Non so proprio che taglio dare per introdurre questo argomento che mi sta molto a cuore e mi affascina a tutto tondo: si tratta dell'archeologia e dei nuraghi in particolare, il simbolo stesso della Sardegna.
Più in generale, sono le pietre che esercitano su di me uno strano fascino e attraggono da sempre la mia attenzione.
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Salude, beni cun nois, occanno puru amus a 'iere cosas bonas!
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NORME PER LA COSTITUZIONE DI UNA SEDE LOCALE
La sede locale, che prende il nome da un Comune, da un territorio, da un comprensorio, oppure da un'area storica o geografica, si intende costituita con l'approvazione da parte del Comitato Direttivo della richiesta avanzata da cittadini italiani maggiorenni che abbiano compilato gli appositi moduli per divenire soci ordinari e che siano almeno in numero di quindici.
In uno stesso Comune, solo ove se ne ravvisi la opportunità, possono essere costituite anche più sedi locali, le quali assumono la denominazione del Comune accompagnata dal nome della suddivisione amministrativa (quartiere, terziere etc.) o geografica (sud, nord etc.).
La sede locale persegue lo scopo istituzionale dell'Associazione in un ambito territoriale o comprensoriale collegato ad uno o più comuni ed opera in piena autonomia amministrativa, organizzativa e funzionale nel rispetto dello Statuto.
In alternativa a tale procedura la costituzione di una sede locale può altresì avvenire per “formazione progressiva” secondo la seguente direttiva:
- almeno cinque persone aventi i requisiti per divenire soci ordinari costituiscono un Comitato promotore;
- il Comitato promotore inoltra domanda al Comitato Direttivo, il quale per il periodo di due anni registra la sede costituenda tra quelle in formazione progressiva;
- raggiunto il numero di 15 soci la sede è automaticamente costituita senza ulteriore approvazione a condizione che entro 60 giorni dal raggiungimento del limite di soci siano tenute regolari elezioni per la nomina degli organi sociali e ne sia data regolare comunicazione degli esiti al Comitato Direttivo;
- nella costituzione in “formazione progressiva” la sede istituenda ed i soci ad essa iscritti sono considerati a tutti gli effetti Sede locale e Soci di Archeoclub d'Italia;
- se al termine del secondo anno non si sia raggiunto il limite minimo, il Comitato direttivo, delibera la chiusura della Sede.
Moduli utili:
- Richiesta di costituzione al Comitato Direttivo
- Modulo d’iscrizione
- Modulo di versamento delle quote sociali
Archeoclub d’Italia
Nasce nel 1971 come Centro di Documentazione Archeologica, con lo scopo di affiancare gli studiosi e gli esperti dell’archeologia nella diffusione della conoscenza del passato. Tra i fondatori ci sono i grandi nomi dell’archeologia, tra cui ricordiamo Massimo Pallottino, Gianfranco Paci, Romolo Augusto Staccioli, e poi, ideatore e promotore instancabile, il filosofo Francesco Berni. Nello stesso anno nascono gli Archeoclub d’Italia, sedi locali che hanno nel territorio comunale la loro base operativa.
La diffusione del patrimonio archeologico e storico-artistico su tutto il territorio nazionale è da sempre la più grande attrattiva dell’Italia, ma è anche la principale causa di difficoltà per la conservazione e la valorizzazione adeguata della nostra immensa ricchezza di arte, di cultura, di civiltà.
Partendo da questa considerazione, i fondatori di Archeoclub d’Italia hanno superato i luoghi comuni di uno sterile e diffuso criticismo e hanno richiamato i cittadini italiani alla responsabilità e al dovere di collaborare con le istituzioni, in primo luogo Amministrazioni locali, Università e Soprintendenze, per la conservazione di un patrimonio che non ha uguali al mondo.
Organizzati in Sedi locali, i nostri volontari operano su un territorio limitato, che conoscono e sul quale possono intervenire con proposte concrete, con attività che risvegliano l’attenzione dei concittadini e li inducono a considerare con occhi diversi l’eredità del passato custodita nei loro paesi.
