confronti dell'Associazione o dei soci, inerente all’esercizio dei propri diritti o l'adempimento dei propri doveri e obblighi di socio;
- per qualunque controversia associativa o civile nei confronti dell'Associazione;
- per qualsiasi controversia nei confronti di altri soci, limitatamente ai rapporti associativi.

Art. 8 - Patrimonio
1. Il patrimonio è costituito da:
a) fondo iniziale di £. 27.000.000 pari a € 13.944,33;
b) beni mobili e immobili di proprietà dell'Associazione;
c) contributi, donazioni, sovvenzioni da parte di persone fisiche o Enti elargiti con la specifica destinazione di incrementare il patrimonio;
2. Il Regolamento di esecuzione stabilisce le modalità di pubblicità e pubblicazione dei bilanci dell'Associazione.
3. Eventuali utili o avanzi di gestione sono reinvestiti esclusivamente a favore delle attività istituzionali previste nell’articolo 1 e a quelle a esse direttamente connesse.
4. E’ vietato distribuire, anche in modo indiretto, utili e avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell’organizzazione, a meno che la destinazione o la distribuzione non siano imposte per legge o siano effettuate a favore di altre ONLUS che per legge, statuto o regolamento fanno parte della medesima e unitaria struttura.

Art. 9 - Disponibilità economiche
1. Per il raggiungimento dei propri scopi l'Associazione dispone:
a) delle quote sociali;
b) delle oblazioni volontarie dei soci;
c) delle sovvenzioni e dei contributi elargiti dallo Stato, da Enti pubblici o da privati;
d) dei proventi delle iniziative promosse dall'Associazione nei limiti di cui all'articolo 5 della Legge n. 266/91;
e) delle rendite del patrimonio

