Domenica, 24 Novembre 2024

Oltre il Vulcano verso il mare

brioLA FAUNA

Non solo la flora, ma anche la fauna ha risentito dei tagli e degli incendi verificatisi nel secolo scorso nelle foreste del Montiferru. Ai mutamenti ambientali causati dagli speculatori che presero di mira i nostri alberi, si aggiunse, per quanto riguarda la fauna, la pressione venatoria esercitata dai cacciatori.

All'inizio del secolo la Sardegna veniva considerata un importante riserva di caccia.
Frotte di cacciatori vi giungevano in nave da Genova e, accompagnati da guide locali, abbattevano cervi, daini, mufloni ed avvoltoi e tornavano a casa carichi di trofei.

Dopo il disboscamento e gli incendi, nemmeno lo sterminio dei tanti animali è stato risparmiato al Montiferru, ma questa è una storia vecchia.

Oggi le uniche possibilità di portare via dalle nostre foreste ricchi trofei da mostrare a casa agli amici, sono rappresentate dalle immagini che gli amanti del "birdwatching" riescono a rubare alla fauna che vive nel Montiferru.
Ci si alza sempre all'alba, si cammina tra i boschi, lontani dagli stress. Ma il grilletto del fucile automatico viene sostituito dall'otturatore della, più o meno sofisticata, macchina fotografica.
Con un po' di fortuna, gli amanti del birdwatching potranno portare a casa trofei d’eccezionale valore.
Infatti il Montiferru, per la sua posizione geografica, la sua conformazione geologica e la varietà dei suoi ambienti, offre sicuro rifugio all'avifauna stanziale e si pone come preciso punto di riferimento per le specie migratrici. È possibile fotografarvi uccelli delle più diverse specie, come storni, gruccioni, averie, pettirossi, saltimpali, passeri, tordi, ghiandaie, cornacchie, bige, colombacci, corvi imperiali, merli, upupe, ecc.


pernice sardaCaratteristica è la pernice (Alectoris barbara) considerata un relitto geografico.
Ma senz'altro gli amanti del birdwatching non vorranno lasciarsi sfuggire l'occasione di fotografare le sagome dei rapaci che frequentano il cielo del Montiferru, alcuni dei quali nidificano anche nelle sue rocce: 5-6 coppie di falco pellegrino (Falco peregrinus) da sempre ampiamente diffuso ma nidificatore sporadico, pare abbiano deposto le loro uova in nidi nelle pareti rocciose.
Anche l'albanella (Cyrcus pygarus) ha ripreso a nidificare a Pabarile. Sono presenti e nidificano nei crepacci il gheppio (Falco tinnunculus) e il nibbio reale (Milvus milvus), una volta molto comuni, oggi più rari.
La sparviero (Accipiter misus Wolterstff), la poiana (Buteo arrigonii) e l'astore (Accipierr gentilis arrigonii Kleinsch) presenti nel Montiferru, appartengono a razze sarde, diverse da quelle presenti nel resto d'Italia.

grifoneMa per gli amanti della natura, nessun trofeo è più ambito di una serie di diapositive del maestoso e spettacolare volo del grifone (Gyps fulvus), facilmente riconoscibile, oltre che per la mole imponente, per il colore marrone e per il lungo collo coperto di corto piumino bianco ed un caratteristico collare alla base. La sua apertura alare che può raggiungere i 280 cm, gli permette di sfruttare al massimo le correnti d'aria ascensionali che gli consentono un volo planante, con il minimo dispendio di energie. La popolazione italiana di grifoni è concentrata nel triangolo compreso, grosso modo, fra Santu Lussurgiu, Bosa e Alghero, dove, in un areale di 2000 kmq, vivono attualmente un centinaio di grifoni. Nel Montiferru sono stati reintrodotti con esemplari provenienti dalla Spagna e dalla Francia, ad iniziare dal 1986 e, dopo un periodo di ambientamento in voliera sono stati liberati. Ora è facile vedere "il padrone del cielo" veleggiare maestoso alla ricerca del cibo.

Se poi il fotocacciatore avrà ancora qualche rullino a disposizione, potrà rivolgere l'obiettivo ad altri esemplari importanti della fauna del Montiferru. I cervi e i mufloni sono protetti nei recinti di ripopolamento dell'Azienda Foreste Demaniali dove è possibile incontrarli e fotografarli. I mufloni (Ovis musimorì) preferiscono trascorrere la loro giornata nei dirupi rocciosi al margine della boscaglia; i cervi (Cervus elaphus corsicanus) vivono preferibilmente più all'interno, nella lecceta, dove le foreste di sclerofile si alternano con pascoli. Anche altri mammiferi presenti nel Montiferru sono protetti perché negli ultimi decenni hanno subito una regressione numerica tale da fare temere per la loro conservazione. Ricordiamo, fra gli altri: il gatto selvatico (Felis sylvestris) e il riccio (Erinaceus europeus). Non ha invece fatto temere per la sua estinzione un altro importante abitante del Montiferru: il cinghiale (Sus scrofa meridionalis) anch'esso più piccolo del cinghiale continentale. E stato a lungo il padrone delle nostre foreste che gli hanno da sempre offerto riparo e cibo (tuberi, radici, bulbi, ghiande, larve, insetti, ecc.) insieme alla volpe (Vulpes vulpes), alla donnola (Mustela nivalis), alla lepre (Lepus capensis) ed al coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) è considerato selvaggina.

DIAPOSITIVE i - Ciclamini 2 - Selseparigila nostrane 3 - Piantine acquatiche 4 - Asfodelo 5 - Aperitivo ai cardo 6 - Rosa peonie 7 - ible 8 - Orchidee pepilionacea (orchidee farfalla). 9 - Grifone 10 - Grifone in volo li - Cervo 12 - Pernice sarda 13 - Falco Pellegrino nel suo nido 14 - Gheppio 15 - Giovane mufione 

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