La caratteristica saliente del patrimonio culturale italiano è, infatti, quella di derivare dalla fusione e naturale omogeneizzazione di culture locali, nate dalle grandi radici classiche greca, romana, bizantina, e poi evolutesi quasi filoni originali dei medesimi valori culturali, infine confluite attraverso il Rinascimento in una cultura nazionale unitaria. Unitaria sì, ma anche sfaccettata e pregna, localmente, dei valori che ogni comunità locale ha derivato e mutuato dal proprio passato.
Per tale motivo non c’è campanilismo nell’agire attenti alle piccole realtà culturali anche comunali, ma anzi ciò esalta il carattere proprio della cultura italiana che così tanto la differenzia dalle esperienze degli altri Paesi.
Non solo: l’azione locale è anche la consapevolezza che un patrimonio così imponente, accumulato in circa tre millenni di storia, può essere conservato soltanto distribuendone la cura fra coloro che sono più vicini ai beni culturali e ne sono i naturali eredi, adattandosi con la massima flessibilità alle esigenze particolari di ogni memoria storica e alle caratteristiche dell’ambiente in cui si è formata.
La nostra Associazione è in grado di offrire alle comunità locali e agli studiosi una grande varietà di professionalità e di competenze diverse, che si rivelano spesso preziose per individuare nuovi modi di promozione e di gestione di monumenti considerati a torto di minore importanza o troppo periferici per una gestione centralizzata.
Operando in modo capillare sul territorio i nostri volontari hanno dovuto approfondire anche l’indagine storica, riportando l’attenzione sugli archivi locali, sia comunali che ecclesiastici, salvandone molti dal degrado e dalla dispersione con un minuzioso lavoro di riordino e di catalogazione.
Le Sedi locali sono sostenute da una intensa attività di coordinamento svolta dalla Sede centrale, che definisce le linee guida della nostra Associazione e individua le tematiche principali su cui far convergere l’impegno dei volontari. Nascono così le nostre “campagne nazionali”, i cui obiettivi sono sempre concretamente legati alla cura del nostro patrimonio culturale. La prima di queste campagne è stata l’”Operazione Conoscenza”, lanciata oltre 30 anni fa come propedeutica all’impegno sul territorio, che proponeva a tutte le Sedi locali un sistema di schedatura veloce dei beni culturali locali, base indispensabile per la programmazione di ogni ulteriore proposta di recupero e di sviluppo.
Un’ultima cosa dobbiamo ricordare, forse la più importante, ed è lo spirito di amicizia e di sincera collaborazione che anima tutti i soci di Archeoclub d’Italia, consapevoli che il contributo di ogni Sede, e di ognuno di noi all’interno delle Sedi, concorre ad accrescere l’insostituibile patrimonio di cultura e di civiltà che abbiamo ereditato dai secoli passati e che è ancora oggi la fonte primaria della nostra identità nazionale.
Nell'Isola, l'Archeoclub d'Italia onlus approda il 27 ottobre 2015 con la costituzione della Sede locale di Santu Lussurgiu da parte di un gruppo di appassionati di archeoloigia e di tematiche legate all'ambiente e alla cultura del territorio.
Il promotore e presidente del nuovo sodalizio è Umberto Guerra che, nella tornata elettorale dello scorso aprile 2016, è stato eletto Consigliere nazionale di Archeoclub d'Italia onlus della Regione Sardegna.
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SOCI FONDATORI
Umberto Guerra
Mauro Ardu
Giambattista Firinu
Giovanni Sechi
Joseph Pintus
Giovanni Salaris
Giovanni Serra
CONSIGLIO NAZIONALE COLLEGIO UNICO
Presidente nazionale CLAUDIO ZUCCHELLI
Vice Presidente nazionale GIULIO DER COLLIBUS
Segretario nazionale ROSARIO SANTANASTASIO
Alessandro BENCIVENGA
Paolo CERMELJ
Bersanofio CHIEDI - Componente Comitato direttivo
Lorenzo Antonio CHIRICO'
Claudio CIPOLLONE
Pietro CIRIGLIANO
Antonio CRISCI
Giulio DE COLLIBUS
Francesco DI CECIO - Componente Comitato direttivo
Gerolamo FAZZINI
Vincenzo FUNDONE
Umberto GUERRA
Aniello LANGELLA
Giuseppina LIUZZO
Claudio LO MONACO - Componente Comitato direttivo
Paolo LOSI
Vincenzo PIAZZESE
Franca RAGGI
Vermiglio RICCI
Rosario SANTANASTASIO
Walter SCOTUCCI - Componente Comitato direttivo
Francesco VALENTE
Susanna VIGANO'
Maria Rosaria VITALITI - Componente Comitato direttivo
Claudio ZUCCHELLI
dott.ssa BARRA Anna
prof. BRUNO Giuseppe A.