Art. 10 - Organi dell'Associazione
1. Sono organi dell'Associazione:
a) il Presidente;
b) l'Assemblea dei Soci;
c) il Consiglio Nazionale;
d) il Comitato Direttivo;
e) il Collegio dei Revisori dei Conti;
f) il Collegio dei Probiviri.
2. Tutte le cariche associative anche nell’ambito delle Sedi locali sono elettive, gratuite e hanno la durata di tre anni, con possibilità di riconferma per altri due mandati consecutivi e così per un massimo di nove anni consecutivi, E’ permessa la rielezione dopo tre anni dalla scadenza del mandato precedente.
3. Il Consiglio Nazionale, su proposta del Presidente, e su richiesta della maggioranza dei soci della Sede locale, tenuto conto della situazione della stessa, sentito il Consigliere Nazionale rappresentante regionale, può derogare al limite di cui al comma 2 per il Presidente o i componenti del Direttivo locale.
4. La disposizione di cui al comma 2 non si applica alle cariche di Revisore dei Conti e di componente del Collegio dei Probiviri che possono essere rieletti senza limite di mandati.
5. Le cariche associative negli organi dell’Associazione o delle Sedi locali sono incompatibili con le cariche di: Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Ministro o Sottosegretario, componente della Camera dei Deputati, Senatore del Senato della Repubblica, Presidente o Assessore regionale di una Regione anche diversa da quella in cui ha sede la Sede locale, Presidente o Assessore provinciali di una provincia, anche diversa da quella in cui ha sede la Sede locale, Sindaco o Assessore comunale del comune ove ha sede la Sede Locale.
6. Le cariche associative negli organi dell’Associazione o delle Sedi locali sono altresì incompatibili con incarichi di pari livello in partiti o organizzazioni politiche o sindacali.
7. L’incompatibilità di cui ai commi 5 e 6 determina l’ineleggibilità del socio, salvo che lo stesso non sia cessato dal mandato almeno quindici giorni prima delle elezioni.
8. Ove l’incompatibilità si determini dopo l’elezione, il socio decade dalla carica associativa, ipso jure e senza bisogno di dichiarazione da parte degli organi statutari, decorsi quindici giorni dalla data in cui si è verificata l’incompatibilità, salvo che nello stesso termine egli non decada, rinunci o si dimetta dalla carica che ha ingenerato l’incompatibilità.
9. Gli atti adottati dagli organi associativi con la partecipazione di eletti nelle condizioni d’incompatibilità di cui ai commi 5 e 6, decorsi quindici giorni dalla data in cui si è verificata l’incompatibilità, sono nulli ai fini interni e non impegnano l’Associazione o la Sede Locale nei confronti dei terzi. E’ esclusa in ogni caso la prova di resistenza.
Art. 11
Presidente nazionale
1. Il Presidente ha la rappresentanza legale dell'Associazione e compie tutti gli atti di gestione del patrimonio, sia mobiliare sia immobiliare, in nome e per conto dell'Associazione.
2. Il Presidente:
a) convoca e presiede l'Assemblea dei Soci, il Consiglio Nazionale e il Comitato Direttivo;
b) soprintende alle attività dell'Associazione e all’esecuzione delle delibere degli Organi
sociali;
c) sospende, su conforme delibera del Comitato Direttivo il socio ai sensi dell’articolo 5 comma 4;
d) indice le elezioni nazionale e regionali;
3. Il Presidente, in casi di particolare necessità e urgenza, adotta provvedimenti da sottoporre alla ratifica del Consiglio Nazionale o del Comitato Direttivo secondo la competenza, nella prima seduta utile.
4. Il Presidente, in caso di assenza o impedimento, anche non occasionale o temporaneo, è sostituito dal Vice-Presidente.
5. Il Presidente dura in carica sino alla scadenza del mandato triennale ovvero sino alla revoca disposta dal Collegio dei Probiviri ai sensi dell'articolo 26.
6. Il Vice Presidente eletto dal Consiglio Nazionale ai sensi dell’articolo 15, comma 2, lettera a) ha la rappresentanza legale dell’Associazione nei soli casi in cui sostituisce il Presidente a causa della sua assenza o impedimento.
7. Alla scadenza del mandato, il Consiglio Nazionale, su proposta di almeno due terzi dei suoi componenti, può attribuire al Presidente uscente, ove non rieletto o non rieleggibile, e in considerazione dei suoi meriti associativi o scientifici, il titolo onorifico di “Presidente emerito”. Egli è socio onorario vitalizio dell’Associazione, ai sensi dell’articolo 4, comma 4.
Art. 12
Assemblea ordinaria dei Soci
1. L'Assemblea dei Soci è l'Organo sovrano dell'Associazione, nei limiti della legge e del presente Statuto, ed è composta di tutte le categorie dei soci con esclusione degli junior, ciascuno dei quali dispone di un solo voto
2. L'esercizio del diritto di voto non può essere comunque delegato salvo che per l’approvazione del conto consuntivo e del bilancio preventivo e nei casi previsti dallo Statuto.
3. L'Assemblea ordinaria dei soci è indetta due volte l'anno dal Presidente e precisamente entro il mese di aprile per l'approvazione del conto consuntivo dell'anno precedente; entro il mese di novembre per l'approvazione del bilancio preventivo dell'anno successivo, nonché entro tre mesi dalla scadenza degli Organi sociali elettivi.
4. L'Assemblea ordinaria dei soci:
a) approva il conto consuntivo e il bilancio preventivo;
b) determina gli indirizzi di politica generale e indica le direttive per il raggiungimento dei fini sociali;
c) elegge gli Organi sociali, a eccezione del Presidente Nazionale, eletto dal Consiglio Nazionale, e dei rappresentanti regionali, eletti dai soci della regione.
d) Esegue la sentenza del Collegio dei Probiviri che pronuncia l’esclusione del socio.
5. L'Assemblea ordinaria dei soci è valida in prima convocazione con la presenza personale o per delega, se ammessa dal presente Statuto, o con la partecipazione al voto per corrispondenza, della metà più uno dei soci ordinari e sostenitori; in seconda convocazione, che non può svolgersi nello stesso giorno della prima, l'Assemblea è valida qualunque sia il numero dei soci presenti personalmente o per delega, se ammessa dal presente Statuto, o partecipanti al voto per
corrispondenza. Sia in prima sia in seconda convocazione, l'Assemblea ordinaria dei soci delibera con il voto favorevole della maggioranza dei votanti.
Art. 13
Assemblea straordinaria dei Soci
1. L'Assemblea straordinaria dei soci è indetta: dal Presidente quando ne ravvisa la necessità o su richiesta del Consiglio Nazionale o su richiesta di almeno un decimo degli associati che godono dell'elettorato attivo e passivo.
2. Salvi i casi di cui agli articoli 33 e 34, l'Assemblea straordinaria è valida in prima convocazione con la presenza personale o per delega, se ammessa dal presente Statuto, o con la partecipazione al voto per corrispondenza, della metà più uno dei soci ordinari e sostenitori; in seconda convocazione, che non può svolgersi nello stesso giorno della prima, l'Assemblea è valida qualunque sia il numero dei soci presenti personalmente o per delega, se ammessa dal presente Statuto, o partecipanti al voto per corrispondenza. Sia in prima sia in seconda convocazione, l'Assemblea straordinaria dei soci delibera con il voto favorevole della maggioranza dei votanti.
3. L'Assemblea straordinaria dei soci:
a) delibera le modifiche allo Statuto nei modi previsti dall'articolo 33;
b) delibera lo scioglimento dell'Associazione nei modi previsti dall'articolo 34;
c) in caso di dimissioni anticipate o di decadenza dei componenti degli organi associativi, che ne impedisca il funzionamento, è convocata per la ricostituzione degli organi entro tre mesi dal momento in cui il funzionamento è divenuto impossibile, dal Presidente Nazionale, o, in caso d’impossibilità e nell’ordine: dal Consigliere anziano o dal Presidente del collegio dei revisori o dal Presidente del collegio dei probiviri, anche se dimissionari o decaduti;
d) delibera su qualsiasi questione associativa sottoposta dal Presidente.
Art. 14
Modalità di voto
1. L'espressione del voto su qualsiasi argomento di competenza dell'Assemblea ordinaria o straordinaria può avvenire anche per corrispondenza, secondo modalità stabilite dal Regolamento di esecuzione, che garantiscano:
a) la conoscibilità da parte dei soci dell'indizione del voto epistolare;
b) la segretezza del voto;
c) l’indizione, contemporaneamente al voto epistolare, della competente Assemblea nazionale ordinaria o straordinaria, ove il socio possa partecipare ed esprimere il proprio voto personalmente.
Art. 15
Consiglio Nazionale
1. Il Consiglio Nazionale è composto di venticinque Consiglieri di cui venti Consiglieri Rappresentanti regionali eletti ai sensi dell’articolo 21 e cinque Consiglieri nazionali eletti dall’Assemblea ordinaria secondo le modalità stabilite nel Regolamento. Non sussistono differenze di funzioni e poteri tra i Consiglieri Nazionali e i Consiglieri Rappresentanti Regionali.
2. Il Consiglio Nazionale:
a) elegge nel proprio ambito il Presidente dell'Archeoclub d'Italia e un Vice-Presidente il quale sostituisce il Presidente esclusivamente in caso di sua assenza o impedimento;
b) nomina nel proprio ambito i membri del Comitato Direttivo;
c) nomina tra i soci un Tesoriere;
d) approva e modifica il Regolamento di attuazione ed esecuzione del presente Statuto predisposto dal Comitato Direttivo ai sensi dell'articolo 16, comma 4 lettera e);
e) richiede la convocazione straordinaria dell'Assemblea dei soci ai sensi dell'articolo 13, comma 1.;
f) propone all'Assemblea dei soci le modifiche allo Statuto sociale;
g) adotta, su proposta del Comitato Direttivo, le sanzioni disciplinari del richiamo scritto e della censura nei confronti di soci che non rispettino le norme del presente Statuto e del relativo Regolamento di attuazione ed esecuzione;
h) dispone la riammissione del socio colpito dai provvedimenti disciplinari di cui all'articolo 27;
i) accerta la decadenza del socio che venga a trovarsi nelle condizioni di cui all'articolo 5 comma 3 e 4, lettere a) e b);
l) predispone il programma associativo in base agli indirizzi e alle direttive dell'Assemblea dei soci e propone;
m) propone iniziative a carattere nazionale, interregionale e regionale in accordo con le indicazioni del Comitato tecnico scientifico;
n) determina l'importo delle quote annue dovute dalle singole categorie di soci;
o) attribuisce la qualifica di socio onorario;
p) dispone il commissariamento delle Sedi locali nei seguenti casi:
I. - quando gli Organi direttivi locali non riescano ad assicurare l'ordinato svolgimento della vita associativa;
II. - quando siano cessati gli Organi direttivi delle Sedi locali e non sia stata indetta l'Assemblea per il rinnovo delle cariche nei tempi previsti dallo Statuto e dal Regolamento;
III. - quando sussistano violazioni allo Statuto al Regolamento o agli indirizzi dettati dagli Organi associativi;
IV. - in ogni altro caso in cui il Consiglio Nazionale con la maggioranza dei quattro quinti dei presenti ritenga opportuno che le funzioni direttive della Sede locale e dei Comitati Regionali siano temporaneamente assunte da un Commissario.
q) all’unanimità può cooptare, in soprannumero, un massimo di tre personalità del settore dei beni e delle attività culturali che abbiano illustrato la Nazione o l’Associazione che assumono la qualifica di Consiglieri Nazionali, senza diritto di voto e sino al termine della consiliatura.
Art. 16
Comitato Direttivo
1. Il Comitato Direttivo è l'organo di governo dell'Associazione ed è costituito dal Presidente, dal Tesoriere e da cinque Consiglieri.
2. Il Comitato Direttivo è titolare dell’azione disciplinare, su proposta del Presidente. All’uopo, deferisce i soci che non rispettino le norme del presente Statuto e del relativo Regolamento di attuazione ed esecuzione rispettivamente al Consiglio Nazionale, chiedendo l’irrogazione del richiamo scritto o della censura, o al Collegio dei Probiviri, chiedendo l’irrogazione della sanzione della sospensione o dell’esclusione;
3. Il Comitato Direttivo ha il compito di attuare le direttive generali indicate dall'Assemblea e dal Consiglio Nazionale e di promuovere nell'ambito di tali direttive, ogni iniziativa diretta al conseguimento degli scopi sociali.
4. Il Comitato Direttivo inoltre:
a) assume tutti i provvedimenti necessari per l'amministrazione, l'organizzazione e il funzionamento dell'Associazione;
b) predispone, sulla base dei documenti contabili forniti dal Tesoriere, il bilancio preventivo e il conto consuntivo da sottoporre all'approvazione dell'Assemblea di soci;
c) approva la costituzione delle nuove Sedi locali;
c bis) sentito il Consigliere Rappresentante Regionale, dispone la chiusura di Sedi locali il cui operato non risponda alle finalità e agli scopi dell'Associazione di quelle non più attive da almeno un anno di quelle che non abbiano inviato il conto consuntivo o il bilancio preventivo ai sensi dell'articolo 18 comma 5, di quelle che abbiano violato le norme dello Statuto o del Regolamento o gli indirizzi dettati dagli Organi associativi nazionali;
d) esercita tutti i poteri necessari per la gestione dell'Associazione non riservati specificamente dal presente Statuto al Presidente e all'Assemblea;
e) predispone il Regolamento di attuazione ed esecuzione del presente Statuto e lo sottopone per l'approvazione al Consiglio Nazionale.
5. Il Comitato Direttivo è convocato dal Presidente quando occorre o quando la convocazione sia richiesta da almeno due dei suoi componenti.
6. Le riunioni sono valide quando vi sia la presenza di almeno tre componenti aventi diritto al voto.
7. Il Comitato Direttivo delibera a maggioranza semplice dei presenti aventi diritto al voto; in caso di parità, prevale il voto espresso dal Presidente o da chi ne fa le veci ai sensi dell'articolo 11, comma 4.
Art. 17
Sedi locali
1. Le Sedi locali costituiscono l'articolazione periferica dell'Associazione.
2. Le Sedi locali, nell'ambito e nel rispetto degli scopi statutari e delle direttive di politica associativa stabilite dall'Assemblea, dal Consiglio Nazionale e dal Comitato Direttivo, hanno piena autonomia economica e gestionale per quanto concerne le attività da loro organizzate su base locale sotto la vigilanza del Comitato Direttivo dell'Associazione e del Comitato Regionale. A tale scopo si muniscono, se necessario, di autonoma partita IVA o codice fiscale.
3. Le Sedi locali ricevono le domande di Associazione all'Archeoclub d'Italia raccogliendo la relativa quota associativa nazionale e rimettendola alla Sede centrale con le modalità e i tempi previsti dal Regolamento di attuazione ed esecuzione.
4. Le Sedi locali possono richiedere, all'atto dell’iscrizione e dei rinnovi, per le proprie esigenze organizzative, contributi aggiuntivi che rimangono comunque distinti dalle quote sociali.
5. Le Sedi locali approvano il bilancio preventivo e il conto consuntivo e li inviano alla Sede centrale con le modalità stabilite dal Regolamento di attuazione ed esecuzione.
6. Il Regolamento di attuazione ed esecuzione di cui all'articolo 35 può stabilire forme e modalità di coordinamento, aggregazione o cooperazione tra le Sedi sul territorio.
