1. Vultur monachus, L.
Vultur cinereus, L. (Savi, Orn. tosc. V. I, p. 9).
Ægypius cinereus, Bp. (Bp., Faun. ital. Introd.).
V. cinereus L. (Cara, Orn. sard. sp. II).
Contruxiu e Bentruxiu nieddu. C. M.
Benturzu e Anturzu. C. S.
Àvvoltojo.
Clicca su play per ascoltare il verso
Questo avvoltojo m'è sembrato il più comune di tutti in Sardegna. — Abita i luoghi montuosi. — Più volte, mentre io era in agguato presso qualche cadavere, ne ho visti giungere da grandi distante, e fino a cinque se ne sono posati contemporaneamente sulle roccie a me circostanti, ma sempre fuori della portata del fucile, onde sembrava che scoprissero la mia presenta, sebbene io avessi adoperato tutte le cautele possibili per tenermi perfettamente nascosto. Nel febbrajo il mio compagno Antinori ebbe un maschio di questa specie, ed un altro io nel marzo; in ambedue ho osservato alcune penne perfettamente candide ai lati del petto presso l'articolazione dell' omero col corpo. lo ho potuto osservare molti individui di questa specie, e tutti provenienti dalla Sardegna. Nel Museo di Cagliari n'esistono due; l'uno ha l'abito bruno più comune, l'altro un poco più grande, l'ha bruno quasi nero, ed in esso si nota il vertice coperto di piumino bianco sudicio cosparso di macchie bruno nere; il loro sesso non è indicato; il secondo è forse una femmina. Questo individuo, che per la cattiva preparazione presenta il meato uditivo molto aperto e spiegato, ha fatto credere al Cara che in Sardegna esistesse il Vultur auricularis (Cara, Ornitologia sarda, specie I.a), che egli asserisce comune, stazionario e nidificante. E nel leggere nella descrizione come sia dotato nel ventre di penne lunghissime, appuntate, e che incompiutamente ricuoprono una peluria di color bianco puro, si crederebbe ch'egli realmente avesse sott'occhio un individuo del vero V. aurìcularisj mentre è certo che ambedue gli individui del museo sono veri V. monachus, ed egli stesso ora riconosce il suo errore.
Schlegel recentemente nel suo Muséum d'histoire naturelle des Pays Bas divide la terza sezione del genere Vultur, L. in due gruppi, distinto l'uno dal collo nudo con pieghe longitudinali, l'altro dal collo senza pieghe, ed in questo pone il Voltur monachus L. Però, come giustamente ha fatto notare il marchese Orazio Antinori in una nota del suo Catalogo ornitologico dell'Affrica (sic.) centrale, i due individui di questa specie, che noi avemmo freschi in Sardegna, presentavano distintamente nella parte più alta del collo alcune pieghe cutanee, le quali partivano dalla parte posteriore, e non longitudinalmente, ma quasi orizzontalmente si dirigevano in avanti sulle parti laterali del collo, ed alcune si biforcavano. Queste pieghe collo scorticare l'animale scomparivano per la distensione della pelle, e cosiè che nell' individuo rimasto all' Antinori inutilmente si cercherebbero quelle pieghe, che io colle pinzette ho dovuto riprodurre artificialmente nell'individuo a me toccato, e che montai immediatamente mentre era ancor fresco. Queste pieghe però sono ben altra cosa da quelle dell' Auricularis ed io non potrei giammai convenire con lui nell'opinione eh' egli ha emesso nel catalogo suddetto, cioè che, in Sardegna esista l' Auricularis e non il Monachus, mentre è precisamente il contrario. Schlegel e gli altri, che dell'esistenza delle pieghe sul collo hanno fatto un carattere differenziale per distinguere l'Auricularis dal Monachus, non hanno forse osservalo del secondo individui viventi o freschi, ma solamente pelli, nelle quali, lo ripeto, le pieghe del collo per la distensione scompariscono; ma, mentre inesattamente hanno dato quel carattere come esclusivo dell' Auricularis, ne hanno aggiunti altri per i quali facilmente si distinguono le due specie; tali, nell'Auricularis, il becco più grosso e più ricurvo, e le piume delle parti inferiori lunghissime, acuminate, contorte (courbées) e ricuoprenti incompletamente il bianco piumino sottostante, mentre nel Monachus sono meno lunghe, rotondate, piane, allargate, ed il piumino sottostante è cinereo o bruno-nero.
Al mio compagno Antinori fu recato un uovo, che era stato tolto, circa alla metà di aprile, da un nido ove se ne contenevano due; esso è alquanto globoso, ed io suppongo che sia del V. monachus. Eccone la descrizione: fondo bianco sudicio volgente al vinato, asperso dì macchie e punteggiature ferruginose irregolari ed irregolarmente disposte. Il guscio è assai grosso e dall' apertura si scorge che gli strati più interni sono di color verde cupo, e bianchi i più superficiali. Le granulazioni calcaree sono sottili, ma rilevate, e la superficie dell'uovo è scabra al tatto, ed osservata colla lente presenta l'aspetto di sabbia incollata ad una superficie.
Diametro maggiore 0,087.
Diametro minore 0,069.
Un altro uovo alquanto più allungato dell'antecedente ebbe l'Antinori, e non v'ha dubbio che appartenga al Gyps occidentalis siccome insieme ad altro, che pur si ruppe, fu nei primi giorni di maggio tolto da un nido ove si trovava una femmina di questa specie, e che fu uccisa.
Esso ha pure il fondo bianco sudicio volgente al vinato, ma più oscuro che nell' antecedente, ed è fittamente asperso di macchie e di punteggiature; le macchie sono di color vinato più vivace del fondo sebbene sempre sbiadito, e sono fittamente ravvicinate alle due estremità, ma più alla piccola che è quasi unicolore; le punteggiature sono di color bruno-cioccolata, molto piccole e corrispondono agl'incavi esistenti tra le granulazioni; queste non sono distinte ed isolate le une dalle altre, ma riunite in isolette più o meno estese, tra le quali corrono i solchi; da questa disposizione deriva che la superficie dell'uovo non è molto ruvida e scabra. La spessezza del guscio è minore che nell'antecedente, e gli strati calcarei interni sono bianchi come i superficiali.
Diametro maggiore 0,095.
Diametro minore 0,068.