1587 (15 SETTEMBRE)
Il mercante banchiere marsigliese Guglielmo Borgal, corrispondente del Gonfalone in Barberia, scrive la seguente lettera ai Guardiani della Archiconfraternita del Gonfalone per giustificare e difendere l’operato del vescovo mons. Giovanni Sanna, accusato di aver riscattato (anche se a sue spese) numerosi schiavi sardi non appatenenti allo Stato Pontificio:
«Me despiaciuto intrinsicamente aver inteso li romori e fastidi sono passati tra V. S. e il R.do Monsignore d'Ampurias circa l'opera de' riscatti, cosa che non corresponde ni è condegna a li meriti travagli e fastidi de detto R.do Monsignore e de questi R.di padri li quali per le sue buone opere exempi moribus e vita anno fondatta questa vostra redentione con tanto honore e creditto che pottete dir cosa che mai hanno pottutto dir nesciune altre persone che habiano mandatto qua elemosine ne redentori per che a le vostri se li crederebe de mile cristiani e più ala volta e vi sono raix che li hanno oferto tutti li eschiavi de le sue galeotte a pagar a la venuta de la elemosina quel che non voleno far a altri e per Algieri e in boca de queste gente non se ne sente altro che la Compagnia del Gonfalone di Roma con una honor e veneration grandissima. Imperò se V. S. rimunerano in tal modo quelli che s'afaticano in suo servitio credo che pochi se troveranno e saranno quelli che vi voleranno servire. Et de più ardisco avertirli che questo è uno giocare l'onore e creditto de questa vostra opera...»