7. Le Sedi locali dispongono di patrimonio autonomo e non possono impegnare la responsabilità civile o amministrativa di Archeoclub d’Italia. Esse agiscono in regime civilistico di associazioni non riconosciute di cui agli articoli 36 e sgg. c. c. e si muniscono, se necessario, di partita IVA o codice fiscale autonomi da quelli dell’Associazione nazionale.
Art. 18
Assemblee locali
1. L'Assemblea dei soci della Sede locale è composta di tutte le categorie dei soci con esclusione degli junior, iscritti tramite la Sede locale ed è convocata almeno una volta all'anno per l'approvazione del conto consuntivo e del bilancio preventivo, che devono essere inviati alla Sede centrale per l'esercizio dei poteri di vigilanza.
2. L'Assemblea elegge tra i propri soci, ogni tre anni, il Consiglio Direttivo locale e deve essere convocata a tale scopo dal Presidente o, in caso di sua inerzia, dal Presidente Nazionale, entro tre mesi dalla scadenza del mandato o dalle dimissioni o decadenza del Consiglio.
Art. 19
Presidente locale
1. Il Presidente della Sede locale ne ha la rappresentanza nei limiti dell’autonomia prevista dallo Statuto e dal Regolamento e dal codice civile.
2. Il Presidente della Sede locale può essere autorizzato dal Presidente dell'Archeoclub d'Italia a rappresentarlo, in nome dell'Associazione, presso Autorità locali o in manifestazioni a carattere locale.
3. Salva l'applicazione del comma 2, in nessun caso il Presidente locale può agire in nome e per conto dell'Archeoclub d'Italia né rappresentarlo in alcun modo.
4. Il Presidente locale dura in carica sino alla scadenza del mandato triennale ovvero sino alla revoca disposta dal Collegio dei Probiviri ai sensi dell'articolo 26.
Art. 20
Consigli Direttivi locali
1. I Consigli Direttivi locali, eletti dai soci iscritti tramite la Sede locale, attuano lo scopo istituzionale dell'Associazione nell'ambito locale.
2. I Consigli Direttivi locali:
a) sono l'organo di governo delle Sedi locali nei limiti dell'autonomia a esse attribuita dal presente Statuto;
b) eleggono nel proprio ambito un Presidente e un Tesoriere;
c) assumono tutti i provvedimenti necessari per l'amministrazione, l'organizzazione e il funzionamento della Sede locale assumendone le responsabilità giuridiche conseguenti.
3. Il Regolamento di attuazione ed esecuzione stabilisce il numero massimo dei componenti dei Consigli Direttivi locali in relazione al numero dei soci iscritti.
Articolo 21
Elezioni del Consigliere Rappresentante regionale
1. In ciascuna regione i soci delle relative sedi locali eleggono il Consigliere Rappresentante regionale che è componente del Consiglio Nazionale e svolge le funzioni di cui all’articolo 22.
2. Le elezioni regionali del rappresentante sono indette dal Presidente Nazionale in contemporanea con l’elezione degli altri componenti e organi associativi di cui all’articolo 10 e con le elezioni regionali di tutte le regioni.
3. In caso di dimissioni, morte o decadenza del rappresentante regionale, ove non possano subentrare nell’ordine i primi dei non eletti, il Presidente nazionale indice le elezioni regionali entro tre mesi dal verificarsi della causa.
4. Le elezioni del Consigliere Rappresentante regionale si svolgono in apposita Assemblea di tutti i soci delle sedi locali della regione nonché tramite posta, secondo le modalità previste dal Regolamento.
5. Sono eleggibili e hanno diritto al voto i soci di cui all’articolo 5, comma 5.
Art. 22
Consigliere Rappresentante Regionale
1. Il Consigliere Rappresentante regionale, oltre alle funzioni di Consigliere nazionale:
a) promuove l’attività delle sedi locali regionali;
b) coordina le attività delle sedi locali aventi rilevanza regionale;
c) esercita la vigilanza sulle sedi locali ai fini dell’articolo 2, comma 3, riferendo direttamente al Presidente Nazionale;
d) su mandato del Comitato Regionale, o del Presidente Nazionale per gli affari riguardanti direttamente la Sede Centrale, riveste la posizione di rappresentante e referente politico con la Regione e con i suoi organi, secondo le direttive impartite dalla Sede Centrale tramite il Presidente nazionale;
2. Salva l'applicazione del comma 1, lettera d), in nessun caso il Consigliere Rappresentante Regionale può agire in nome e per conto dell'Archeoclub d'Italia né rappresentarlo in alcun modo
3. Le Sedi locali sono tenute a fornire al Consigliere Rappresentante regionale e al Comitato Regionale la massima collaborazione per l’espletamento delle loro funzioni e sono tenute a seguirne le indicazioni derivanti dagli indirizzi di politica associativa deliberati dagli organi centrali.
4. La violazione immotivata delle disposizioni di cui al comma 3 è segnalata dal rappresentante regionale, sentito il Comitato Regionale, al Presidente nazionale il quale, all’esito infruttuoso di un’eventuale attività di mediazione, deferisce la questione al Collegio dei probiviri per le determinazioni del caso anche in ordine alle misure disciplinari da assumere nei confronti del Consigliere Rappresentante regionale o dei Presidenti delle Sedi locali.
Art. 23
Comitati Regionali
1. In ciascuna regione i Presidenti delle sedi locali, convocati dal Consigliere Rappresentante regionale, possono nominare un Comitato regionale composto di non più di tre soci. Il Consigliere Rappresentante Regionale svolge le funzioni di Presidente del Comitato.
2. Il Comitato Regionale:
a) coadiuva il Consigliere Rappresentante regionale nelle funzioni di coordinamento delle Sedi locali regionali;
b) organizza o coordina le attività che coinvolgano collettivamente le Sedi locali della Regione.
c) fornisce al Consigliere Rappresentante regionale ogni possibile aiuto, supporto e collaborazione per lo svolgimento delle sue funzioni.
Art. 24
Collegio dei Revisori dei Conti
1. Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto di tre membri effettivi e da due supplenti eletti dall'Assemblea dei soci.
2. Il Collegio:
a) controlla la gestione economico-finanziaria dell'Associazione;
b) effettua i riscontri di cassa;
c) verifica il conto consuntivo e il bilancio preventivo;
d) esamina e controlla i documenti e le carte contabili;
e) predispone le relazioni al bilancio preventivo e al conto consuntivo che sono presentate all'Assemblea dei soci unitamente ai bilanci predisposti dal Comitato Direttivo;
f) esercita gli altri compiti previsti dalle leggi.
Art. 25
Collegio dei Probiviri
1. Il Collegio dei Probiviri costituisce l’organo di giustizia interna dell’Associazione e ha competenza sull'osservanza della disciplina associativa, sulla violazione delle norme statutarie e regolamentari e sull’applicazione delle relative sanzioni disciplinari.
2. Il Collegio dei Probiviri è composto di cinque membri effettivi e due supplenti, eletti dall’Assemblea Nazionale dei soci.
2. Il Collegio elegge nel proprio ambito il Presidente e un Vice-Presidente.
3. Il Collegio decide nelle questioni di sua competenza a maggioranza assoluta, con la presenza di almeno tre membri tra cui il Presidente o il Vice-Presidente, il cui voto, in caso di parità, vale doppio.
4. La carica di componente del Collegio dei Probiviri è incompatibile con qualsiasi altra carica associativa nazionale; tuttavia i Probiviri effettivi possono partecipare, senza diritto di voto alle sedute del Consiglio Nazionale e del Comitato Direttivo.
5. Il Collegio siede presso la Sede dell'Associazione e si avvale, per l'attività di sua competenza della collaborazione del personale amministrativo in servizio presso la Sede stessa.
6. Con Regolamento del Collegio sono fissate le norme di procedura ispirate ai principi generali dell'ordinamento giuridico italiano nonché le norme di funzionamento del Collegio stesso.
Art. 26
Competenze del Collegio dei Probiviri
1. Il Collegio dei Probiviri, previa costituzione del contradditorio e contestazione degli addebiti, decide in maniera inappellabile:
a) sui ricorsi avverso l’irrogazione delle sanzioni del richiamo scritto e della censura irrogate dal Consiglio Nazionale per la violazione da parte di un socio dei doveri e obblighi associativi previsti dall’articolo 7;
b) sul deferimento da parte del Consiglio Nazionale ai sensi dell’articolo 16, comma 2.;
c) sui ricorsi proposti avverso la reiezione della domanda di Associazione;
d) sui ricorsi proposti avverso la decadenza disposta dal Consiglio Nazionale;
e) nei casi previsti dall'articolo 7, comma 3, lettera b);
f) Sulla sospensione cautelare in via d’urgenza disposta dal Presidente ai sensi dell’articolo 5, comma 4 lettera c).
2. Il Collegio esprime il parere sull’interpretazione e applicazione dello Statuto e del Regolamento in via preventiva su richiesta degli Organi sociali.
Art. 27
Sanzioni disciplinari
1. La violazione dei doveri e degli obblighi associativi previsti all’articolo 7 è punita con l’irrogazione delle seguenti sanzioni disciplinari associative:
a) richiamo scritto;
b) censura;
c) sospensione dalle attività e dai diritti sociali per un massimo di sei mesi;
d) esclusione.
2. Le sanzioni sono irrogate dagli organi statutariamente competenti, tenendo motivatamente conto della gravità della violazione, della sua incidenza sull’ordinato svolgimento della vita associativa, del danno anche d’immagine causato all’Associazione o ai suoi soci o dirigenti.
Art. 28
Giudizio nei confronti del Presidente
1. Nel caso di violazione dei doveri o obblighi associativi di cui all’articolo 7 che importino anche grave inadempimento ai propri doveri di Presidente e danno, anche d’immagine, all’Associazione, il Collegio dei Probiviri giudica, su deferimento di due quinti del Consiglio Nazionale, sulla revoca del Presidente nazionale nonché, su deferimento del Presidente nazionale, sulla revoca dei Presidenti locali.
2. La revoca importa altresì l’esclusione ipso jure dall'Associazione.
Art. 29
Provvedimenti del Collegio
1. Nei casi previsti dall’articolo 26, comma 1, lettera a), ove non disponga il proscioglimento dell’incolpato, il Collegio conferma la sanzione disciplinare irrogata dal Consiglio Nazionale, ovvero irroga il richiamo scritto in luogo della censura.
2. Nei casi previsti dall’articolo 2, comma 1, lettera b), il Collegio, ove non disponga il proscioglimento dell’incolpato, irroga al socio la sanzione richiesta dal Consiglio Nazionale ovvero, una sanzione minore anche appartenente alla competenza del Consiglio Nazionale.
3. Nei casi previsti dall'articolo 26, comma 1 lettera c), il Collegio, se accoglie il ricorso, dispone l’iscrizione del richiedente tra i soci.
4. Nei casi previsti dall'articolo 26, comma 1, lettera d), il Collegio, se accoglie il ricorso, dichiara la nullità della decadenza.
5. Nei casi previsti dall'articolo 26, comma 1, lettera e), il Collegio accoglie o respinge la domanda e definisce il giudizio con un lodo scritto, la cui incondizionata accettazione da parte dei contendenti è condizione per la loro permanenza nella qualità di socio.
6. Nei casi di cui all’articolo 26, comma 1, lettera f) il Collegio, se accoglie il ricorso, revoca la sospensione.
7. Nei casi previsti dall'articolo 26, comma 2, il Collegio si pronuncia in via preventiva emanando il parere con valore vincolante nei confronti di tutti i soci e degli Organi sociali.
Art. 30
1. Le decisioni del Collegio sono immediatamente esecutive e cogenti per tutti i soci e gli organi associativi.
2. Il mancato rispetto delle decisioni del Collegio costituisce illecito disciplinare gravissimo.
Art. 31
Comitato Tecnico-scientifico
1. Per l'attuazione del programma associativo, il Presidente può avvalersi di un Comitato tecnico-scientifico, la cui composizione e il cui funzionamento sono stabiliti nel Regolamento di attuazione ed esecuzione.
Art. 32
Adempimenti
1. L'anno sociale e l'esercizio finanziario vanno dal 1° gennaio al 31 dicembre.
2. Il conto consuntivo e il bilancio preventivo sono inviati, entro un mese dalla loro approvazione, al Ministero dei Beni Culturali e Ambientali per gli adempimenti di competenza.
3. Non oltre il mese di maggio di ogni anno, il Presidente invia al Ministero dei Beni Culturali e Ambientali una relazione sull'attività svolta dall'Associazione nell'anno precedente.
Art. 33
Modifiche allo Statuto
1. Le modifiche al presente Statuto sono deliberate dall'Assemblea straordinaria dei soci, con la presenza - personale o per delega - di almeno la maggioranza degli associati che godono dell'elettorato attivo e con il voto favorevole della maggioranza dei soci votanti.
2. E’ ammesso il voto per corrispondenza.
3. Dopo l’approvazione di modifiche statutarie da parte dell’Assemblea, il Presidente nazionale è sempre autorizzato ad apportare allo Statuto le modifiche necessarie ad accogliere e attuare le
richieste e prescrizioni formulate dall’autorità competente in sede di approvazione delle modificazioni statutarie.
Art. 34
Scioglimento dell'Associazione
1. La durata dell'Associazione è illimitata.
2. Lo scioglimento dell'Associazione e la devoluzione del patrimonio può essere deliberata dall'Assemblea straordinaria dei soci con il voto favorevole personale o per delega o con la partecipazione al voto per corrispondenza, di tre quarti dei soci aventi diritto al voto.
3. All’atto dello scioglimento, ai sensi dell’articolo 5, comma 4, della Legge 11 agosto 1991, n. 266, l’Assemblea devolve il patrimonio dell’Associazione ad altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale o a fini di pubblica utilità, sentito l’organismo di controllo di cui all’art. 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996 n.622 e successive modificazioni e integrazioni, istituito con D.P.C.M. del 26 settembre 2000 e successive sostituzioni, modificazioni e integrazioni, salvo diversa destinazione imposta dalla legge.
Art. 35
Regolamento di attuazione ed esecuzione
1. Il Comitato Direttivo predispone lo schema di Regolamento di attuazione ed esecuzione al presente Statuto da sottoporre all'esame e all'approvazione del Consiglio Nazionale, ai sensi dell’articolo 15.
2. Il Regolamento prevede tra l'altro:
a) requisiti di appartenenza alle varie categorie di soci;
b) modalità di funzionamento degli Organi statutari;
c) criteri di predisposizione del bilancio di svolgimento dell'attività amministrativa, di tenuta delle scritture contabili.
d) modalità di convocazione delle assemblee, delle elezioni nazionali e regionali e relativa procedura pre e post elettorale;
e) qualunque disposizione resa necessaria per l’attuazione dello statuto.
Art. 36
Norme transitorie e di attuazione
1. Le norme del presente Statuto concernenti gli Organi dell'Associazione sono efficaci per la prima volta in occasione delle elezioni immediatamente successive all'approvazione dello Statuto stesso da parte delle competenti Autorità.
2. Ove in una regione non siano presenti sedi locali, il Presidente nazionale in occasione dell’indizione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Nazionale, aumenta il numero dei seggi disponibili per i Consiglieri non rappresentanti regionali. Se nel corso della consiliatura sono costituite nella regione una o più Sedi locali, si procede all’elezione del rappresentante regionale in occasione delle elezioni immediatamente successive alla costituzione della sede.
3. Ove, nel corso della consiliatura, vengano meno per qualsiasi motivo le Sedi locali di una regione, il Consigliere Rappresentante della medesima regione rimane in carica sino al termine della consiliatura.