dott. CARUSO Giacomo
prof.ssa CECCARELLI Evita
ing.
dott. CIPOLLONE Claudio
dott. CIRIGLIANO Pietro
sig. DE COLLIBUS Giulio
dott. DE MEO Vito
prof. FAZZINI Gerolamo
ing. GHIGO Mirella
dott. LAVORANTE Alfonso
prof.ssa LIUZZO Giuseppina
dott. LOSI Paolo
avv. MAZZITTI Walter
prof.ssa PAOLETTI Valeria
dott. PIAZZESE Vincenzo
prof.ssa RAGGI Franca
dott.ssa RIGONI Anna Nicoletta
prof.ssa RIZZO Fortunata Flora
dott. RUBINO Angelo
ing. SANTANASTASIO Rosario
arch. VALENTE Francesco
dott.ssa VIGANO’ Susanna
dott.ssa VINCENTI Maria Cristina
dott.ssa VITALITI Maria Rosa
dott. ZANNINI Ugo
COMITATO DIRETTIVO
pres. Zucchelli Claudio – Presidente nazionale
dott. Scotucci Walter - Vice Presidente nazionale
dott. Cipollone Claudio
sig. De Collibus Giulio
dott. Lavorante Alfonso
prof.ssa Raggi Franca
dott.ssa Vincenti Maria Cristina
Tesoriere nazionale
dott. Cipollone Claudio
COLLEGIO REVISORI DEI CONTI
Componenti effettivi
Prof. Costantino PALMITESSA - Presidente del Collegio avvocato tributarista; revisore contabile. Barletta
dott. Paolo CASELLI sindacalista. Firenze
dott. Antonino GRECO geologo. Bari
Componenti supplenti
dott.ssa Giovanna CONGESTRÌ dottore commercialista. Vibo Valentia
dott.ssa Giuseppa SORTINO funzionario I^ categoria del Comune di Lentini. Lentini (SR)
COLLEGIO PROBIVIRI
Componenti effettivi
Dott. Giovanni Paolo GASPARI Presidente del Collegio manager pubblico. Roma
prof.ssa Antonia SPINETTI BARTOLO Segretaria del Collegio docente. Bari
avv. Innocente CATALDI avvocato; presidente della Sede di Gravina in Puglia (BA)
Ermanno de FRANCISCO consigliere di Stato. Roma
Giovanni MOSCHETTA consigliere Presidenza del Consiglio dei Ministri. Roma
Componenti supplenti
Domenico DOMINICI docente universitario di Istituzioni di Diritto Pubblico. Messina
Giovanni MARLETTA magistrato. Piazza Armerina (EN)
CONSIGLIO NAZIONALE - RAPPRESENTANTI REGIONALI
REGIONE ABRUZZO - Alessandro BENCIVENGA
REGIONE ABRUZZO - Giulio DE COLLIBUS
REGIONE ABRUZZO - Gregorio DI LUZZIO
REGIONE BASILICATA - Vincenzo FUNDONE
REGIONE CALABRIA - Lorenzo Antonio CHIRICO'
REGIONE CAMPANIA - Francesco DI CECIO
REGIONE EMILIA ROMAGNA - Paolo LOSI
REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA - Aniello LANGELLA
REGIONE LAZIO - Claudio LO MONACO
REGIONE LOMBARDIA - Susanna VIGANO'
REGIONBE MARCHE - Vermiglio RICCI
REGIONE MARCHE - Mario MORBIDONI
REGIONE MOLISE - Francesco VALENTE
REGIONE MOLISE - Oscar DE LENA
REGIONE PUGLIA - Barsanofio CHIEDI
REGIONE PUGLIA - RUBINO
REGIONE SARDEGNA - Umberto GUERRA
REGIONE SICILIA - Vincenzo PIAZZESE
REGIONE SICILIA - Giacomo CARUSO
REGIONE SICILIA - Giuseppina LIUZZO
REGIONE TOSCANA - Franca RAGGI
REGIONE TOSCANA - Claudio ZUCCHELLI
REGIONE UMBRIA - Paolo CERMELI
REGIONE VENETO - Gerolamo FAZZINI
Non so proprio che taglio dare per introdurre questo argomento che mi sta molto a cuore e mi affascina a tutto tondo: si tratta dell'archeologia e dei nuraghi in particolare, il simbolo stesso della Sardegna.
