A un centinaio di passi da Borore, di fronte al nuraghe, si trova un monumento analogo al precedente [la tomba di Goronna ndr.], ma che ne differisce per l'emiciclo, che invece di essere costituito da pietre separate è un vero e proprio muro doppio composto da grosse pietre unite senza malta e sistemate su tre file, e per la curvatura inferiore della stele, che si restrin­ge verso il basso e verso l’alto così da mostrare una forma ovoidale. Le pietre che coprono quella che noi crediamo la tomba vera e propria non poggiano su stele verticali ma su un muro interrato e molto basso; il tutto è ricoperto da terra e, se fosse grande la metà, sembrerebbe la fossa di un cimitero moderno: è lunga circa nove metri. Il vicino nuraghe, che si trova in direzione est-sud-est, è in parte distrutto e non mostra niente di particolare. Nelle vicinanze si trova un’altra pietra simile, ancora in piedi, anche se spezzata a circa metà della larghezza: è in vista della strada reale, dalla quale si può osservare nel tratto tra Macomer e Paulilatino, oltrepassata la chiesa di San Lus­sorio (la chiesa e la pietra spezzata si distinguono in secondo piano nella figura 2).