Archeoclub Santu Lussurgiu

logo archeo SARDEGNA

Nell'Isola, l'Archeoclub d'Italia onlus approda il 27 ottobre 2015 con la costituzione della Sede locale di Santu Lussurgiu da parte di un gruppo di appassionati di archeoloigia e di tematiche legate all'ambiente e alla cultura del territorio.   

Il promotore e presidente del nuovo sodalizio è Umberto Guerra che, nella tornata elettorale dello scorso aprile 2016, è stato eletto Consigliere nazionale di Archeoclub d'Italia onlus della Regione Sardegna.



 

 

 




SOCI FONDATORI

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Umberto Guerra 


mauro ardu
Mauro Ardu


giambattista firinu
Giambattista Firinu


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Giovanni Sechi


JOSEPH PINTUS
Joseph Pintus


giovanni salaris
Giovanni Salaris


giovanni serra
Giovanni Serra

RELAZIONE PROGRAMMATICA PER LA SARDEGNA 2016-2019

Potenza dell'idea... potenza dell'idea fissa
(C. Baudelaire)

loghi 02 onlus1. PROGRAMMA NAZIONALE

Accetto volentieri e con entusiasmo di far parte del Consiglio Nazionale dell’Archeoclub d’Italia in qualità di Rappresentante della Regione Autonoma della Sardegna. Ciò mi consentirà di finalizzare con più efficacia e nel giusto contesto regionale e nazionale diverse iniziative culturali che ho avviato da tempo e che porto avanti con passione, impegno e determinazione.

Tali motivazioni gioveranno sicuramente anche all’Archeoclub d’Italia che potrà rafforzare la sua presenza e visibilità non solo in Sardegna dov'era completamente assente, ma sull’intero territorio continentale, con un progetto che prefigura il coinvolgimento di numerose città e terre ove le Sedi locali di Archeoclub d’Italia, presenti e interessate, potranno raccordarsi sinergicamente.

Il 13 dicembre 2021, infatti, prenderanno il via le celebrazioni per il V Centenario dalla nascita di Felice Peretti Montalto, divenuto Papa nel 1585 col nome di Sisto V. Esse avranno inizio il 13 dicembre 2021 e termine il 13 dicembre 2022 e sono state concepite come una grande rappresentazione scenica dell’epopea sistina, in cui la vita stessa del grande Pontefice scandirà le tappe principali.
Si tratterà di un evento di straordinaria importanza non solo per le città di Grottammare e Montalto, che a pieno titolo ne rivendicano la genitura, ma anche per il Piceno, la regione Marche e l’intera nazione italiana, che saprà commemorarlo come uno dei più grandi personaggi della storia di tutti i tempi.

Le celebrazioni del 2021 avranno un’impronta tipicamente sistina, francescana, per così dire, nel senso della sobrietà e del risparmio delle risorse finanziarie, che verranno impiegate ad esclusivo vantaggio delle città e delle terre che ospiteranno i singoli eventi. Gli interventi saranno concreti e permanenti, ovvero dureranno oltre l’evento stesso, attraverso la costituzione di Centri Studi Sisto V, autonomi o facenti capo a una o più sedi locali Archeoclub, che opereranno concretamente nell’attuazione del piano sistino anche dopo le manifestazioni celebrative. 

Le Celebrazioni avranno inizio a Grottammare, dove Papa Sisto V nacque il 13 dicembre 1521, proseguiranno a Montalto, sua patria carissima e nei principali luoghi dei suoi studi e della sua ascesa al soglio pontificio: dalle reggenze conventuali di Napoli, Pisa e Venezia, alle predicazioni, dalle sedi vescovili di S. Agata dei Goti (BN) e Fermo, alle città beneficate, sino alla Roma Felix capitale del Rinascimento italiano. Nella città eterna infatti, in soli cinque anni di pontificato, Sisto V avviò la più grande Riforma della Chiesa post-tridentina, della società e della politica, con un piano grandioso di opere pubbliche che non si ricordava dai tempi della Roma imperiale.

Se si vuole legare il proprio nome e quello della propria città a Sisto V sarà necessario pensare in grande come faceva lui, nel senso della giustizia, dell'equità, dell’economicità, della tempestività nelle decisioni, della grandezza del sogno, del buonsenso e razionalità degli interventi. Nell’ambito delle sedi locali Archeoclub potranno costituirsi i Centri Studi Sisto V che, con quelli già costituiti nelle città e nei territori di rilevanza sistina, aderiranno al progetto e saranno interconnessi anche sul web attraverso il sito www.papasistov.it e su Facebook con pagine già appositamente create su Felice Peretti-Montalto/Sisto V e i membri più noti della sua famiglia.

L'appuntamento con le celebrazioni è ormai prossimo e pertanto, sarà necessario prepararsi in tempo utile per attivare le sedi locali dell'Archeoclub d'Italia e definire con esse i singoli eventi nel modo più aderente alla vita e al pensiero del grande Pontefice.

loghi 02 onlus2. PROGRAMMA PER LA SARDEGNA

IL VESCOVO LUSSURGESE GIOVANNI SANNA PORCU, QUESTO ILLUSTRE SCONOSCIUTO (1529-1607)

La grandezza della figura e l'opera di Mons. Giovanni Sanna-Porcu di Santu Lussurgiu (1529 - 1607) è straordinaria, ma purtroppo per la Sardegna e non solo per essa, ancora poco conosciuta.

La sua vita esemplare, il generoso apostolato nella diocesi di Ampurias Civita dove provvide all'edificazione della cattedrale di Castel Aragonese, oggi Castelsardo (SS), le opere pubbliche e artistiche realizzate in Sardegna col suo determinante contributo, la fondazione delle case del noviziato gesuitico di Cagliari e Sassari, i ricchi arredi sacri donati alla parrocchiale di Santu Lussurgiu sono opere tutte acclarate dalla storia. Ma ancora più importanti sono le sue missioni diplomatiche condotte ad Algeri durante i pontificati di Gregorio XIII e Sisto V con l'Archiconfraternita del Gonfalone, che consentirono a centinaia di schiavi cristiani in mano dei turchi di rientrare in patria, e tra questi numerosi sardi riscattati a sue spese,

Opere e circostanze che, per la straordinarietà e drammaticità del contesto storico nel quale si svolsero, potrebbero aiutarci a capire meglio il nostro presente, fornendoci utili chiavi interpretative indispensabili per comprendere i conflitti in atto tra Oriente e Occidente, tra cristiani e musulmani, tra estremismo islamico e imperialismo.

In tali difficilissimi contesti, pressoché analoghi alle barbarie dei nostri tempi, mons. Giovanni Sanna - Porcu fu vero maestro di buon senso e di altissima e raffinata diplomazia. È per questo che la Sardegna ha un grande debito di riconoscenza nei suoi confronti e il sacrosanto  dovere di recuperare la memoria storica di uno dei suoi figli migliori e l'Italia e l'Occidente il suo insegnamento prezioso.

