Domenica, 24 Novembre 2024

Ambiente

ARCHEOLOGICI - MARGHINE

Nuraghe Ruggiu - Macomer

nuraghe ruiu1Sulla collina di Filigosa sorge il Nuraghe Ruju, sentinella antica che vigila silenziosa sulle domus de janas sottostanti. La torre è diroccata nella parte rivolta a meridione in seguito a un crollo, ciò permette di vedere la struttura interna che comprende l’andito di ingresso che introduce al vano scala, anch’esso crollato, e alla camera circolare che consta di tre nicchie. Si sviluppa oltre i 12 metri di altezza, con grosse pietre lavorate e disposte a filari regolari all’esterno, mentre l’ambiente interno è realizzato con pietre più piccole e di medie dimensioni appena abbozzati e posti in opera. Nel 1968 il nuraghe è stato oggetto di restauro da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Sassari e Nuoro.

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Necropoli di Filigosa - Macomer

filigosa1Poco fuori del centro abitato di Macomer in direzione nord lungo la strada provinciale che conduce a Bosa sorge l’area archeologica dI Filigosa. Al sito sepolcrale si accede tramite La strada asfaltata che porta all’Ospedale Civile. Nella collina dominata dal Nuraghe Ruju si apre uno scenario unico e suggestivo che richiama l’antica civiltà prenuragica che aveva scelto la località per il sonno eterno dei propri defunti.
Sono quattro le tombe di giganti presenti nella necropoli interamente scavate nella roccia, che testimonia la presenza di un insediamento umano nelle vicinanze della cultura eneolotica Filigosa-Abealzu.
Le tombe sono a sviluppo orizzontale con lunghi corridoi di accesso, chiamati dromos, che immettono in un vano maggiore da cui poi si dipartono le celle di inumazione interne. Tutte e quattro le tombe presentano nella cella maggiore il focolare rituale di forma circolare posto in posizione centrale sul pavimento, con coppelle sulle pareti laterali. Nella necropoli sono state rinvenute ossa umane scarnificate che testimoniano il rito della sepoltura secondaria, dalla metà del III millennio agli inizi del II millennio a.C.
Gli scavi sono stati effettuati nel 1965 da Ercole Contu e negli anni '80 da Alba Foschi.

Bibliografia
E. Contu, "Notiziario", in Rivista di Scienze Preistoriche, XX, 1965, pp. 377-379;
A. Moravetti, Relazione preliminare sui monumenti archeologici dei comuni di Birori, Borore, Bortigali, Macomer e Sindia, Macomer, 1973;
V. Santoni, "Nota preliminare sulla tipologia delle grotticelle artificiali funerarie in Sardegna", in Archivio Storico Sardo], 30, 1976, pp. 3-49;
A. Foschi, "La Tomba I di Filigosa (Macomer)", in Atti della XXII Riunione dell'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, 1980, pp. 289-293;
A. Foschi, "Macomer (Nuoro), Località Filigosa", in I Sardi. La Sardegna dal paleolitico all'età dei nuraghi, a cura di E. Anati, Milano, Jaca Book, 1984, pp. 203-204;
A. Foschi Nieddu, La tomba I di Filigosa (Macomer-Nuoro). Alcune considerazioni sulla cultura di Abealzu-Filigosa nel contesto eneolitico della Sardegna, Nuoro, Coop. grafica nuorese, 1986;
A. Moravetti, Ricerche archeologiche nel Marghine Planargia, collana "Sardegna Archeologica. Studi e Monumenti", 5/I, Sassari, Carlo Delfino, 1998, pp. 91-97.

Informazioni
Servizio di visite guidate gestite dalla Cooperativa Turistica Esedra di Macomer
Orario: estivo 10,00-13,00 e 15,00-19,00 (su prenotazione orari extra); invernale non predisposto. Lunedì chiuso.
Biglietto: ingresso € 3,50 (intero), € 2,50 (ridotto: bambini sino 10 anni e scolaresche). Visita guidata un sito € 4,00 (ridotto € 1,50); 4 siti € 8,00 (ridotto € 7,00 per scolaresche e gruppi min. 20 persone). Esenti bambini sino a 6 anni e disabili.

Tamuli

tamuli dino sechiDa San Leonardo di Sette Fontane si percorre la Provinciale n. 20 in direzione Macomèr.
Superato il bivio per Scano di Montiferro, il vivaio che è sulla destra e la struttura fieristica che gli è di fronte, svoltare a sinistra verso il Monte di S. Antonio.

Continuare per 2,9 km e alla prima biforcazione della strada mantenere la destra.
Dopo aver superato sulla sinistra l'area utilizzata come poligono di tiro dai militari del vicino 45° Reggimento Reggio di Macomèr, e il Nuraghe Pattada, rifugio delle sentinelle durante le esercitazioni di tiro (da non visitare assolutamente perché sporco e gran parte dei sui massi sono pericolosamente in bilico), si raggiunge da una stradetta laterale a sinistra l'area archeologica di Tamuli, segnalata da orribili cartelli indicatori sforacchiati da numerose fucilate.[1]

Le tre belle tomba dei giganti sono lì con i conci sparsi tutt'intorno e le sei betili «Sas Perdas Marmuradas de Tamuli» che vigilano ancora il sonno eterno delle genti nuragiche di quella zona.

Sentinelle del tempo le ho chiamate: tre maschili e tre femminili con le mammelle ancora turgide nonostante l'età, vigilano le tombe del villaggio oggi ridotte ad un ammasso di pietre che gli eredi della gente nuragica hanno profanato e distrutto. E lo spirito si ribella di fronte a tanta ignoranza e trascuratezza. Vado via, fortemente contrariato!

Prima di lasciare l'area archeologica di Tamuli e proseguire la mia ecursione, effettuare una breve visita al nuraghe di Tamùli  e ai vicinissimi ricoveri per gli animali, poco distanti dalle tombe. Il nuraghe è in cattivo stato di conservazione e anche oggi, a distanza di circa vent'anni dalla prima visita, gran parte di esso è impraticabile

[1] Dopo il recente intervento, l'intera area archeologica di Tamuli  è stata affidata ad una cooperativa di Macomer. Ora l'ingresso è delimitato da muretti a secco, vi hanno realizzato un parcheggio per auto e pullman, e una biglietteria con guida/custode. Hanno delimitato con funi e paletti i percorsi obbligatori

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