Martedì, 30 Aprile 2024

Beni archeologici

Beni archeologici

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  • ARCHEOLOGIA DEL TERRITORIO

    archeologia

  • ARCHEOLOGICI - MONTIFERRU - SINIS

  • Cabras- Ipogeo di San Salvatore di Stefano Sanna

    La chiesetta dedicata a Cristo Salvatore è stata costruita sopra l'ipogeo di San Salvatore, un luogo di culto pagano costruito sottoterra attorno a un pozzo di acque medicamentose, dove si svolgevano le cerimonie legate al culto delle acque in età nuragica. Lo stato attuale dell'ipogeo risale al IV secolo d.C. e vi si notano affreschi neri sul calcare bianco a rappresentare divinità legate al culto delle acque.

  • Giovanni Salaris

  • Joseph Pintus

  • Necropoli di Filigosa - Macomer

    filigosa1Poco fuori del centro abitato di Macomer in direzione nord lungo la strada provinciale che conduce a Bosa sorge l’area archeologica dI Filigosa. Al sito sepolcrale si accede tramite La strada asfaltata che porta all’Ospedale Civile. Nella collina dominata dal Nuraghe Ruju si apre uno scenario unico e suggestivo che richiama l’antica civiltà prenuragica che aveva scelto la località per il sonno eterno dei propri defunti.
    Sono quattro le tombe di giganti presenti nella necropoli interamente scavate nella roccia, che testimonia la presenza di un insediamento umano nelle vicinanze della cultura eneolotica Filigosa-Abealzu.
    Le tombe sono a sviluppo orizzontale con lunghi corridoi di accesso, chiamati dromos, che immettono in un vano maggiore da cui poi si dipartono le celle di inumazione interne. Tutte e quattro le tombe presentano nella cella maggiore il focolare rituale di forma circolare posto in posizione centrale sul pavimento, con coppelle sulle pareti laterali. Nella necropoli sono state rinvenute ossa umane scarnificate che testimoniano il rito della sepoltura secondaria, dalla metà del III millennio agli inizi del II millennio a.C.
    Gli scavi sono stati effettuati nel 1965 da Ercole Contu e negli anni '80 da Alba Foschi.

    Bibliografia
    E. Contu, "Notiziario", in Rivista di Scienze Preistoriche, XX, 1965, pp. 377-379;
    A. Moravetti, Relazione preliminare sui monumenti archeologici dei comuni di Birori, Borore, Bortigali, Macomer e Sindia, Macomer, 1973;
    V. Santoni, "Nota preliminare sulla tipologia delle grotticelle artificiali funerarie in Sardegna", in Archivio Storico Sardo], 30, 1976, pp. 3-49;
    A. Foschi, "La Tomba I di Filigosa (Macomer)", in Atti della XXII Riunione dell'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, 1980, pp. 289-293;
    A. Foschi, "Macomer (Nuoro), Località Filigosa", in I Sardi. La Sardegna dal paleolitico all'età dei nuraghi, a cura di E. Anati, Milano, Jaca Book, 1984, pp. 203-204;
    A. Foschi Nieddu, La tomba I di Filigosa (Macomer-Nuoro). Alcune considerazioni sulla cultura di Abealzu-Filigosa nel contesto eneolitico della Sardegna, Nuoro, Coop. grafica nuorese, 1986;
    A. Moravetti, Ricerche archeologiche nel Marghine Planargia, collana "Sardegna Archeologica. Studi e Monumenti", 5/I, Sassari, Carlo Delfino, 1998, pp. 91-97.

    Informazioni
    Servizio di visite guidate gestite dalla Cooperativa Turistica Esedra di Macomer
    Orario: estivo 10,00-13,00 e 15,00-19,00 (su prenotazione orari extra); invernale non predisposto. Lunedì chiuso.
    Biglietto: ingresso € 3,50 (intero), € 2,50 (ridotto: bambini sino 10 anni e scolaresche). Visita guidata un sito € 4,00 (ridotto € 1,50); 4 siti € 8,00 (ridotto € 7,00 per scolaresche e gruppi min. 20 persone). Esenti bambini sino a 6 anni e disabili.

  • Nuraghe Banzos - Santu Lussurgiu

    DSC05054È un bel nuraghe monotorre, abbastanza maestoso se lo si osserva dall'interno come abbiamo fatto noi. Si trova in territorio di Santu Lussurgiu, non troppo distante dal centro abitato, in una zona frequentata anche nel periodo romano, tant'è che nelle vicinanze è possibile visitare i ruderi forse di un antico "bagno".

    Si arriva a Nuraghe Banzos percorrendo in macchina diverse strade asfaltate, oppure alcuni sentieri, se si sceglie di camminare a piedi, a cavallo o in mountain-bike, e arricchire così l'escursione.  

     Purtroppo, come avviene per tantissimi altri monumenti archeologici della Sardegna, anche questo versa in pessimo stato di conservazione per le macchie di rovi che l'avvolgono e diversi arbusti che crescono sulla sua sommità. In particolare, è minacciato da un grosso bagolaro (Celtis australis L.) che gli cresce in un fianco, e che sicuramente manterrà fede all'altra denominazione con cui quest'albero è chiamato: Spaccasassi!

    Il compianto maestro Francesco Antonio Salis fondatore del Museo etnografico di Santu Lussurgiu che oggi porta il suo nome, lo descrive così:

    DSC05068NURAGHE BANZOS “B”

    Sorge su una collinetta in una zona ricca di reperti archeologici sicuramente sede di un insediamento di dimensioni considerevoli ed abitata in varie epoche. A poche decine di metri scorre il Rio Banzos.
    Il nuraghe è monotorre e presenta una planimetria molto semplice: ingresso a sezione trapezoidale con architrave, corridoio e cella alla quale si accede tramite un ingresso ad arco ogivale alto m. 5,50. La camera, la cui volta è crollata, è perfettamente circolare con un diametro di m. 4,65.
    Non sono presenti né nicchie né scale. Esiste invece la breccia di scarico sull’architrave d’ingresso.
    I massi sovrastanti l’apertura principale presentano una rientranza minima, e danno così alla costruzione un aspetto cilindrico.

     

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