A questo proposito, in tempi più vicini a noi (1999), con un contributo della Regione Autonoma della Sardegna, la Pro Loco di Santu Lussurgiu organizzò un primo Convegno di studi. A tale iniziativa avrebbero dovuto seguire altre occasioni d'incontro e approfondimento, ma purtroppo non è andata secondo gli auspici. O meglio, non come lo spessore e l'importanza del personaggio avrebbero richiesto.

Su impulso di quel convegno, comunque, nel 2005 l'Amministrazione comunale di Santu Lussurgiu si fece carico di dare alle stampe la monografia dal titolo Santu Lussurgiu. Dalle origini alla Grande Guerra; nel primo dei due volumi curati da Giampaolo Mele, il francescanop. Umberto Zucca (che nel convegno del 1999 fu uno dei relatori), pubblicò il capitolo riguardante Il lussurgese Giovanni Sanna Porcu (1529 - 1607) promotore di cultura, redentore di schiavi e vescovo. A distanza di dieci anni dalla pubblicazione, la stessa Amministrazione, allo scadere del proprio mandato, con delibera n. 33 del 22 aprile 2015, ritenne opportuno intitolare la piazza principale di Santu Lussurgiu (l'attuale piazza Mercato) all'illustre e benemerito concittadino. Pregevole iniziativa che però attende ancora la conseguente inaugurazione ufficiale.

Il testimone della staffetta storica per sottrarre all'oblio la mirabile figura e l'opera del vescovo lussurgese Giovanni Sanna - Porcu, è ora passato all'Archeoclub d'Italia onlus - Sede locale di Santu Lussurgiu recentemente costituitasi. Infatti, in stretta intesa con l'Amministrazione comunale di Santu Lussurgiu, ha predisposto per la Sardegna un organico progetto di ricerca e studio pluriennale del grande prelato che vedrà coinvolte le Diocesi sarde, le Università di Cagliari e Sassari e le numerose città e Comuni della Sardegna dove il Vescovo Sanna visse e operò più efficacemente.

Il progetto prevede un calendario di iniziative ed eventi che saranno propedeutici alle Celebrazioni del V Centenario della nascita di Felice Peretti Montalto / Sisto V (1521 - 1590), che si svolgeranno in varie Regioni italiane ed estere il prossimo 2021, alle quali la Sardegna sarà chiamata a partecipare a pieno titolo nel nome e in memoria di Mon. Giovanni Sanna-Porcu, che Sisto V elevò alla cattedra episcopale di Ampurias e Civita e ne fece suo uomo di fiducia nella politica estera della Chiesta di Roma.

loghi 02 onlus3. SARDEGNA TERRA DI NURAGHI

Com’è noto poi, il patrimonio archeologico della Sardegna è tra i più ricchi e diffusi d’Italia e del Mediterraneo.
Sino a qualche mese addietro l’Archeoclub d’Italia non disponeva di altra sede nella regione. Proprio questa circostanza ha stimolato la volontà di un gruppo di appassionati di archeologia di fondare la sede locale di Santu Lussurgiu, costituita il 11 dicembre 2015.

In Sardegna però di sedi Archeoclub ce ne vorrebbero tante perché ogni comune dispone di centinaia di nuraghi e siti archeologici gran parte dei quali versano ancora nel più completo abbandono.
E' noto anche che la Sardegna è particolarmente vocata al turismo. Il suo mare, le tradizioni antichissime, i prodotti agroalimentari e l'enogastronomia dell'Isola veicolano ogni anno centinaia di migliaia di visitatori. L’intento che ci si propone è quello di arricchire ulteriormente l'offerta turistica attrraverso l'archeologia la storia l'arte e la cultura di una straordinaria civiltà millenaria come quella sarda.

Crocevia del Mediterraneo sin dai tempi più remoti, la Sardegna conta oggi circa 7000 nuraghi, migliaia tra Domus de Janas, Dolmen, Betili, Tombe dei Giganti e pozzi sacri. Un patrimonio di straordinario valore che necessita di un piano organico di salvaguardia, recupero e valorizzazione che può essere programmato dall’Archeoclub Nazionale con la regia specifica delle sedi sarde in stretta intesa e collaborazione con le Soprintendenze gli Enti locali e le  Associazioni che perseguano analoghe finalità. .

Santu Lussurgiu, dicembre 2015

Umberto Guerra 

CONSIGLIO DIRETTIVO (TRIENNIO 2016 - 2019)

CONSIGLIO NAZIONALE COLLEGIO UNICO

CONS.NAZ RAPPRESENTANTI REG 1Presidente nazionale CLAUDIO ZUCCHELLI
Vice Presidente nazionale GIULIO DER COLLIBUS
Segretario nazionale  ROSARIO SANTANASTASIO

 Alessandro BENCIVENGA
 Paolo CERMELJ
Bersanofio CHIEDI - Componente Comitato direttivo
Lorenzo Antonio CHIRICO'
Claudio CIPOLLONE
Pietro CIRIGLIANO
Antonio CRISCI
Giulio DE COLLIBUS
Francesco DI CECIO - Componente Comitato direttivo
Gerolamo FAZZINI
Vincenzo  FUNDONE
Umberto GUERRA
Aniello LANGELLA
Giuseppina LIUZZO
Claudio LO MONACO - Componente Comitato direttivo
Paolo LOSI
Vincenzo PIAZZESE
Franca RAGGI
Vermiglio RICCI
Rosario SANTANASTASIO
Walter SCOTUCCI - Componente Comitato direttivo
Francesco VALENTE
Susanna VIGANO'
Maria Rosaria VITALITI - Componente Comitato direttivo
Claudio ZUCCHELLI

dott.ssa BARRA Anna
prof. BRUNO Giuseppe A.
dott. CARUSO Giacomo
prof.ssa CECCARELLI Evita
ing. 
dott. CIPOLLONE Claudio
dott. CIRIGLIANO Pietro
sig. DE COLLIBUS Giulio
dott. DE MEO Vito
prof. FAZZINI Gerolamo
ing. GHIGO Mirella
dott. LAVORANTE Alfonso
prof.ssa LIUZZO Giuseppina
dott. LOSI Paolo
avv. MAZZITTI Walter
prof.ssa PAOLETTI Valeria
dott. PIAZZESE Vincenzo
prof.ssa RAGGI Franca
dott.ssa RIGONI Anna Nicoletta
prof.ssa RIZZO Fortunata Flora
dott. RUBINO Angelo
ing. SANTANASTASIO Rosario
arch. VALENTE Francesco
dott.ssa VIGANO’ Susanna
dott.ssa VINCENTI Maria Cristina
dott.ssa VITALITI Maria Rosa
dott. ZANNINI Ugo

COMITATO DIRETTIVO
pres. Zucchelli Claudio – Presidente nazionale
dott. Scotucci Walter - Vice Presidente nazionale
dott. Cipollone Claudio
sig. De Collibus Giulio
dott. Lavorante Alfonso
prof.ssa Raggi Franca
dott.ssa Vincenti Maria Cristina

Tesoriere nazionale
dott. Cipollone Claudio

COLLEGIO REVISORI DEI CONTI
REVISORI CONTI 1Componenti effettivi

Prof. Costantino PALMITESSA - Presidente del Collegio avvocato tributarista; revisore contabile. Barletta
dott. Paolo CASELLI sindacalista. Firenze
dott. Antonino GRECO geologo. Bari

Componenti supplenti

dott.ssa Giovanna CONGESTRÌ dottore commercialista. Vibo Valentia
dott.ssa Giuseppa SORTINO funzionario I^ categoria del Comune di Lentini. Lentini (SR)

 

 


COLLEGIO PROBIVIRI

PROBIVIRI

Componenti effettivi

Dott. Giovanni Paolo GASPARI Presidente del Collegio manager pubblico. Roma
prof.ssa Antonia SPINETTI BARTOLO Segretaria del Collegio docente. Bari
avv. Innocente CATALDI avvocato; presidente della Sede di Gravina in Puglia (BA)
Ermanno de FRANCISCO consigliere di Stato. Roma
Giovanni MOSCHETTA consigliere Presidenza del Consiglio dei Ministri. Roma

Componenti supplenti

Domenico DOMINICI docente universitario di Istituzioni di Diritto Pubblico. Messina
Giovanni MARLETTA magistrato. Piazza Armerina (EN)

 

 

 

 

 

CONSIGLIO NAZIONALE - RAPPRESENTANTI REGIONALI

CONS.NAZ RAPPRESENTANTI REG 1REGIONE ABRUZZO - Alessandro BENCIVENGA
REGIONE ABRUZZO - Giulio DE COLLIBUS
REGIONE ABRUZZO - Gregorio DI LUZZIO
REGIONE BASILICATA - Vincenzo FUNDONE
REGIONE CALABRIA - Lorenzo Antonio CHIRICO'
REGIONE CAMPANIA - Francesco DI CECIO
REGIONE EMILIA ROMAGNA - Paolo LOSI
REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA - Aniello LANGELLA
REGIONE LAZIO - Claudio LO MONACO
REGIONE LOMBARDIA - Susanna VIGANO'
REGIONBE MARCHE - Vermiglio RICCI
REGIONE MARCHE - Mario MORBIDONI
REGIONE MOLISE - Francesco VALENTE
REGIONE MOLISE - Oscar DE LENA
REGIONE PUGLIA - Barsanofio CHIEDI
REGIONE PUGLIA - RUBINO
REGIONE SARDEGNA - Umberto GUERRA
REGIONE SICILIA - Vincenzo PIAZZESE
REGIONE SICILIA - Giacomo CARUSO
REGIONE SICILIA - Giuseppina LIUZZO
REGIONE TOSCANA - Franca RAGGI
REGIONE TOSCANA - Claudio ZUCCHELLI
REGIONE UMBRIA - Paolo CERMELI
REGIONE VENETO - Gerolamo FAZZINI

 

Conferenza dal titolo Il vescovo lussurgese Giovanni Sanna Porcu, questo illustre e benemerito sconosciuto

diego soru

DOMENICA, 18 DICEMBRE 2016
Sala Sassu (Fondazione Hymnos) di Santu Lussurgiu

NELL’AMBITO DELLA MANIFESTAZIONE ARTES & SABORES SANTU LUSSURGIU RICORDA IL SUO PIU’ ILLUSTRE CITTADINO

CONFERENZA

IL VESCOVO LUSSURGESE GIOVANNI SANNA PORCU, QUESTO ILLUSTRE SCONOSCIUTO (1529-1607).

