4 novembre 2017 - Discorso del Sindaco, dott. Diego Loi
Buongiorno a tutti i partecipanti convenuti. Un particolare saluto ai rappresentanti delle associazioni dei combattenti e reduci, alle organizzazioni del privato sociale, alle Pie società, alle Autorità militari, religiose e civili, a tutti i cittadini e, in particolare, ai giovani studenti dell’Istituto Comprensivo di Santu Lussurgiu.
Anche quest’anno ci troviamo qui in occasione del 4 novembre, data che ricorda la conclusione della prima guerra mondiale, un evento che ha segnato in modo profondo e indelebile l'inizio del '900 e che ha determinato radicali mutamenti politici e sociali. Oggi celebriamo l’Unità d’Italia, ma anche e soprattutto le Forze Armate, che nella nostra Repubblica sono dedicate alla sicurezza interna e alla ricerca della pace a livello internazionale.
La commemorazione del 4 novembre ci aiuta a non dimenticare, ci aiuta a ricordare le persone che hanno dato la vita per la nostra patria, chi ha sofferto e chi è morto al fronte: persone che si immolarono per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere.
Oggi il 4 novembre assume una particolare accezione, e questa accezione è sicuramente legata alla complessità dei tempi moderni che ci sottopongono a nuove forme e prove di
resistenza: la resistenza delle piccole comunità come la nostra a non soccombere, a mantenere la propria individualità, a doversi difendere dai continui attacchi, che non sono attacchi militare badate, bensì nuove armi delle risorse finanziarie, della sottrazione di servizi, di attribuzione di continue e nuove responsabilità senza una corrispondente attribuzione di strumenti per farvi fronte.
É oggi la lotta di chi, permanendo nelle nostre comunità, crede che l’Unità Nazionale, oggi più di ieri, sia costituita innanzitutto e si possa mantenere solo grazie alle piccole comunità diffuse nel territorio come la nostra.
E allora in questo contesto, corre l’obbligo di ricordare l’importanza del continuo consolidarsi del senso civico e dell’impegno sociale che ognuno di noi nel suo quotidiano dovrebbe coltivare. Impegno civico che aiuta a mantenere in forza e in vita la nostra comunità, anche per reagire di fronte ai continui attacchi alla nostra stabilità.
La commemorazione del 4 novembre dunque rappresenta anche l'occasione preziosa per fermarci a riflettere sul senso della guerra, sempre ingiusta, sempre dolorosa, sempre crudele, sempre disumana, sempre sbagliata, sempre evitabile.
È una riflessione che deve rafforzare in noi un forte sentimento di ripudio verso la guerra e una forte volontà di coltivare sempre la pace, il rispetto per gli altri, la democrazia, e una chiara determinazione a mettere in pratica questi valori nella nostra vita di tutti i giorni. Esaltiamo dunque in questo giorno il compito primario delle Forze Armate di difesa della Patria, che si arricchisce di un alto impegno civile, volto a fronteggiare le difficoltà che quotidianamente viviamo. Il tema della pace e, di conseguenza, il rifiuto della guerra, è presente in maniera molto chiara nella nostra Costituzione, la nostra Legge più importante. Costituzione che nasce da un Paese dilaniato dalla guerra civile. E la pace è uno dei pilastri su cui si è voluta edificare la nostra Nazione. Non dobbiamo dimenticare chi si è sacrificato per la nostra libertà.Il pensiero quest’anno non può non andare anche ad un grande intellettuale sardo, di cui ricorre quest’anno l’80 anno dalla sua morte, Antonio Gramsci, uno tra i più importanti statisti italiani, che fece dell’affermazione del suo pensiero la sua ragione di vita, e il cui pensiero si è diffuso in tutto il mondo.
Oggi, non dimentichiamolo, una delle conquiste più preziose di cui possiamo godere è proprio la libertà, innanzitutto quella del pensiero, che è condizione fondamentale per poter garantire la crescita delle comunità. Non dimentichiamolo mai, instilliamo questo concetto soprattutto alle giovani generazioni: la libertà di cui oggi godiamo non è scontata, ed è frutto di grandi ed importanti conquiste del passato.
Il 4 novembre, oggi, diventa occasione per ricordarci che essere cittadini sardi ed italiani, significa essere sempre aperti al confronto costruttivo e al dialogo, nell’osservazione innanzitutto dei propri doveri nei confronti della comunità e nell’affermazione dei propri diritti.
L’impegno civile nella propria comunità è certamente il modo migliore per commemorare una parte importante della nostra storia e onorare degnamente i nostri caduti.
Grazie
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