Nuraghe Santa Barbara - Macomer
Come arrivare
Lungo la SS 131, all'altezza di Macomer, subito dopo il km 145 è ben visibile, sulla destra per chi giunge da Cagliari, l'area di sosta del monumento segnalata da cartelli turistici. La si raggiunge percorrendo in salita una stradina asfaltata; lasciare l'auto e proseguire a piedi per il viottolo che porta al nuraghe.
Il contesto ambientale
Il nuraghe è situato su un ripiano basaltico, alle pendici del Monte Manai, in posizione dominante sulla piana di Abbasanta, nella regione del Marghine, nella Sardegna centro-settentrionale.
Descrizione
L'edificio, uno dei più noti dell'isola, è di tipo complesso, costituito da una torre centrale e da un bastione quadrilobato con cortile a cielo aperto.
Era difeso da un antemurale, rilevato dal generale Della Marmora, che attualmente risulta appena leggibile sul piano di campagna.
Il bastione (altezza m 8,80) include quattro torri raccordate da cortine murarie, a profilo concavo-convesso, costruite con blocchi di basalto appena sbozzati e disposti su corsi orizzontali.
Si accede al bastione attraverso un ingresso quadrangolare orientato a SE che immette in un breve corridoio trapezoidale, di collegamento al cortile semiellittico. Sulle pareti di quest'ultimo si aprono gli ingressi della torre centrale e di quelle secondarie anteriori.
La torre secondaria B, raggiungibile attraverso un breve andito strombato dotato di nicchia nella parete d. (restaurata in antico), presenta pianta circolare (diametro m 3,30; altezza m 3,20) e feritoia, in asse con l'ingresso e rialzata.
Un ampio ingresso trapezoidale, sopraelevato rispetto al pavimento, si apre nella parete SO della camera ed immette in un piccolo ripiano con tre grandi nicchie-feritoie. Dal ripiano, girando a d., si diparte una scala, parallela alla cortina muraria di prospetto, che quasi all'altezza del cortile svolta a gomito e passa sopra l'andito che introduce nella torre B e quindi sul bastione.
La torre C, di pianta circolare (m 4 x m 4,10; altezza m 5), accessibile direttamente dal cortile attraverso un ingresso architravato, mostra, a s., una nicchia-feritoia e tre stipetti e, a d., una seconda nicchia sopraelevata con funzione di stipetto.
Il bastione include le torri D ed E, entrambe da scavare, ma quasi totalmente distrutte.
La torre centrale A (diametro m 9 allo svettamento; altezza m 15) è costruita con blocchi lavorati con una certa cura e posti in opera a filari orizzontali regolari.
L'ingresso, orientato a SE e sormontato da architrave con finestrino di scarico, introduce in un andito piattabandato sulle cui pareti sono aperte una nicchia (a s.) e la scala (a d.).
La camera del piano terra, leggermente schiacciata in pianta (diametro m 5,05 x m 5,80; altezza m9,60) mostra tre nicchie disposte a croce.
Il vano del primo piano, più regolare di quello del piano-terra, ha pianta circolare (diametro m 3,50; altezza m 4,80) priva di vani sussidiari e illuminata da un finestrone trapezoidale con architrave arcuato.
Il profilo di una terza camera (diametro m 3,10) si può ancora leggere allo svettamento della torre.
Attorno al monumento, per un'ampia superficie, si conservano i resti dell'abitato, il cui uso è proseguito in età romana e altomedievale.
Storia degli scavi
Rilevato dal Lamarmora (1860) e dal Mackenzie (1918), il nuraghe fu scavato tra il 1979 e il 1981.
Bibliografia
A. Della Marmora, Voyage en Sardaigne ou description statistique, phisique et politique de cette ile avec des recherches sur ses productions naturelles et ses antiquités, II (Antiquités), Paris, A. Bertrand-Torino, J. Bocca, 1840, pp. 43, 82-84, 95, 97, 112, fig. 1-11, pl. XII;
E. Pais, "La Sardegna prima del dominio romano. Studio storico archeologico", in Atti della Accademia nazionale dei Lincei, VII, CCLXXVIII, 1880-81, p. 281, tav. II, 8;
A. Taramelli, "Foglio 205, Capo Mannu; Foglio 206, Macomer" in Edizione archeologica della carta d'Italia al 100.000, 48, Firenze, Istituto geografico militare, 1935, p. 59;
G. Lilliu, I nuraghi. Torri preistoriche di Sardegna, Cagliari, La zattera, 1962, pp. 113-115;
E. Contu, "L'architettura nuragica", in Ichnussa: la Sardegna dalle origini all'età classica, Milano, Scheiwiller, 1981, pp. 3-175;
A. Moravetti, "Nota preliminare agli scavi del Nuraghe S. Barbara di Macomer", in Nuovo bullettino archeologico sardo, 3, 1986, pp. 49-113;
A. Moravetti, Ricerche archeologiche nel Marghine-Planargia, 1, collana "Sardegna Archeologica. Studi e monumenti", Sassari, Carlo Delfino, 1998, pp. 101-107, figg. 156-162.
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Fonte: http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=20798&v=2&c=2488&c1=2124&t=1