 

 

La grandezza della figura e l'opera di Mons. Giovanni Sanna Porcu di Santu Lussurgiu (1529 - 1607) è straordinaria, ma purtroppo per la Sardegna e non solo per essa, ancora poco conosciuta.

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Campagna tesseramenti 2017

Salude, beni cun nois, occanno puru amus a 'iere cosas bonas!

 

tesseramento 2017

 

ISCRIZIONI: PRESSO GLI ESERCIZI COMMERCIALI E I LABORATORI ARTIGIANI DI SANTU LUSSURGIU CHE ESPONGONO IL LOGO ARCHEOCLIB archeo logo rosso18x18

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MAPPE PERCORSI URBANI

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- Criticità e bisogni da soddisfare

SITUAZIONE Di PARTENZA/CRITICITA' BISOGNI DA SODDISFARE

Mancanza di programmazione e di coordinamento delle iniziative di tutela e protezione dell'ambiente e delle aree naturalistiche del territorio  Tutelare e promuovere del verde come elemento qualificante dell'ambiente urbano e come fattore di miglioramento qualitativo della vita; Incentivare attività finalizzate al rispetto dell'ambiente e alla pulizia delle aree.
Scarsa consapevolezza nella popolazione giovanile del valore del patrimonio naturalistico e storico locale Sensibilizzare l'opinione pubblica ,ed in particolare le giovani generazioni, sui temi ambientali.
Mancanza di una cultura della sostenibilità ambientale Diffondere la cultura del verde nel territorio comunale, attraverso l'informazione al cittadino, riguardante le risorse naturali, le varie tipologie storiche e i diversi elementi architettonici presenti in giardini, parchi e viali alberati ecc.

 

Dalla tabella emerge l'esigenza di creare una serie di attività volte alla salvaguardia e alla tutela del ricco patrimonio naturalistico che nsiste nel Comune di Santu Lussurgiu. 

Manutenzione e cura ordinaria e straordinaria degli spazi verdi, dei parchi e delle oasi naturalistiche, utilizzo gestione degli spazi verdi, ripristino dei sentieri e della segnaletica; giornate ecologiche; incontri; seminari. Queste sono le attività che la presente proposta progettuale vuole implementare per superare e/o colmare le criticità che sono state evidenziate da un attento studio sulle problematiche ambientali del territorio di riferimento.

Risulta evidente che oltre ai destinatari diretti questo progetto vuole coinvolgere tutta la popolazione lussurgese, tutto il mondo dell'associazionismo che a Santu Lussurgiu è molto attivo e in particolare le fasce più giovani della popolazione.

Inoltre il progetto consente di promuovere una serie di attività delle quali saranno beneficiari una pluralità di soggetti quali: le Istituzioni cittadine, tutta la comunità, le scuole.

Attraverso il progetto viene offerta ai volontari una occasione di crescita personale e professionale. Il progetto si ricollega ai principi contenuti nella legge 64/2001 per cui il volontario ha la possibilità di esprimere e testimoniare i valori deirimpegno e della partecipazione attiva alla vita sociale della comunità.

REGOLAMENTO

REGOLAMENTO DI ESECUZIONE
(APPROVATO DAL CONSIGLIO NAZIONALE NELLA SEDUTA DEL 15 NOVEMBRE 2014)


TITOLO I - SCOPI ED ATTIVITÀ SOCIALE
Articolo 1
Attività e scopi sociali
1. L'attività istituzionale dell'Associazione è svolta escludendo ogni fine di lucro o di rimunerazione sia per l'Associazione stessa sia per i soci. La diffusione dell'interesse per i beni culturali avviene sulla base degli indirizzi e delle direttive dell'Assemblea dei soci, nonché del programma predisposto dal Consiglio Nazionale, senza prescindere dall'interesse per l'ambiente e il territorio, in cui gli stessi beni sono inseriti e dai quali, pertanto, non possono essere avulsi.
2. Le iniziative dell'Associazione per attuare la diffusione prevista dal comma uno consistono, in via esemplificativa, nelle seguenti attività: conferenze e corsi didattici, corsi di aggiornamento, campi di ricerca archeologici, ricerche scientifiche nel settore dei beni culturali, manifestazioni educative e interventi nelle scuole, indagini, ricerche scientifiche, seminari di studio, convegni, incontri e congressi, visite guidate, viaggi d’istruzione, turismo culturale, mostre ed esposizioni, pubblicazioni culturali e specialistiche, operazioni professionali, costituzione di depositi comunali e ogni altra iniziativa rientrante negli scopi sociali o a questi finalizzata.
3. Potranno essere svolte anche altre attività, idonee a diffondere, specialmente tra i giovani e nella scuola, l'interesse per i beni culturali, comprensivo dell'interesseper l'ambiente e il territorio.

Leggi tutto: REGOLAMENTO

CONVENZIONI RISERVATE AI SOCI

CONVENZIONI RISERVATE AI SOCI
CONVENZIONI VALIDE PER L’ANN0 2015 RISERVATE AI SOCI DI ARCHEOCLUB D’ITALIA onlus

MUSEI VATICANI

I Soci di Archeoclub d’Italia onlus che si presenteranno all’ingresso dei Musei Vaticani con la propria tessera di Socio per l’anno 2015 avranno l’eccezionale facoltà di saltare la fila e di avvalersi di un biglietto a tariffa promozionale per persona di euro 12,00 più euro 4,00 a titolo di prevendita e prenotazione per l’ingresso agevolato. In abbinamento al biglietto di ingresso i Soci avranno il beneficio di acquistare il DVD Arte e Fede al prezzo simbolico di euro 1,00.
Ogni tessera in corso di validità per l’anno 2015 darà diritto ad un biglietto a “tariffa speciale convenzione” per il titolare ed un accompagnatore mentre eventuali persone in eccedenza pagheranno il biglietto di ingresso previsto dal Regolamento della Direzione dei Musei.

Leggi tutto: CONVENZIONI RISERVATE AI SOCI

Come aprire una sede locale nel tuo Comune

2017NORME PER LA COSTITUZIONE DI UNA SEDE LOCALE

La sede locale, che prende il nome da un Comune, da un territorio, da un comprensorio, oppure da un'area storica o geografica, si intende costituita con l'approvazione da parte del Comitato Direttivo della richiesta avanzata da cittadini italiani maggiorenni che abbiano compilato gli appositi moduli per divenire soci ordinari e che siano almeno in numero di quindici.
In uno stesso Comune, solo ove se ne ravvisi la opportunità, possono essere costituite anche più sedi locali, le quali assumono la denominazione del Comune accompagnata dal nome della suddivisione amministrativa (quartiere, terziere etc.) o geografica (sud, nord etc.).
La sede locale persegue lo scopo istituzionale dell'Associazione in un ambito territoriale o comprensoriale collegato ad uno o più comuni ed opera in piena autonomia amministrativa, organizzativa e funzionale nel rispetto dello Statuto.
In alternativa a tale procedura la costituzione di una sede locale può altresì avvenire per “formazione progressiva” secondo la seguente direttiva:

  • almeno cinque persone aventi i requisiti per divenire soci ordinari costituiscono un Comitato promotore;
  • il Comitato promotore inoltra domanda al Comitato Direttivo, il quale per il periodo di due anni registra la sede costituenda tra quelle in formazione progressiva;
  • raggiunto il numero di 15 soci la sede è automaticamente costituita senza ulteriore approvazione a condizione che entro 60 giorni dal raggiungimento del limite di soci siano tenute regolari elezioni per la nomina degli organi sociali e ne sia data regolare comunicazione degli esiti al Comitato Direttivo;
  • nella costituzione in “formazione progressiva” la sede istituenda ed i soci ad essa iscritti sono considerati a tutti gli effetti Sede locale e Soci di Archeoclub d'Italia;
  • se al termine del secondo anno non si sia raggiunto il limite minimo, il Comitato direttivo, delibera la chiusura della Sede.

Moduli utili:

- Richiesta di costituzione al Comitato Direttivo
- Modulo d’iscrizione
- Modulo di versamento delle quote sociali

I pipistrelli *

in voloPresso i Mulini comunali di Santu Lussurgiu in località Sos Mòlinos sono presenti due colonie di pipistrelli, mammiferi tutelati dalle leggi regionali, nazionali ed europee.
All'atto della presa in gestione dei mulini, l'Archeoclub di Santu Lussurgiu in collaborazione attiva e fattiva  con Speleoclub Oristanese e GGO - Guppo Grotte Ogliastra, ha avviato una serie di iniziative  per lo studio e la loro tutela e salvaguardia, compresi gli habitat nei quali vivono e/o soggiornano.
 

Di fatto, i pipistrelli (o chirotteri che dir si voglia) non ci disturbano, anzi!

Riteniamo infatti che nei prossimi mesi le colonie presenti a Sos Mòlinos, potranno costituire e rappresentare, anche visivamente, il valore aggiunto alla conoscenza diretta del sito in gestione, soprattutto quella pedagogica e didattica a favore delle giovani generazioni,  per la formazione e il rafforzamento di una coscienza ecologica che consideri e riconosca sul campo la biodiversità e l'equilibrio tra le specie viventi come requisiti indispensabili alla vita stessa degli umani. 

Leggi tutto: I pipistrelli *

Escursione a Nuraghe Piricu

rita giovanni

Domenica 26 GIUGNO 2016

ESCURSIONE AL NURAGHE PIRICU

ORE 07,30: APPUNTAMENTO E PARTENZA DA  PIAZZA S’ELIGHEDDU – SANTU LUSSURGIU

Considerata l’impraticabilità da nord dell’antico percorso per Nuraghe Piricu, il  tratto iniziale dell’escursione sarà percorso con la propria autovettura sino alla Sorgente di Santu Miale  (quadrivio di Banzos – ex scuola agraria - a destra).

