IL CASTELLO DI MONTIFERRU (O CASTEDDU ETZU) Sec. XII *
Tipico castello di frontiera, per le caratteristiche architettoniche e strutturali e per le indispensabili infrastrutture che lo fanno indubbiamente coevo di quello dell'Acquafredda di Siliqua, di Quirra e di Silius, ma precedente — senza ombra di dubbio - a quello di Lasplassas e di Posada, anche se in questi si mantiene ancora la stessa tecnica costruttiva comune nel Medioevo, nei paesi bagnati dal Mediterraneo. Talvolta la materia prima, la pietra, può trarre in inganno in quanto non sempre è di facile lavorazione ed è stata utilizzata, rendendola come era possibile più o meno squadrata, a seconda della natura e durezza. Comunque anche in questa costruzione, oltre agli scheggioni basaltici, è stato usato il calcare di Cuglieri, per le pietre angolari della torre, lavorate secondo la tradizione toscana, ma per la strutturazione delle volte delle cisterne e di alcune segrete è stato utilizzato il mattone.
Vi è presente anche la struttura a soletta formata da pietrame minuto misto di calcare e basalto legato dalla calce, per la gettata di pavimentazione sopra le volte. Le cisterne sono tutte intonacate con uno strato di malta e calcare finissimo. Tutta la muratura, specie quella di cinta, è legata con malta povera in maniera da assorbire i colpi. La posizione dell insieme fortificato non è di facile accesso, sulla strada che va a Macomer, ed è comprensibile, vista l'orografia della regione, perché sia diventato così importante.
Nel Libellus Iudicum Turritanorum1 si narra che la costruzione di questo castello fu dovuta a Ittocorre de Gunale, fratello del giudice turritano Barisone II, nel 1169. Documenti che narrino le vicende di questo castello non ce ne sono molti, ma la documentazione, seppure frammentaria, lascia tuttavia intuire l'importanza strategica, politica e militare della fortificazione. La prima menzione risale al 1195. Compare nell' accordo stipulato fra il giudice Costantino II di Torres e il comune di Pisa, in previsione del trattato di pace che Costantino avrebbe firmato con il giudice di Cagliari Guglielmo di Massa. Costantino, in cambio dell'appoggio del comune pisano, gli cedeva in concessione il castello di Montiferru e quello di Goceano. Gli accordi prevedevano che il castellano sarebbe stato un pisano, che lo avrebbe tenuto fino a che i due giudici non fossero pervenuti ad un accordo, sugli interessi che entrambi avevano nell' Arborea. Il castello ricompare nel trattato di pace tra Pisa e Genova nel 1288. dopo la battaglia della Meloria dell' 84. e lo vede affidato a Genova, insieme a quello del Goceano. Ma nel 1293 Pisa rientrava in possesso del castello. Passeranno molti anni poi, prima che il castello sia di nuovo menzionato nei documenti, all' inizio del XIV secolo.
Ormai il giudicato di Torres non esiste più e il castello, come tutto il territorio del Montiferru, è passato sotto le insegne dell'Arborea. Nel 1328 Alfonso III il Benigno aveva confermato il giudicato di Arborea a Ugone II con le curatorie, le città, e ville che gli appartenevano, come già aveva fatto Giacomo II nel 1323 quando Ugone gli aveva giurato fedeltà. Inoltre gli venivano concessi territori extragiudicali: Bosa e buona parte della curatoria di Planargia e il castello e territorio di Montiferru.
Lo troviamo poi ricordato nel testamento di Ugone II, nel 1336, affidato al castellano Pietro Vacca2. Ma l'indicazione più interessante è data forse da un documento datato 12 aprile 13553, nel quale il re Pietro IV ricorda a Mariano d'Arborea che, per la convenzione del trattato di pace stipulato con lui, a capo del castello deve essere un catalano o un aragonese, che abbia giurato fedeltà al re. In un altro documento, del 5 maggio di quello stesso anno, il re Pietro IV scrive a Pietro de Exerica che Mariano IV gli ha fatto sapere che nessun catalano ha voluto restare in Sardegna e dunque accettare la nomina di castellano.
Il castello di Montiferru, con quello di Monteacuto e quello di Burgos del Goceano, furono i capisaldi della resistenza arborense, nella guerra contro i catalano-aragonesi. Anni dopo, quando i catalani avranno vinto i sardi, la città di Cuglieri, col suo territorio e il castello di Montiferru, passerà in feudo a Guglielmo di Montagnans, che poi venderà il suo beneficio, nel 1421 a Raimondo Zatrillas.
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Testo di: FOISO FOIS, Castelli della Sardegna Medioevale, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (MI), 1992, pp. 244 - 247