Più in generale, sono le pietre che esercitano su di me uno strano effetto e attraggono da sempre la mia attenzione. Mi è capitato spesso di cadere o beccarmi uno schiaffo in faccia da un ramo o un rovo, perché durante le mie escursioni, piuttosto che guardare avanti, rivolgo lo sguardo come ipnotizzato sui muretti a secco che delimitano il sentiero, alla ricerca, tra le tante, della pietra particolare dove sia possibile rinvenire i segni che le età geologiche o l'uomo nuragico vi hanno impresso.
Lo faccio anche per le reminiscenze storiche che durante le mie escursioni in solitaria mi tornano alla memoria: la Legge delle chiudende emanata da Vittorio Emanuele I di Savoia nel 1820.
La privatizzazione delle terre comuni, infatti, oltre alle violente reazioni dei piccoli pastori, rappresentò un terremoto catastrofico per le migliaia di nuraghi di cui era ricca l'isola, molti dei quali vennero letteralmente smontati per recintare le nuove proprietà. Ma a prescindere dall'interesse culturale e "sentimentale" per le pietre e i nuraghi, ho difficoltà a trattare l'argomento perché la situazione di abbandono e di degrado in cui versa gran parte del patrimonio archeologico della Sardegna, mi provoca grande angoscia, rabbia infinita e profondo disprezzo, per tutti coloro, politici e funzionari responsabili che avrebbero dovuto e dovrebbero provvedere alla loro salvaguardia, al loro recupero e valorizzazione. Eppure l'amore dei Sardi per la propria terra è grande; sono fieri e gelosi della propria storia millenaria, dell' identità linguistica, culturale, delle tradizioni...
Com'è possibile allora che un tale importantissimo patrimonio, unico al mondo, che avrebbe fatto "leccare i baffi" a qualsiasi altra regione d'Italia e del mondo, decretandone la fortuna turistica ed economica, come mai - mi chiedo e chiedo - si dimostrano così apatici e noncuranti di fronte a tanta colpevole trascuratezza e abbandono?
Non credo di essere il solo a porsi queste domande e a provare profonda angoscia e impotenza per lo stato di totale abbandono in cui versa il patrimonio archeologico della Sardegna.
Eppure sono disponibili le cifre, le statistiche annuali dei flussi di visitatori che ogni anno si riversano sui siti archeologici attrezzati, fosse solo dell'essenziale, pagano il biglietto, sostano nei paesi, consumano ai bar, mangiano nei ristoranti, alloggiano negli alberghi, acquistano nei negozi, creano occupazione...
Quale politica di sviluppo turistico per la Sardegna, senza i Nuraghi? Trasformati in ovili, deturpati dal cemento, lastre di eternit, cancelli di ferro, tettoie di lamiera, la cui stabilità è sempre più irrimediabilmente compromessa dalle radici di olivastri, bagolari e querce ingigantite sulla parte sommitale dei masti e affondano le loro radici tra gli interstizi scardinandone lentamente e inesorabilmente i grandi massi sino al crollo?
É tempo di intervenire, di mobilitarsi, di dire basta a tale scempio!
È necessario avviare - e lo facciamo e continueremo a farlo da queste pagine - una vera e propria campagna di sensibilizzazione e di lotta sullo stato di degrado dei munumenti archeologici della Sardegna, con l'obiettivo di raccogliere un pacco di proteste da brandire sulle teste dei responsabili diretti ed indiretti, sollecitando un intervento risanatore non più procrastinabile.
Vuoi essere dei nostri in questa difficile battaglia? È molto semplice farlo: se anche nel tuo Comune c'è un nuraghe o un sito archeologico in forte degrado ISCRIVITI AL NOSTRO ARCHEOCLUB: saremo tuoi alleati e ci batteremo al tuo fianco, sino in fondo!