L’escursione consentirà di effettuare una prima ricognizione al nuraghe quadrilobato denominato Piricu  che sorge al confine dei territori di Santu Lussurgiu , Paulilatino  e Bonarcado  ed è delimitato dal Rio Tzispiri (est) e dal Rio Baracontu (ovest).

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I mulini e le gualchiere a Santu Lussurgiu *

gualchieraPer quanto riguarda la collocazione storica dell'origine dei mulini e delle gualchiere a Santulussurgiu, non si hanno per ora attestazioni scritte in proposito. Forse l'impiego di queste macchine fu diffuso e traman­dato dai monaci Camaldolesi del monastero di Bonarcado, che certamente sfruttarono anche i corsi d'ac­qua del territorio nel quale sarebbe poi sorta la comunità di Santulussurgiu (1).

La presenza e la vicinanza alla risorsa idrica, la possibilità di sfruttare il regime idrico hanno costituito elementi determinanti per lo sviluppo dell'attività molitoria e l'orga­nizzazione produttiva e sociale della comunità.

Lo stesso Angius fa notare come "le innumerevoli sorgen­ti del lussurgese (...) danno moto a macine e gualchiere" (2) che caratterizzavano in modo rilevante l'economia del paese.

I complessi di fabbricati e macchine idrauliche erano dislocati a sud-ovest e a sud-est del centro abitato, in zona denominata SOS MÒLINOS e S'AU 'E SU SALIGHE.

Grazie alla forza motrice fornita dai torrenti perenni che scendevano dal Montiferru, si sviluppò quella singolare attività preindustriale che caratterizzò il paese specialmente tra la fine dell'Ottocento e gl'inizi del Novecento.

Si è affermato che i numerosi mulini e gualchiere che sor­sero nelle zone indicate hanno costituito "una straordina­ria infrastruttura, un vero museo di archeologia paleo­industriale della Sardegna" (3).

mulino bI mulini erano tutti di modeste dimensioni, così come le loro capacità produttive. Il meccanismo, che veniva azionato da piccole masse d'acqua, era a ruota orizzontale, capace di macinare modeste quantità di grano sufficienti a soddisfare unica­mente le limitate esigenze delle singole famiglie lussurgesi (4) e dei paesi vicini.

Non essendoci, perciò, alcuna produzione commerciale di farina, si può affermare, e così è stato confermato dalle testimonianze, che il mestiere del mugnaio, anche se costituiva la principale fonte di reddito, era un lavoro poco redditizio; considerato inoltre che, per consuetudi­ne, il lavoro veniva retribuito in merce e raramente in moneta.

La gualchiera, macchina idraulica a ruota verticale, follava a mezzo di magli l'orbace, panno di grossa lana di peco­ra, che serviva per confezionare mantelle, coperte e vesti­ti nonché le uniformi fasciste (5).

Sempre nel dizionario dell'Angius-Casalis si legge che "nei fiumi di Santulussurgiu, nei quali si ha un tal volume da mettere in moto gli ordigni, è delle medesime un gran numero. Vi si lavora sempre, perché anche dai villaggi dei vicini dipartimenti si portano a sodarle molte pezze di forese" (6).

Se la lavorazione dell'orbace rispondeva, quindi, a com­messe che andavano ben oltre le richieste locali (7), non sorprende, apprendere che "l'industria" della lavorazione dell'orbace era sufficientemente prospera da essere con­siderata fonte di guadagno; poiché il lavoro era remunerato con moneta e raramente in natura. Tuttavia dalle noti­zie forniteci, si evince che in tempi più recenti il guada­gno non fosse così elevato, poiché il reddito di cui il gual­chieraio disponeva era sufficiente al solo sostentamento familiare.

Purtroppo, non abbiamo avuto l'opportunità e la fortuna di rintracciare i libri contabili delle attività oggetto della nostra ricerca.

Non bisogna dimenticare infatti che, solo durante il periodo fascista, i mugnai, nulla si sa dei gualchierai, erano obbligati alla tenuta dei registri contabili dai quali risultas­se la quantità del grano che veniva macinato.

Solo le testimonianze ci hanno consentito, come si vedrà, di farci un'idea di quelle che potevano essere le entrate e le spese del gualchieraio e del mugnaio; di conoscere la qualità e la quantità del prodotto lavorato; nonché le fasi e i periodi delle operazioni.

Oltre le spese per la vendita e la riparazione delle macchine e per la manutenzione degli edifici, che seppur minime incidevano comunque sul bilancio familiare, il gualchieraio e il mugnaio erano tenuti a pagare all'erario la tassa annuale governativa sull'uso dell'acqua, quale bene del demanio, il cui ammontare è andato aumentando con il passare degli anni.

Il mulino come la gualchiera erano proprietà di persone che esercitavano il solo mestiere del mugnaio e del gualchieraio: pochi erano quelli dati in affitto. Quando questo accadeva, il contratto di affitto tra il proprietario e l'affittuario, che veniva stipulato oralmente o per scrittura pri­vata, comportava per l'affittuario l'obbligo di corrispondere il canone stabilito che, generalmente per il gualchieraio avveniva in denaro e per il mugnaio in natura (grano in luogo di denaro).

Si apprende da fonti storiche, che il numero dei mulini negli anni considerati si aggirava intorno alla cinquantina e il numero delle gualchiere venticinque (8).

Questo fu certamente dovuto a un insieme di fattori sociali e ambientali: come si è già detto, in questa direzione spingevano sia il bisogno della famiglia di procurarsi la farina per la provvista familiare, sia il considerevole aumento della popolazione nel periodo considerato, ma l'attività molitoria e follatoria fu soprattutto favorita dalla presenza dei vari ruscelli, che determinarono la scelta dei siti.

Nell'immediato dopoguerra l'attività molitoria nell'agro lussurgese, come nelle altre zone della Sardegna, viene a trovarsi in una situazione di completo declino che non doveva più fermarsi fino agli "anni 70".

Si verifica ormai l'avvento di "industrie molinologiche" capaci di produrre farina in quantità superiore a quella dei mulini, sottraendo così, tutto il settore di trasformazione dei cereali all'ambito locale e familiare. Ciò determinò la definitiva scomparsa dei mulini ad acqua.

In quegli anni, quasi contemporaneamente al venir meno dei mulini, scompaiono anche le ultime gualchiere; la loro capacità produttiva si trova in difficoltà di fronte ai nuovi mezzi di produzione tessile.

L'orbace, impiegato anche per confezionare vestiti, venne sostituito da stoffe più raffinate.

Con il definitivo abbandono dei mulini e delle gualchiere ebbe inizio il progressivo deterioramento degli edifici, di cui attualmente, nelle zone sopra indicate e ormai inselvatichite, non ne rimangono che i ruderi.

Tuttavia, naturalmente inoperanti, nella zona si trovano due mulini ancora in buone condizioni, tant'è vero che è possibile farli funzionare ed assistere alla macinazione del grano.

Altrettanto non può dirsi dell'unica gualchiera esistente, situata nella zona "S'AU E S'ALIGHE", che a causa delle continue ruberie dei pezzi che la compongono, si trova in precarie condizioni.

La gualchiera e un mulino, anch'esso in rovina, sono stati acquistati dal Comune di Santulussurgiu con l'intento di riattivarli e riportarli all'originaria funzione, naturalmente ai soli fini culturali e antropologici. Inoltre un mulino idraulico e una gualchiera sono conservati nel Museo della Tecnologia Contadina di Santulussurgiu che, sorto nel 1976 è l'unico che dispone di numerosi strumenti di lavoro e oggetti di uso quotidiano del passato contadino e artigiano lussurgese.

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* In: COMUNE DI SANTU LUSSURGIU, Il Mulino e la Gualchiera. I mezzi tecnicie le attività operative del passato., Ediz. Scuola Sarda, Cagliari 1995

(1) Presumibilmente il paese si è formato attorno alla chiesetta campestre di San Lussorio, e appartenne prima al Giudicato di Torres e poi di Arborea.

(2) Cfr. Angius - Casalis, Dizionario Geografico Storico Statistico Commerciale degli Stati di S.M. il re di Sardegna, vol. Il pp. 395-397, Torino 1839.

(3) Cfr. Sanna - Angioni, in L'archittetura popolare in Italia, pp. 110-111, Roma - Bari, Laterza 1988.

(4) la cui consistenza demografica era nel 1871 di 4.564 ab.; nel 1901 5.047 ab.

(5) Nel periodo fascista il tessuto delle divise era in "orbace sardo" nome riservato al solo tessu­to prodotto in Sardegna per differenziarlo da quello (meno pregiato) prodotto dall'industria tessi­le continentale.
Al fine di aumentare la produzione e la quantità vennero utilizzate nella fabbricazione del panno di orbace macchine azionate dall'elettricità al posto della medievale "gualchiera", soggetta al regime di magra dei torrenti. Cfr. Vincenzo Catte, L'orbace Sardo.

(6) V. Angius - Casalis, op. cit. pag. 210 vol. I; La lana delle pecore si lavorava tutta nel paese, e non bastando per i lavori se ne introduce altra e non poca dai paesi vicini, Ibid. p.. 400, vol. II.

(7) ... Si dice che questo villaggio fornisca annualmente più di 1.500 pezze di albagio, ch'è il più apprezzato in tutta l'isola, e del quale gli abitanti del luogo fanno un commercio molto attivo. Cfr. A. La Marmora, Op. cit., p. 361.

(8) Cfr. Angius; Angioni - Sanna, Op. cit.

Ricognizione al nuraghe Arzola Idru - 02.07.2017

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Nuraghe Arzola Idru o di Su Tancadu - Santu Lussurgiu

Nella periferia sud est  nel quartiere Su Tancadu, a due passi dal centro storico di Santu Lussurgiu, è ancora possibile osservare ciò che rimane del Nuraghe Arzola Idru. Si tratta dei resti di un nuraghe monotorre che dalla sua preminente posizione, consente la vista della valle di Rio Molineddu e Sos Lavros.

Purtroppo, come avviene per gran parte del ricchissimo patrimonio archeologico di Santu Lussurgiu e del Montiferru,  lo stato di totale n.su tancadu8degrado e abbandono in cui versa anche questa testimonianza della civiltà nuragica, non lascia tante speranze per un suo recupero. Eppure se ciò avvenisse (e non credo siano necessarie ingenti risorse per farlo) si valorizzerebbe ulteriormente il quartiere di Su Tancadu che recentemente è stato sottoposto ad un importante intervento di riqualificazione e migliorato sia nella pulizia e sia negli arredi urbani.

 

PRESENTAZIONE

logo archeo nazionaleArcheoclub d’Italia

Nasce nel 1971 come Centro di Documentazione Archeologica, con lo scopo di affiancare gli studiosi e gli esperti dell’archeologia nella diffusione della conoscenza del passato. Tra i fondatori ci sono i grandi nomi dell’archeologia, tra cui ricordiamo Massimo Pallottino, Gianfranco Paci, Romolo Augusto Staccioli, e poi, ideatore e promotore instancabile, il filosofo Francesco Berni. Nello stesso anno nascono gli Archeoclub d’Italia, sedi locali che hanno nel territorio comunale la loro base operativa.

La diffusione del patrimonio archeologico e storico-artistico su tutto il territorio nazionale è da sempre la più grande attrattiva dell’Italia, ma è anche la principale causa di difficoltà per la conservazione e la valorizzazione adeguata della nostra immensa ricchezza di arte, di cultura, di civiltà.

Partendo da questa considerazione, i fondatori di Archeoclub d’Italia hanno superato i luoghi comuni di uno sterile e diffuso criticismo e hanno richiamato i cittadini italiani alla responsabilità e al dovere di collaborare con le istituzioni, in primo luogo Amministrazioni locali, Università e Soprintendenze, per la conservazione di un patrimonio che non ha uguali al mondo.

Organizzati in Sedi locali, i nostri volontari operano su un territorio limitato, che conoscono e sul quale possono intervenire con proposte concrete, con attività che risvegliano l’attenzione dei concittadini e li inducono a considerare con occhi diversi l’eredità del passato custodita nei loro paesi.

La caratteristica saliente del patrimonio culturale italiano è, infatti, quella di derivare dalla fusione e naturale omogeneizzazione di culture locali, nate dalle grandi radici classiche greca, romana, bizantina, e poi evolutesi quasi filoni originali dei medesimi valori culturali, infine confluite attraverso il Rinascimento in una cultura nazionale unitaria. Unitaria sì, ma anche sfaccettata e pregna, localmente, dei valori che ogni comunità locale ha derivato e mutuato dal proprio passato.

Per tale motivo non c’è campanilismo nell’agire attenti alle piccole realtà culturali anche comunali, ma anzi ciò esalta il carattere proprio della cultura italiana che così tanto la differenzia dalle esperienze degli altri Paesi.

Non solo: l’azione locale è anche la consapevolezza che un patrimonio così imponente, accumulato in circa tre millenni di storia, può essere conservato soltanto distribuendone la cura fra coloro che sono più vicini ai beni culturali e ne sono i naturali eredi, adattandosi con la massima flessibilità alle esigenze particolari di ogni memoria storica e alle caratteristiche dell’ambiente in cui si è formata.

La nostra Associazione è in grado di offrire alle comunità locali e agli studiosi una grande varietà di professionalità e di competenze diverse, che si rivelano spesso preziose per individuare nuovi modi di promozione e di gestione di monumenti considerati a torto di minore importanza o troppo periferici per una gestione centralizzata.

Operando in modo capillare sul territorio i nostri volontari hanno dovuto approfondire anche l’indagine storica, riportando l’attenzione sugli archivi locali, sia comunali che ecclesiastici, salvandone molti dal degrado e dalla dispersione con un minuzioso lavoro di riordino e di catalogazione.

Le Sedi locali sono sostenute da una intensa attività di coordinamento svolta dalla Sede centrale, che definisce le linee guida della nostra Associazione e individua le tematiche principali su cui far convergere l’impegno dei volontari. Nascono così le nostre “campagne nazionali”, i cui obiettivi sono sempre concretamente legati alla cura del nostro patrimonio culturale. La prima di queste campagne è stata l’”Operazione Conoscenza”, lanciata oltre 30 anni fa come propedeutica all’impegno sul territorio, che proponeva a tutte le Sedi locali un sistema di schedatura veloce dei beni culturali locali, base indispensabile per la programmazione di ogni ulteriore proposta di recupero e di sviluppo.

Un’ultima cosa dobbiamo ricordare, forse la più importante, ed è lo spirito di amicizia e di sincera collaborazione che anima tutti i soci di Archeoclub d’Italia, consapevoli che il contributo di ogni Sede, e di ognuno di noi all’interno delle Sedi, concorre ad accrescere l’insostituibile patrimonio di cultura e di civiltà che abbiamo ereditato dai secoli passati e che è ancora oggi la fonte primaria della nostra identità nazionale.

SOS ARCHEOSARDEGNA

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Non so proprio che taglio dare per introdurre questo argomento che mi sta molto a cuore e mi affascina a tutto tondo: si tratta dell'archeologia e dei nuraghi in particolare, il simbolo stesso della Sardegna.

Più in generale, sono le pietre che esercitano su di me uno strano effetto e attraggono da sempre la mia attenzione. Mi è capitato spesso di cadere o beccarmi uno schiaffo in faccia da un ramo o un rovo, perché durante le mie escursioni, piuttosto che guardare avanti, rivolgo lo sguardo come ipnotizzato sui muretti a secco che delimitano il sentiero, alla ricerca, tra le tante, della pietra particolare dove sia possibile rinvenire i segni che le età geologiche o l'uomo nuragico vi hanno impresso.

Lo faccio anche per le reminiscenze storiche che durante le mie escursioni in solitaria mi tornano alla memoria: la Legge delle chiudende emanata da Vittorio Emanuele I di Savoia nel 1820.
La privatizzazione delle terre comuni, infatti, oltre alle violente reazioni dei piccoli pastori, rappresentò un terremoto catastrofico per le migliaia di nuraghi di cui era ricca l'isola, molti dei quali vennero letteralmente smontati per recintare le nuove proprietà. Ma a prescindere dall'interesse culturale e "sentimentale" per le pietre e i nuraghi, ho difficoltà a trattare l'argomento perché la situazione di abbandono e di degrado in cui versa gran parte del patrimonio archeologico della Sardegna, mi provoca grande angoscia, rabbia infinita e profondo disprezzo, per tutti coloro, politici e funzionari responsabili che avrebbero dovuto e dovrebbero provvedere alla loro salvaguardia, al loro recupero e valorizzazione. Eppure l'amore dei Sardi per la propria terra è grande; sono fieri e gelosi della propria storia millenaria, dell' identità linguistica, culturale, delle tradizioni...
Com'è possibile allora che un tale importantissimo patrimonio, unico al mondo, che avrebbe fatto "leccare i baffi" a qualsiasi altra regione d'Italia e del mondo, decretandone la fortuna turistica ed economica, come mai - mi chiedo e chiedo - si dimostrano così apatici e noncuranti di fronte a tanta colpevole trascuratezza e abbandono?

Non credo di essere il solo a porsi queste domande e a provare profonda angoscia e impotenza per lo stato di totale abbandono in cui versa il patrimonio archeologico della Sardegna.

Eppure sono disponibili le cifre, le statistiche annuali dei flussi di visitatori che ogni anno si riversano sui siti archeologici attrezzati, fosse solo dell'essenziale, pagano il biglietto, sostano nei paesi, consumano ai bar, mangiano nei ristoranti, alloggiano negli alberghi, acquistano nei negozi, creano occupazione...
Quale politica di sviluppo turistico per la Sardegna, senza i Nuraghi? Trasformati in ovili, deturpati dal cemento, lastre di eternit, cancelli di ferro, tettoie di lamiera, la cui stabilità è sempre più irrimediabilmente compromessa dalle radici di olivastri, bagolari e querce ingigantite sulla parte sommitale dei masti e affondano le loro radici tra gli interstizi scardinandone lentamente e inesorabilmente i grandi massi sino al crollo?

É tempo di intervenire, di mobilitarsi, di dire basta a tale scempio!

È necessario avviare - e lo facciamo e continueremo a farlo da queste pagine - una vera e propria campagna di sensibilizzazione e di lotta sullo stato di degrado dei munumenti archeologici della Sardegna, con l'obiettivo di raccogliere un pacco di proteste da brandire sulle teste dei responsabili diretti ed indiretti, sollecitando un intervento risanatore non più procrastinabile.

Vuoi essere dei nostri in questa difficile battaglia? È molto semplice farlo: se anche nel tuo Comune c'è un nuraghe o un sito archeologico in forte degrado ISCRIVITI AL NOSTRO ARCHEOCLUB: saremo tuoi alleati e ci batteremo al tuo fianco, sino in fondo!

Escursione al nuraghe Elighe Onna

eliche 3Domenica, 12 giugno 2016

ESCURSIONE ARCHEOLOGICA AL NURAGHE ELIGHE ONNA (O CRASTA) (S. Leonardo di Siete Fuentes)

Ore 09,30: Partenza da San Leonardo. A piedi  si raggiunge Nuraghe Elighe Onna che dista circa 2,5 km. dalla borgata.
Visita guidata al nuraghe e alle aree circostanti. Inquadramento geografico e cronologico del monumento e considerazioni tecnico-scientifiche sullo stato di conservazione da parte dell’archeologo Pietro Francesco Serreli.

Ore 12,00: Rientro a San Leonardo.  Pranzo al sacco o in uno dei ristoranti della borgata.
Pomeriggio: Visita (facoltativa) alla Chiesa di San Leonardo (XII sec.),al Parco e alle 7 Fontane.

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